Future Female, un premio per le aziende che valorizzano il potenziale femminile

PERUGIA – Costruire una nuova società in cui alla donna sia realmente riconosciuto il valore che ha e, contemporaneamente, generare nuovi modelli lavorativi incentrati sulla meritocrazia e non, come ai tempi odierni, ancorati al maschile: è con questo obiettivo che è stata ideata e, ieri, mercoledì 13 ottobre, presentata, a palazzo Donini, la prima edizione del premio “Future Female, Welfare e sostenibilità del lavoro femminile”, una “freccia nel futuro”. Il premio – voluto dalla Consigliera di Parità della Regione Umbria, in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale e Culturale Sovrapensiero – si rivolge a imprese di piccole e medie dimensioni che all’interno del contesto regionale umbro si sono distinte puntando a modelli organizzativi veramente capaci di ascoltare e valorizzare il potenziale femminile. Il premio riflette sulla relazione donne e lavoro: un binomio non facile, ancora oggi nel 2021, frontiera di disuguaglianza, arretratezza, complessità e ha l’intento di indagare questo rapporto, facendo affiorare e valorizzando quei modelli virtuosi di welfare aziendale sensibili e realmente inclusivi.

A introdurre i lavori, la giornalista e vicepresidente dell’associazione Sovrapensiero, Donatella Binaglia che ha sottolineato come il premio “sia uno stimolo a cambiare modo di vedere le donne nel lavoro”. Un’iniziativa che – come ha spiegato la consigliera regionale di parità, Monica Paparelli – nasce da un fallimento e da una collaborazione. Il fallimento di un progetto europeo che, a causa della pandemia, è stato destinato ad altro; una collaborazione con Sovrapensiero. Il premio è una freccia per il futuro. Vogliamo raccontare delle esperienze aziendali che oggi sono ambasciatrici di un modello culturale alternativo, che considerano l’inclusività e l’equo riconoscimento del lavoro femminile come tessera chiave del proprio welfare; e incentivare la possibilità di donne e famiglie di conciliare il lavoro con la cura e la gestione del quotidiano”.

 

 

Anche per la consigliera di Terni, Maria Teresa Di Lernia “il mondo del lavoro è al maschile, tanto che assistiamo ad annunci lavorativi lesivi della dignità della donna”. Per la consigliera provinciale di Perugia, Giuliana Astrarita “le  strategie di welfare al femminile anche nel mondo del lavoro portano benefici in tutti gli ambiti”.

La delegata per l’Umbria della Fondazione Nilde Iotti, Lorena Pesaresi,  ha aggiunto che “se oggi dobbiamo promuovere un premio per il welfare femminile significa che la differenza di genere è ancora elevata. D’altro canto, anche alle ultime Amministrative la presenza femminile è stata minima”.

Per Francesca Caproni, del Gal Trasimeno-Orvietano “deve essere la meritocrazia a selezionare le persone. Questo premio serve a sensibilizzare e a dare un esempio virtuoso”.

 

 

Alcuni dati forniti dalla consigliera regionale Paparelli:

“In Umbria, il 23,3% del part time femminile è involontario, il 62% delle donne è impiegato nei servizi e solo l’11% nell’industria.

Gli ultimi dati Istat relativi all’occupazione femminile per l’anno 2020 decretano l’immaturità del modello nazionale ancora lontano anni luce dalla parità di genere.

Siamo penultimi in Europa per occupazione femminile, ultimi se consideriamo la fascia d’età tra i 25 e 34 anni. In aggiunta, una donna su cinque smette di lavorare dopo aver avuto un figlio. Le asimmetrie di genere riguardano da vicino anche l’Umbria dove solo nel 2020, il tasso di occupazione femminile 15-64 anni (rapporto percentuale tra le donne occupate tra 15 e 64 anni e la popolazione residente femminile della stessa classe d’età) è risultato pari al 56,9% – in diminuzione dell’1,1% rispetto al 2019. Solo nel dicembre 2020 sempre l’Istat ha certificato una flessione complessiva dei posti di lavoro dello 0,4% rispetto al mese di novembre, che significa: 101 mila occupati in meno, ma il 98% dei posti di lavoro persi era di donne, 99mila unità. Se allarghiamo lo sguardo all’intero anno la situazione non migliora: su 440mila posti di lavoro persi, 312mila coinvolgono l’occupazione femminile che è del 20% più bassa rispetto a quella degli uomini. A rendere ancora più inquietante questo scenario è il paradosso entro cui si articola: in Italia il 51% della popolazione è donna e in media le donne sono più istruite degli uomini”.

Le imprese che desiderano partecipare al Premio potranno inviare la propria candidatura entro il 13 novembre 2021, scaricando l’apposito questionario da: sito della Consigliera di Parità: https://www.regione.umbria.it/la-regione/consigliera-di-parita; sito dell’Associazione Sovrapensiero: http://www.sovrapensiero.it/

Tutti i materiali andranno inviati, in modalità posta certificata, entro la data indicata a: regione.giunta@postacert.umbria.it

Naighi

Redazione Vivo Umbria: