Estate, la stagione che fa registrare il più alto numero di abbandono di animali domestici

FOLIGNO – Si svolgerà giovedì 23 giugno alle 18.30 all’auditorium Santa Caterina la presentazione del libro “Neve e Cenere” dell’illustratrice  Giulia Marcotulli.

Un’opera delicata che racconta la storia di due gatti ed è ispirato ai reali ospiti dell’Oasi Felina La Piccola Corte dei Miracoli di Foligno, associazione di volontariato indipendente che si prende cura di gatti abbandonati che non si adattano alla strada.

In questa occasione sarà possibile acquistare il libro i cui proventi andranno interamente al gattile, che ospita attualmente più di cento gatti, come aiuto per le numerose spese che quotidianamente questo sostiene.

 

Perché se la gestione di un rifugio è sempre impegnativa, è proprio d’estate che scoppia l’emergenza.

Nascite incontrollate, abbandoni e rinunce di proprietà fanno rapidamente salire il numero di animali ospitati nei rifugi e i volontari si ritrovano a cercare di fare l’impossibile per far fronte a tutti gli arrivi.

Sembra incredibile doverne scrivere ogni anno, ma con l’arrivo dell’estate arriva puntuale l’inconcepibile abitudine dell’abbandono dei propri animali domestici: un’indagine della Lav, Lega Anti Vivisezione, stima che ogni anno siano abbandonati in Italia una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti.

Le punte più alte vengono registrate in estate ma le vacanze non sono l’unica causa di abbandono, oltre il 30% dei cani viene infatti abbandonata dopo l’apertura della stagione venatoria, perché il cane non è bravo a cacciare.

Ci sono poi vari tipi di abbandono, quelli dove un animale che fino al giorno prima era stato accudito e nutrito dall’essere umano, viene lasciato in condizioni di pericolo lungo il ciglio di una strada; quelli “mascherati”, che riguardano ad esempio i gattili, i canili o i veterinari che quotidianamente si ritrovano scatoloni pieni di cuccioli lasciati di nascosto davanti alla porta e gli abbandoni tra le mura domestiche, purtroppo molto più frequenti di quanto si pensi.

Solo per fare un esempio, è di pochi giorni fa l’annuncio che si leggeva sulla pagina Facebook del Parco dei Gatti di Ponte San Giovanni di Luna, una gattina di dieci anni che, in seguito al ricovero della sua compagna umana ha vissuto tre anni della sua vita sola in un appartamento. Tre anni a guardare il mondo fuori dalla finestra con solo una persona che per pochi minuti al giorno le portava acqua e cibo, tre anni che l’hanno resa apatica e depressa.

Una storia limite e fortunatamente finita bene, perché in seguito all’annuncio la micia ha trovato una nuova casa dove riceverà le attenzioni e l’amore che merita ma sono tanti gli episodi di questo genere, nati il più delle volte dalla falsa credenza che un gatto possa vivere serenamente in appartamento anche se lasciato solo per lunghi periodi.

 

E, per la serie non c’è mai fine al peggio dell’essere umano, un altro dato da sottolineare è quello dell’abbandono di animali post lockdown: secondo un’indagine commissionata da Facile.it a EMG Different, con l’arrivo della pandemia sono circa 3,4 milioni, ossia il 21,6% dei proprietari, gli italiani che, fra il 2020 ed il 2021, hanno deciso di adottare un animale. Lunghe e noiose giornate sul divano da riempire, limiti della mobilità imposti dal governo da aggirare, che meglio di un dolce cucciolo da coccolare per passare il tempo e farsi magari qualche passeggiata di straforo?

Peccato che poi, finita l’emergenza circa il 63% si sia reso conto che il cucciolo non era un peluche ma cresceva ed era troppo difficile da gestire, che le spese mediche erano alte, che poteva capitare di avere un divano o degli oggetti rovinati (il 37%) e così, a causa della superficialità e dell’egoismo di molti, si stima che siano oltre 117mila i cani restituiti dopo la pandemia senza contare i gatti e quelli non dichiarati.

