Il Prog del Terzo Millennio #2: Banda Belzoni

Anche se potrebbe apparire strano a Giovanni Belzoni (esploratore, ingegnere ed archeologo vissuto fra il 1778 ed il 1823), il progressive rock italiano gli ha dedicato ben due dischi. Infatti dopo che il gruppo torinese degli Arti & Mestieri nel 2010 aveva pubblicato un ep (extended play con quattro tracce, dal titolo “Il grande Belzoni”), è uscito qualche mese fa questo lavoro che dall’esploratore ha preso spunto tanto per il nome del gruppo che per il titolo del disco, che in certo qual modo ne è la prosecuzione.

È infatti Marco Zatterin, che del primo disco era già stato autore delle liriche, che dopo aver a sua volta pubblicato il libro “Il gigante del Nilo”, ha deciso di ultimare il lavoro, rivolgendosi proprio al componente degli Arti & Mestieri Gigi Venegoni (che peraltro nel 2010 non faceva parte del gruppo), per scrivere la musica di quest’opera rock con Sandro Bellu degli Egonist.

Venegoni (appassionato dalla storia dell’antico Egitto), ha dichiarato che del libro di Zatterin lo ha colpito la descrizione del gigante padovano, buono e forse troppo fiducioso nel prossimo, tanto da morire prematuramente. Ha in tal modo voluto che la figura dell’esploratore venisse rivalutata, assieme alla poliedricità dimostrata in vari campi.

La formazione (Gigi Venegoni, chitarre e tastiere, e Sandro Bellu, chitarre, basso e tastiere), viene completata da Mauro Mugiati (voce), e Sergio Ponti (batteria).

La copertina del disco Banda Belzoni

Il disco è composto da 14 tracce, di cui 4 solo narrate nelle quali si racconta la storia di Belzoni, è pervaso da atmosfere care alla migliore tradizione del prog rock italiano (tastiere e chitarre svettano su tutto), non trascurando rimandi a sonorità mediterranee e vicine al jazz rock, per arrangiamenti certamente gradevoli.

Si tratta di un lavoro dalle mille sfaccettature, che vede la partecipazione di importanti figure del prog italiano quali Lino Vairetti e Fabio Zuffanti.

Tra i brani ricordiamo proprio “La curva”, cui l’apporto vocale di Lino Vairetti (oltre al bel solo di chitarra di Venegoni), conferisce drammaticità; la voce di Fabio Zuffanti è presente in “Nuova lena”.,  Da segnalare anche l’interessante esordio in questo genere musicale per Paul Mazzolini, in arte Gazebo, protagonista della scena disco negli anni ’80, la sua “I like Chopin” ne è infatti un classico, in “In viaggio”, dalle delicate atmosfere.

Non sono momenti semplici per l’arte in generale e per la musica in particolare ma ci piace sognare che questo lavoro possa magari essere rappresentato in una dimensione live.

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