Commozione infinita per l'inno al dolore di Ezio Bosso

Roma, 12 07 2018 Auditorium Parco della Musica. Stagione Estiva: EZIO BOSSO NUOVI MONDI, Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Ezio Bosso direttore Luigi Piovano violoncello. ©Musacchio&Ianniello

TODI – Poderoso, coinvolgente, commovente. Proprio lì, dov’è la tomba di Jacopone, nella chiesa di San Fortunato, lo Stabat Mater di Gioachino Rossini proposto dal maestro Ezio Bosso ha scosso fortemente, nel profondo, accordandosi meravigliosamente alla sacralità e suggestione del luogo e innalzando un inno al dolore che ancora risuona. E risuonerà a lungo.


Straordinaria anche per la complessità la direzione di Bosso alla quale hanno risposto magistralmente tutti gli interpreti: a partire dalla “sua” orchestra la Europe Philarmonic che unisce maestri provenienti da tutto il Vecchio Continente e anche oltre. Un affiatamento evidente che lo stesso Bosso ha spiegato:  “Vivo assieme a loro non le prove ma il costante confronto” e il frutto evidente non è solo la maestrìa dell’esecuzione ma l’interpretazione, lo studio profondo, la proposizione condivisa della partitura.
Imponente, dolente,  sofferente a seconda degli interventi a cui è stato chiamato nel dipanarsi delle terzine,  il Coro Filarmonico Rossini di Pesaro che, fondato nel 1996, vanta ormai un organico capace di sostenere anche le opere sinfoniche di tutti i più grandi compositori. Ieri ne ha dato una manifesta e ulteriore dimostrazione.



Toccanti le voci che hanno innalzato sino alle navate di San Fortunato i quattro solisti della Fondazione Luciano Pavarotti: Floriana Cicio (soprano), Isabel Lombana Marino  (soprano II), Rino Matafù (tenore) e Andrea Pellegrini (basso). Di grande effetto quando dal palco si sono diretti in fondo alla Chiesa confondendosi con il pubblico, in un’orazione che per questo è apparsa corale, totale. “Pochi sanno che Luciano apriva costantemente le porte di casa sua per accogliere artisti e dare loro consigli – ci aveva detto Ezio Bosso nei giorni scorsi – personalmente apprezzo molto la volontà della signora Mantovani nel proseguire attraverso la Fondazione la missione che è stata di suo marito e così, ogni volta che si presenta l’occasione, coinvolgo i cantanti che ne fanno parte”. E l’abbraccio affettuoso che alla fine dello Stabat ha riservato loro il Bosso, dice tutto su un’esibizione sicuramente all’altezza e solo, forse, in parte penalizzata dall’acustica, sempre molto complessa in una chiesa come quella di San Fortunato, ma che è stata gestita al meglio dai tecnici del suono. E bene hanno fatto la loro parte gli attori Veronica Rivolta che ha dato lettura dei versi dello Stabat Mater in latino e Matteo Tanganelli che li ha tradotti in italiano.

All’inizio del concerto Bosso aveva chiesto la partecipazione consapevole del pubblico: “La musica la fa chi suona ma anche chi ascolta, la facciamo insieme. A noi gli applausi fanno ovviamente piacere ma durante l’esecuzione il vostro grado di compartecipazione si misurerà con il silenzio che la sacralità del luogo e questa opera immensa di Jacopone magistralmente musicata da Rossini, richiedono”.

Il pubblico ha preso parte emotivamente come richiesto ma alla fine l’applauso è stato incontenibile: tutti in piedi come segno di gratitudine e deferenza dovuta a musicisti e direttore. Un applauso durato minuti mentre Bosso cercava di abbracciare e salutare tutti i musicisti, coristi e solisti che assieme a lui si sono resi protagonisti di un qualcosa di unico. Così è stato “inevitabile” il bis che ha riproposto il finale dello Stabat. Al termine Bosso era felice ma stremato, ne era del resto consapevole fin dall’inizio: “Per me questa è l’esecuzione più difficile per quanto mi coinvolge, per la bellezza della poesia di Jacopone e la straordinaria lettura che Rossini ne ha fatto. La nostra sarà una lettura particolare, unica”. Parola mantenuta. Grazie maestro.
Valentina Parasecolo che per la prima edizione di Iubel Festival ha curato la direzione artistica, ha proposto assieme all’Associazione un evento nel senso più proprio del termine spesso fin troppo abusato. Una serata di musica e liturgia indimenticabile nel segno della grandezza di Jacopone. Oggi, domenica 5 maggio, la prima parte della rassegna si concluderà con la Prima messa solenne in memoria di Jacopone da Todi alle ore 17 in Duomo: le musiche liturgiche inedite sono di Lorenzo Romagna. Cori di Madre Speranza e “Cantate Domino”.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.