 

Lav parla di 600mila cani randagi e oltre due milioni e mezzo di gatti, numeri che spezzano il cuore ma nello stesso tempo impongono azioni da parte di tutti. Numeri tra l’altro destinati ad aumentare se si considera che è di 70000 il numero di discendenti che un cane o un gatto possono generare in soli sei anni.

 

La prima cosa da fare resta quindi sempre e comunque sterilizzare.

Nonostante siano ancora molte le reticenze e i luoghi comuni diffusi su questa pratica, l’esperienza dimostra come gli animali sterilizzati godano di ottima salute fisica e psichica ed anzi, abbiano una  qualità della vita notevolmente migliore.

I gatti sterilizzati infatti, vanno meno incontro al rischio di contrarre malattie quali la FIV-immunodeficienza, detto anche Aids felino o la FeLV-leucemia felina, patologie incurabili che si trasmettono attraverso la lotta o l’accoppiamento con altri gatti malati mentre evidenze scientifiche hanno dimostrato come la sterilizzazione riduca l’incidenza di tumori alla mammella, all’utero e alla prostata sia nei cani sia nei gatti.

Un animale sterilizzato è più sereno e non si allontanerà da casa, riducendo il rischio di perdersi, essere investito o maltrattato e anche la convivenza sarà più tranquilla.

La sterilizzazione è un costo sì, ma relativo, si affronta un’unica volta e non è paragonabile alla spesa che ci vorrebbe per sostenere, sfamare e curare tutta la discendenza di un unico esemplare.

Sterilizzare resta quindi la parola d’ordine contro abbandoni e randagismo, gli animali di proprietà ma anche e soprattutto quelli che vagano liberi nelle strade.

 

Come? A Perugia per quanto riguarda i gatti ci si può rivolgere alla Asl ed attivarsi per diventare responsabili di Colonia felina.

Una colonia felina è un gruppo di almeno cinque gatti, che vivono liberi e stabili sul territorio, che frequentano abitualmente lo stesso luogo pubblico o privato dove svolgono le proprie funzioni vitali quali cibo, rapporti sociali, cure, riposo, ecc.

Tali colonie sono protette a norma di legge e i gatti che vi abitano vengono sterilizzati dall’autorità sanitaria competente per poi essere riammessi nel loro territorio.

Attenzione, la sterilizzazione è gratuita ma non verrà nessuno dal comune a prelevare i gatti selvatici. Sono i responsabili che devono attivarsi per portarli negli ambulatori del canile pubblico di Collestrada dove avviene poi l’intervento.

Ne abbiamo parlato con Chiara, amante e custode dei gatti residente nella zona di Elce: “prendersi cura dei gatti di strada è un po’ come lottare contro i mulini a vento, per quanti ne riesci a far adottare, ce ne sono sempre altrettanti che ne arrivano da chissà dove. In questi anni la soluzione che ho trovato è stata quella della collaborazione con il vicinato. Abbiamo unito le forze, acquistato una gabbia trappola per prendere le femmine e farle sterilizzare. Ci siamo sostenuti moralmente ed economicamente anche perché alla fine abbiamo deciso di sostenere le spese di tasca nostra. E’ una cosa che consiglio a tutti, chiedere, fare rete, sicuramente troverete degli alleati anche nella vostra zona. E la soddisfazione di aver fatto del bene è impagabile”.

 

 

 

Il numero della sezione sanitaria del canile pubblico al quale rivolgersi per avere tutte le informazioni è: 075393166

 

Oasi Felina La Piccola Corte dei Miracoli – Foligno: www.lapiccolacortedeimiracoli

Parco dei Gatti – Ponte San Giovanni: www.facebook.com/parcogattipontesangiovanni/

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