Archeologia industriale e vernacolo: i perché di un successo

TERNI – Tempo di bilanci per  “Archeologia industriale e vernacolo: il teatro delle nostre tradizioni” la rassegna di teatro dialettale  nazionale arrivata alla settima edizione e che si celebra a Marmore.  La presidente della Pro Loco Marmore, Manola Conti, non ha dubbi: “Obiettivo raggiunto anche questa volta. Diffusione della cultura, valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze, promozione del turismo stanziale servendosi di ogni mezzo. Questo è quanto abbiamo fatto noi che miriamo a dare il giusto valore al nostro territorio, culla di arte, archeologia, storia, cultura e tradizioni, alla crescita qualitativa delle realtà economiche territoriali e, nel contempo, alla conoscenza della cultura e delle tradizioni per poterle tramandare. Abbiamo scelto di farlo utilizzando la forma artistica che da sempre narra una storia: il teatro.

La presidente della Pro Loco Marmore, Manola Conti

Notevole è stata la partecipazione alla rassegna: “Abbiamo raccolto quest’anno – continua la presidente – ben 38 richieste di partecipazione da parte di Compagnie teatrali provenienti da tutta Italia e anche più d’una proveniente dalla stessa città (le ricordiamo tutte qui di seguito ndr.)

Acquaviva Picena (AP), Ancona, Angiullara Sabazia (RM), Arezzo, Ascoli Piceno, Bagliano di Spoleto (PG), Baronissi (SA), Bisceglie (BT), Campello Sul Clitunno (PG), Casagiove (CE), Castiglion del Lago (PG), Circonvallazione Ostienze (RM), Latina, Loreto, Macerata, Magione, Montevarchi (AR), Napoli, Narni, Orvieto, Penne (PE), Perugia, Principina Terme (GR), Rieti, Tuglie (Lecce) Vico Equenze (NA), Montefiascone (VT) ecc 

ed è stato davvero difficile scegliere chi avrebbe animato le nostre serate ternane.

Sono stati interessati, per l’ospitalità degli artisti e loro seguito, operatori commerciali attraverso convenzioni con alberghi, ristoratori locali, società di servizi per la promozione del territorio”. 
Perché il teatro? 
“Semplicemente perché a Terni non c’è più un teatro. Consapevoli che il teatro dà emozioni che la televisione non può dare, a Marmore lo abbiamo creato. Gli spazi teatrali si stanno riducendo per motivi vari e nostro compito è ritagliarci uno spazio maggiore anche per il fatto che noi produciamo cultura. La cultura ha bisogno del teatro e viceversa”.
Cos’è Sentiero 5?
“Un luogo dove, appunto, si fa teatro all’interno di un’area suggestiva e di notevole valore paesaggistico grazie alla presenza della Cascata delle Marmore, al centro di un monumentale parco di archeologia industriale a cielo aperto, al lato di quelle acque che tanti poeti hanno cantato, in un connubio perfetto tra natura, arte e allegria, in una location che non è solo una cornice scenografica, ma è una vera e propria miniera di bellezza e magia.
Il sentiero 5 si sviluppa sul ciglio della rupe di Marmore offrendo panorami mozzafiato, presentandosi alla vista come un monumentale parco di archeologia industriale a cielo aperto che riunisce sei grandi manufatti provenienti dalle centrali idroelettriche di Galleto e Narni.


Turbine delle tipologie Kaplan e Francis, e distributori di flusso per turbine”.
Su chi potete contare?
“La validità della manifestazione è stata riconosciuta anche dai prestigiosi patrocini ottenuti ma soprattutto dalla presenza di personaggi notevoli legati al mondo del teatro italiano che abbiamo avuto l’onore di ospitare: tra questi Lauro Antinucci, presidente della UILT Umbria e Andrea Jeva, attore, scrittore, giornalista che pubblicherà un articolo sull’evento sul prossimo numero della rivista nazionale di teatro Scena”.  
Perché il dialetto?
“La scelta non è stata causale, ma fermamente voluta. Il dialetto inteso come ‘lingua’ che rappresenta e  custodisce le origini, le tradizioni, gli usi e i costumi di un territorio che si riconosce in essa. Valorizzare il dialetto quale patrimonio culturale significa farne apprezzare il legame intimo e particolare con il territorio, le capacità espressive, i contenuti comici, poetici, ironici.

Questo è quanto emerso, per significare quanto affermo, anche nell’incontro pre-evento  ‘Marmore: una Cascata di ricordi’ tenuto dal professor Flavio Frontini, dalla professoressa Loretta Santini, da Andrea Di Marco proprio sui temi cardine dell’iniziativa: tradizioni popolari, cultura, dialetto e territorio. Rendere quindi il dialetto testo teatrale significa continuare una tradizione che ha radici antichissime e un ruolo di rilievo nell’ambito delle arti performative italiane. Il contesto naturalistico ha fatto tutto il resto”.
Bilancio positivo, dunque…
“La rassegna ha visto alternarsi sul palcoscenico Compagnie amatoriali che nulla hanno da invidiare ai professionisti e questo lo ha decretato il numeroso pubblico presente, i social, i media anche a livello nazionale. Grande bravura, giusti ritmi, spontaneità, professionalità e, a volte, anche una giusta ancorché calcolata improvvisazione tipica del teatro amatoriale, attori superlativi che hanno donato una inattesa comicità che ha travolto il pubblico dall’inizio alla fine.
 

Un pubblico che, si è divertito, un pubblico attento, simpaticamente coinvolto, non ha lesinato applausi di gradimento, gioia, risate e spensieratezza”.
Vogliamo ricordare le Compagnie che hanno dato vita alla rassegna?
“Certamente, se lo meritano: Associazione teatrale del DLF Grosseto “Il Teatraccio”  – Principina Terra, Compagnia Teatrale Arca – Trevi, Compagnia Teatrale “Gabbiani” – Baronissi, Compagnia il Focolare – Loreto, Associazione Compagnia Delle Vigne – Orvieto, Compagnia il Nostro Teatro – Napoli, Compagnia dei teatranti – Bisceglie,  Gruppo Teatrale La Compagnia degli Svitati – Perugia, Compagnia Parla come Magni – Narni,  Associazione Filodrammatica Compagnia D’Ercole – Monterchi”. 
E ora?
“Lavoriamo per l’ottava edizione, naturalmente: l’evento ha riscosso così tanto successo che stiamo raccogliendo da subito idee e richieste di partecipazione per la prossima edizione da compagnie teatrali su tutto il territorio nazionale E poi voglio evidenziare che è stata coinvolta molta parte della nostra realtà locale a vari livelli: per l’ospitalità degli artisti abbiamo  stipulato convenzioni con alberghi, ristoratori locali, botteghe tipiche locali, società di servizi, tutto per raggiungere il nostro obiettivo di promozione del territorio”.
Al prossimo anno, dunque.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.