Il futuro passa per le comunità energetiche: il Forum di Legambiente ad Arrone

ARRONE Si è svolta sabato 4 giugno la prima edizione del forum Energia di Legambiente Umbria.

L’evento, prima tappa del progetto Life ClimAction ha rappresentato la giusta occasione per verificare lo stato dell’arte su energia e comunità energetiche in Umbria e confrontarsi sulle potenzialità e le prospettive del nostro territorio. Si è parlato di rinnovabili quindi, un tema più che mai sentito e urgente a livello locale ma anche nazionale e mondiale.

Moderato da Daniela Pimponi, l’incontro si apre con Fabio di Gioia, sindaco di Arrone e coordinatore consulta Anci Umbria ambiente e sviluppo sostenibile, che parla di “grande obiettivo nazionale”, orgoglioso di poter comunicare che  lo stesso “comune di Arrone fa parte di una comunità energetica che si è da poco costituita”.

Con la volontà di rendere l’Umbria pronta ad una reale svolta verde per quanto riguarda le politiche energetiche e per confrontare idee e progetti, sono intervenuti all’incontro numerosi relatori: Mauro Guerra, coordinatore Cer I borghi più belli d’Italia, Maria Assunta Vitelli di Azzero CO2, Riccardo Fanò di Aris impresa sociale, Maurizio Zara e Stefano Ciafani, presidente regionale e nazionale di Legambiente.

Maurizio Zara, presidente Legambiente Umbria, fa il punto sulla situazione regionale partendo dai dati raccolti dal Rapporto Ecosistema Urbano Umbria che descrive i temi decisivi e importanti nell’ambito della transizione energetica, analizzando le performance di 15 città: “già quando lo abbiamo scritto abbiamo dato grande risalto al tema  delle comunità energetiche perché rappresenta uno dei campi più interessanti per le città, piccole e medio piccole che abbiamo in Umbria”.

Tema sul quale alcune realtà umbre hanno già iniziato a muoversi: Arrone e Polino ad esempio, stanno costruendo i prerequisiti per poter realizzare una comunità; ne è stata presentata proprio alcuni giorni fa, una a Marsciano poi a Narni e c’è un’iniziativa ancora precedente partita da San Venanzo. Sono in via di sperimentazione e “stiamo aspettando che il governo pubblichi i decreti attuativi, senza i quali non si possono mettere in atto le leggi”.

La comunità consiste nella possibilità di condividere la produzione energetica da fonti rinnovabili a un campo più esteso di cittadini residenti ma anche società, aziende e imprese.

Tema fondamentale” prosegue Zara “perché insieme al tema della produzione energetica c’è anche quello della riconnessione sociale. Siamo stati abituati a un sempre più forte individualismo ma la necessità di affrontare le grandi sfide, la pandemia ne è stata un esempio ma ancor di più il tema dei cambiamenti climatici, ci impone di riorganizzarci come comunità”.

Per quanto riguarda la quantità di impianti da fonti rinnovabili installati nella nostra regione, il dato che ne viene fuori è di 1, 2kw per abitante delle 15 città analizzate: “in Umbria come nel resto del paese, la rinnovabili soffrono ancora lentezze burocratiche e scarsa accettazione. Rimane stentata la diffusione degli impianti da fonte rinnovabile. Uniche eccezioni Terni e Narni che hanno all’attivo importanti impianti idroelettrici ma anche numerosi impianti fotovoltaici che presentano indicatori di potenza installata pro capite circa 4-6 volte superiori rispetto alla media”.

A livello nazionale l’Umbria si trova più o meno a metà, senza eccellenze ma con una base discreta, che ci fa capire chiaramente come però sia necessario insistere sulla strada verso la decarbonizzazione dei consumi energetici.

 

Maria Assunta Vitelli responsabile di Azzero CO2, società di consulenza per la sostenibilità e l’energia fondata nel 2004 da Legambiente e Kyoto Club che ne sono gli attuali soci unici, racconta del progetto di assistenza ai comuni “BeComE, dai borghi alle comunità energetiche”. Creata da Legambiente e Kyoto Club con il supporto di Azzero C02, braccio operativo delle due associazioni, la campagna viaggia su due binari paralleli, quello della sensibilizzazione e quello del supporto ai comuni.

Nonostante si navighi a vista e senza troppe certezze, tra bandi che non arrivano e delibere che sono state spostate a fine settembre, attraverso laboratori di comunità Azzero Co2 ha iniziato ad intraprendere dei percorsi accompagnando i comuni nelle varie fasi della realizzazione di una comunità energetica.

Conclude Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente che sottolinea come, accanto alla creazione di quante più possibili comunità energetiche, serviranno parallelamente i grandi impianti industriali a fonti rinnovabili. Dagli impianti eolici a quelli agrivoltaici, che non sostituiscono la destinazione d’uso dei terreni agricoli ma li integrano, agli impianti a biomasse solide con cui si gestisce il patrimonio forestale, a quelli a biogas o biometano dalla gestione dell’organico differenziato.

Per non rimanere “servi dei produttori di gas e di chi utilizza quel combustibile fossile che alimenta la crisi climatica nelle centrali a ciclo combinato che invece noi dobbiamo spegnere entro i prossimi tredici anni”.

 

 

 

Articoli correlati

Commenti

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com