Abel Ferrara al Terni Film Festival con il suo Padre Pio tra tormenti mistici e fedeltà storica

TERNI – Wow! What a story. È così che ieri Abel Ferrara ha commentato Padre Pio, il suo ultimo film, proiettato per l’inaugurazione della diciannovesima edizione del Terni Film Festival, intitolata Breaking Bread. Presentato lo scorso anno a Venezia e scritto insieme allo sceneggiatore italiano Maurizio Braucci, Padre Pio racconta una storia che in pochi conoscono: l’eccidio avvenuto a San Giovanni Rotondo nel 1920, quando vennero trucidate quattrodici persone, appartenenti al Partito Socialista, mentre Padre Pio riceveva le stigmate e lottava contro il demonio. Un episodio, ha sottolineato Ferrara, che l’ha scioccato perché noto soltanto a pochissimi italiani e che nella sua visione, ha rappresentato l’inizio del secondo conflitto mondiale. “Quei morti erano i primi di milioni di altri morti che arriveranno da lì a poco” ha detto ieri, mentre riceveva l’Angelo alla carriera, meritatissimo, sul palco del Politeama di Terni consegnatogli da Arnaldo Casali, direttore generale del Festival. Insieme a lui, anche l’attore Luca Lionello, che nel film interpreta Silvestro.

 

 

Un film intenso e crudo, che ancora una volta ha portato il regista a occuparsi di un personaggio italiano, dopo il film su Pasolini del 2014. “Perché no? Come Pasolini, anche Padre Pio era un poeta” ha commentato. Ferrara non tradisce il suo impegno civile e utilizza la tormentata vicenda di Padre Pio, che rimane più sullo sfondo, per raccontarne un’altra, altrettanto conflittuale ma quasi ignota. Il taglio è strettamente documentaristico, basato su fonti storiche e sulle lettere di Padre Pio. Due vicende, quella del biennio rosso e quella dei tormenti di Pio, che scorrono parallele e non si intersecano mai realmente e che, eppure, si amplificano a vicenda in quel di San Giovanni Rotondo.

 

 

Come spesso accade nel cinema, anche se la storia è ambientata oltre un secolo fa, è impossibile non intuire le risonanze con l’attuale situazione mondiale a cui Ferrara ha fatto più volte riferimento nell’incontro a fine proiezione. Un amore sconfinato, quello del futuro santo, che relegato nella sua cella convenutale aveva già intuito i cambiamenti in atto. Tra l’altro, lo stesso Shia LaBeouf che interpreta il poco più che trentenne Pio e che mentre si preparava alle riprese ha vissuto in un convento dei frati cappuccini minori, si è anche convertito al cattolicesimo dopo questa esperienza.

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