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Hikikomori, il fenomeno dell’esilio volontario degli adolescenti (e non solo)

Un problema sociale rilevante di cui però si parla poco ancora in Italia, ma che sempre più (purtroppo) sta prendendo piede già dagli anni Novanta: l’hikikomori, termine giapponese – proprio in Giappone ha origine intorno agli anni Ottanta – che significa “stare in disparte”, utilizzato per descrivere chi si ritira dalla vita sociale per lunghi periodi. Periodi che possono durare mesi e anni e portano il soggetto hikikomori a rinchiudersi in un ambiente protetto e sicuro, come ad esempio la camera da letto, e fanno sì che si privi di ogni contatto diretto con il mondo esterno. La vita viene vissuta attraverso la connessione web. E più la rete dilaga con l’avvento del web più emerge il fenomeno dell’autoreclusione, dell’autoisolamento. Gli strumenti tecnologici, dietro il cui schermo ci si può sentire al sicuro, rappresentano l’unica porta aperta verso l’esterno. Il loro uso facilita la fuga dalla pressante richiesta di realizzazione che tanto porta sofferenza nel quotidiano. Ci si sente a proprio agio più nella realtà virtuale che in quella “fisica” fatta di rapporti umani e di aspettative che comportano uno stress troppo alto per le persone spiccatamente sensibili e tendenzialmente introverse. Caratteristiche, queste ultime, che aumentano la probabilità di avere difficoltà nell’instaurare relazioni soddisfacenti e durature, e che non sono di supporto nell’affrontare le difficoltà e le delusioni che la vita ci riserva lungo il percorso di crescita.
Il primo campanello d’allarme è l’abbandono della scuola (ambiente che viene vissuto negativamente, a volte in seguito a un episodio di bullismo), arriva poi l’insonnia e lo scambio del giorno con la notte (momento in cui si esce dalla stanza solo per andare a prendere qualcosa da mangiare al momento del bisogno), il non riuscire a vivere la propria quotidianità, e la fragilità sfocia in una vera e propria patologia.
Di questo si è parlato gli scorsi giorni a palazzo della Provincia di Perugia in un incontro aperto ai cittadini organizzato da Contaminatio, rete di professionisti voluta dall’avvocato Maria Grazia Luchetti del foro di Perugia, sempre attenta alle tematiche giovanili. Molti gli interventi, tra cui quello della dottoressa Lucia Magionami, psicologa e psicoterapeuta che così descrive a Vivo Umbria il fenomeno dell’hikikomori.


Presenti anche le dottoresse Lucia Micheli e Miriam D’Alessandro della Cooperativa Sociale Utopia attiva nel territorio di Cagli, che può ospitare fino a venti minori (pazienti con disturbi psichiatrici in età evolutiva), dividendone i percorsi nella Casa Lupo Rosso (9-14 anni) e nella Casa Orizzonti (14-18), luoghi di condivisione e di appartenenza. Proiettato anche un corto girato nella realtà di Cagli che ha mostrato “la solitudine dei diversi”. Nel video la responsabile ci descrive il progetto della comunità residenziale.

Simona Zoncheddu (preside del Liceo Statale Assunta Pieralli), presente con alcune classi quarte dell’Istituto, ha parlato degli aspetti principali della scuola e di come la suddetta può intervenire insieme alle famiglie per affrontare le problematiche che affliggono gli adolescenti. Porte aperte al Pieralli per la formazione dei docenti: l’auspicio della preside è infatti che si riesca sin dall’inizio del nuovo anno scolastico a fornire ai professori gli strumenti adatti per affiancare gli studenti nei loro eventuali disagi.
Contaminatio, come ha spiegato l’avvocato Maria grazie Lucchetti, sta lavorando ad una bozza di Protocollo sul fenomeno dell’hikikomori che vuole coinvolgere istituzioni, scuole e Asl per avere così un documento tra i primi in Italia che si occupa del fenomeno emergente. “Gli organismi che possono essere coinvolti nello studio del problema e nella predisposizione delle modalità operative da adottare – ha asserito la Lucchetti – sono tra le altre: l’Ufficio Scolastico Regionale, la Sanità regionale, i Servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, l’Ordine degli Psicologi, le associazioni come la Hikikomori Italia Genitori”.
All’incontro, moderato da Francesco Gatti, sono intervenuti anche Massimo Pici (segretario del SIULP Perugia che da anni, insieme agli altri soci dell’associazione Libertas Margot fa interventi mirati sulla legalità nelle scuole umbre), Stefano Palombo, Filippo Teglia del foro di Spoleto. Durante la mattinata Mirko Revoyera ha eseguito letture tratte dalle opere di Pirandello e suggestivi brani a temi che hanno carpito l’attenzione di tutti i presenti fornendo un ulteriore momento di riflessione.

 

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