E' morto Gary Peacock, in lutto l'arte del contrabbasso e il mondo del jazz

PERUGIA – L’arte del contrabbasso è complessa, soprattutto in trio con riferimento al piano. Il contrabbasso è chiamato a modulare gli accordi, sostenere il ritmo, stringere sulla melodia. Il contrabbasso vibra più che suonare, ma il vibrato è tecnica che va usata con discrezione essa stessa, per non invadere il tutto. Gary Peacock, 85 anni, ha concluso la sua avventura nella musica e nella vita, dopo circa 70 anni di musica suonata attraversando le stagioni gloriose e le trasformazioni del jazz con alcuni dei suoi più grandi protagonisti, da Albert Ayler a Paul Bley, passando persino per Ravi Shankar e Don Ellis. Gary Peacock era l’emblema dell’equilibrio e della libertà ritmica, non a caso tra le sue esperienze formative figura anche l’approfondimento della filosofia Zen in Giappone. Perugia e Umbria Jazz lo ricordano però come il fulcro del trio Standard di Keith Jarrett sempre in perfetto equilibrio tra sustain e volume. Venne a Perugia al fianco di Jarrett più volte, tutte quelle che insieme a Jack Dejohnette tornò a cominciare dal 1996, anno che sancì il ritorno di Jarrett a Umbria Jazz dopo un’assenza di ventidue anni. Umbria Jazz ne ricorda le sue grandi doti artistiche e umane perché musicisti come lui hanno fatto grande il jazz: discreto e introverso era capace di grandi virtuosismi senza mai darne sfoggio.

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.