FERENTILLO – Il protomartire è il santo titolare della chiesa del castello di Sacrato ossia a Precetto. Santo Stefano è effigiato in questa chiesa con un grande dipinto posto nell’abside in una tela sagomata: lapidato con i carnefici e la Trinità.
Altro dipinto raffigurante il martirio del Protomartire con la Trinità e carnefici è in uno stendardo processionale oggi restaurato ed esposto sulla parete in fondo alla chiesa (nella foto di copertina). Lo stendardo è dipinto su i due lati; nell’altro è figurato Sant’Antonino e Santa Illuminata con l’Assunta, opera del pittore marchigiano Nicola de’ Amici che lo realizzò nel 1722 su commissione del camerario del castello Sante Piscitelli. Pittore, quest’ ultimo, che ha realizzato la tela della Madonna di Loreto nella chiesa di Sant’Antonio a Monterivoso per l’altare della famiglia Mancinelli. Ma ciò che è più singolare e celebrativo è il busto ligneo intarsiato e dorato raffigurante il martire. Ma andiamo a vedere e conoscere l’autore della tela raffigurante Santo Stefano, un autore sconosciuto e la sua biografia si confonde con altri pittori di uguale nome in quel periodo. Ma da elementi pittorici possiamo trarre una piccola biografia riferendosi anche ad altri eminenti critici dei secoli scorsi. Dalla tela di Precetto possiamo dire che rappresenta per il suo stile la cultura della pittura di ambiente accademico ancora con evidenti riflessi dell’opera del Romanelli viterbese. Rosi viene citato dal Thieme Becker (nel 1935 p.65) che non fa altro che riscrivere ne notizie del Giuardabassi (1872 p.71). Maltese (1961 p.53) lo cita insieme ad altri due dipinti del Rosi come l’Adorazione dei Magi 1761 e Annunciazione. Il Maltese definisce il Rosi “artista non identificabile” in quanto inedito bibliograficamente. Nel dipinto a Santo Stefano, leggiamo la firma e la data: IOSEPH – ROSI (IMUENIT) ET PIN (XIT) AN (NO) DO (MINI) 1759.
