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Corale Porziuncola, l’impegno dei Frati minori che affonda le radici nel Medioevo

ASSISI – La grande tradizione corale di Assisi, città ricca di cori e teatro di manifestazioni ed eventi musicali a livello internazionale, affonda le proprie radici nel Medioevo, grazie ai frati minori di Santa Maria degli Angeli che fin dall’inizio della loro storia, e attraverso i secoli, hanno incentivato, vagliato, custodito la tradizione corale e sapientemente aperto i propri orizzonti ai nuovi stili musicali. Da sempre le liturgie in Basilica sono state accompagnate dalla Corale Porziuncola, gruppo originariamente formato da pueri cantores e voci virili; grazie alla rifondazione della Corale ad opera di Padre Pietro Starnini, che ha introdotto le voci femminili, la Corale dal 1949 è diventata un coro a voci miste. Alla guida del gruppo assisano, da quattro anni, Padre Matteo Ferraldeschi OFM, impegnato nel 2024 nei festeggiamenti per i settantacinque anni di attività della Corale. L’anno è cominciato con il Concerto del 5 gennaio, presso la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, che ha chiuso l’VIII centenario del presepe di Greccio, ma ha anche dato inizio alle celebrazioni per l’ottocentenario delle stimmate ricevute da san Francesco sul monte della Verna, e per i settantacinque anni della Corale. Un concerto di brani natalizi di grandi autori della musica classica – Benedetto Marcello, J. S. Bach, G. F. Haendel -, ma anche musicisti che hanno avuto un ruolo significativo per la storia musicale della Basilica, come Licinio Refice e Domenico Bartolucci. Ad accompagnare i trenta coristi, diretti da Ferraldeschi, il giovane organista perugino Jacopo Zembi, musicista che ha dimostrato una grande padronanza tecnica e che ha saputo sottolineare con particolare cura espressiva il carattere dei brani.
Abbiamo incontrato il direttore Padre Matteo Ferraldeschi per ricordare la storia della Corale e le grandi personalità artistiche che si sono avvicendate in Basilica e ad Assisi.

 

 

Da quattro anni sei il direttore della Corale Porziuncola. Quale eredità musicale hai ricevuto?

Una grande eredità storica, fatta di musicisti eccezionali che si sono spesi per la crescita della Corale e non solo, e un archivio ricchissimo a testimonianza dell’attenzione da sempre posta dai frati minori nei confronti della musica. In archivio troviamo opere organistiche, per coro, opere liriche, e musica liturgica per tutte le compagini corali. Potrei tranquillamente utilizzare questo materiale, cambiando repertorio tutte le domeniche, e stare a posto per i prossimi trent’anni! Sono molto grato alla famiglia francescana dei frati minori dell’Umbria per il loro contributo costante alla valorizzazione della musica sacra e liturgica. Il mio orizzonte musicale qua dentro si è molto molto allargato.

Un’attenzione alla musica che nasce sin dalle origini dell’ordine dei frati minori

Sì, i frati sin dalle origini hanno avuto una particolare cura dell’elemento musicale, in archivio abbiamo manoscritti di canto gregoriano anche del tredicesimo e quattordicesimo secolo: brani che venivano cantati in Basilica nel Medioevo. Nella biblioteca della Porziuncola e alla biblioteca della Chiesa Nuova ci sono fondi cospicui di libri corali di tutti i secoli: un vasto repertorio che ripercorre i passaggi storici, dal canto gregoriano fino alle composizioni del Novecento.

Quali nomi importanti sono passati per Santa Maria degli Angeli?

Tra i musicisti che hanno lavorato qui, prima della rifondazione della Corale del 1949, vorrei ricordare Padre Cristoforo Cipollone da Lanciano, compositore e insegnante al Conservatorio di Napoli che venne a farsi frate e ottenne subito il titolo di maestro di cappella; qui sono conservate alcune sue composizioni per organo, per coro e orchestra, per coro quattro voci, nello stile tipico del tardo Ottocento. La leggenda narra che Giuseppe Verdi, passando in treno davanti alla Basilica, guardando la statua di Santa Maria degli Angeli abbia detto: “Sotto quella cupola c’è una stella!” riferendosi proprio allo stimato amico musicista Padre Cristoforo. Altro musicista da ricordare è Padre Mauro Galletti, maestro di cappella e organista; nella sua musica si sente ancora l’influsso della musica ottocentesca, ma ancora di più il suo lavoro come arrangiatore per banda, soprattutto nei suoi accompagnamenti. Un lavoro molto interessante e pregevole di un confratello che ha messo la sua arte a servizio della liturgia e a servizio della Basilica.

Qual è il valore della musica all’interno della liturgia?

“Dio è bellezza” diceva San Francesco, e la liturgia deve essere bellezza: solo la musica assurge a questo ruolo eminente, perché più di ogni altra arte, grazie all’unione di suono e parola, possiede la capacità di penetrare nel cuore e nell’animo umano. La musica trova la propria ragion d’essere non tanto in se stessa, ma in funzione del testo e in base alla destinazione, e quando si piega alla parola diventa grande ed ispirata. Gli ultimi direttori della Corale si sono formati presso il Pontificio Istituto di musica sacra a Roma.

Quanto è importante una formazione musicale specifica per i sacerdoti?

La Santa Sede ha eretto la scuola superiore di musica sacra a Roma nel 1911 proprio perché si avvertiva la necessità di formare musicisti per la liturgia e per circa cinquant’anni è stata prevalentemente rivolta a sacerdoti; dopo il Concilio Vaticano II fu aperta alle donne. Adesso la scuola ha una forte presenza di laici, mentre la maggior parte dei preti non sono formati a livello liturgico; nel percorso seminariale non c’è attenzione al canto e così le parrocchie non hanno una guida che possa indirizzare la musica liturgica. Il Pontificio Istituto di musica sacra nasce dall’esigenza di un recupero di uno studio serio e i frati minori dell’Umbria hanno fatto propria questa necessità mandando, fin da subito, frati a Roma a specializzarsi, per poter garantire il servizio del culto nella Basilica e negli altri conventi e per formare insegnanti.

La nuova Corale Porziuncola nasce nel 1949 grazie a Padre Pietro Starnini

Un nome fondamentale per la nostra storia. Studiò a Roma alla fine degli anni Trenta, diplomandosi in composizione sacra con Licinio Refice, che all’epoca era il compositore più importante insieme a Lorenzo Perosi. Padre Pietro Starnini, tornato ad Assisi, rifondò la nuova Corale Porziuncola nel 1949 e il Maestro Refice diresse la nuova Corale nelle occasioni più importanti. Il coro della Basilica era stato sempre formato da bambini e frati, ma P. Pietro riuscì a rinnovare le sezioni inserendo molti laici e molti bambini dapprima maschi e poi femmine. Selezionava le voci nelle scuole in cui era insegnante e le portava in Porziuncola. La realtà della Corale era, ed è, un caso veramente raro, in quanto assolve al compito di animare la liturgia tutte le domeniche e non solo per le feste principali (in Umbria solo il coro della Cattedrale di Perugia offre la stessa costanza). Starnini si è trovato a gestire la Corale nel periodo del Concilio Vaticano II che ha
riformato il rito; con la nuova liturgia era impossibile proporre la messe di Palestrina, ma neanche quelle di Perosi e di Refice perchè troppo lunghe. C’era poi il problema della lingua: il Concilio, pur non abolendo il latino, apriva alla lingua italiana. Padre Pietro ha affrontato il cambiamento con grande equilibrio e sapienza, alternando il repertorio in latino a quello in italiano. Ha composto moltissimo, ci ha lasciato un corpus di composizioni notevole per vari organici: spesso a 6 voci – soprano, contralto, 2 tenori e 2 bassi –
che testimoniano la grande presenza di voci maschili, ma anche brani più semplici per organici ridotti, a quattro voci o a voci pari. Tra le sue composizioni ha avuto particolare fortuna presso il popolo l’Inno alla Madonna degli Angeli che viene cantato il sabato a termine del rosario.

 

 

Altri direttori si sono avvicendati dando un contributo fondamentale allo sviluppo della coralità umbra

Padre Starnini fu sostituito da Padre Antonio Giannoni di Spoleto, fondatore de i Laudesi umbri gruppo che negli anni si è imposto in concorsi classificandosi come uno dei migliori d’Italia. A Santa Maria ha dato alla corale una veste più professionale, era un direttore molto esigente e ha investito moltissimo in spartiti, riviste, abbonamenti, ricerche andando ad arricchire quel patrimonio musicale che è a disposizione, non solo della Corale, ma anche dei frati. Un’altra grande personalità è stata il frate minore Padre Evangelista Nicolini, fondatore de I cantori di Assisi; era un grande interprete della polifonia palestriniana ma il repertorio toccava tutti i generi, spaziava dal canto gregoriano e la lauda medievale fino al folk e al negro spiritual e, incredibilmente, in tutti gli stili riusciva ad eccellere. Nel suo coro sono passate le voci migliori dell’Umbria: Gloria Banditelli che ha avuto una brillante carriera internazionale, ma anche Gabriella Rossi, Giuseppe Morino e altri. Vorrei citare Padre Alberto Cerroni che per gran parte della sua vita è stato organista della Basilica; grande didatta e concertista, a lui si deve la presenza dei due organi in Basilica: due capolavori di arte organaria, l’organo Mascioni e il Pinchi Morettini. Per ultimo, il compianto confratello Padre Maurizio Verde, esperto gregorianista, che ha portato un vento di novità nell’interpretazione e nell’insegnamento del canto gregoriano, e in generale un’attenzione più filologica ai vari stili musicali. Ha diretto i Cantori di Assisi e la Corale Porziuncola e si è dedicato con amore e passione all’insegnamento ai giovani frati e a diversi monasteri di monache, curando così anche l’aspetto quotidiano della liturgia: il repertorio feriale, già avviato da padre Antonio, si è ulteriormente arricchito grazie a padre Maurizio, sempre coniugando tradizione ed innovazione.

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