Il Prog del Terzo Millennio #4: Sintonia Distorta – A piedi nudi sull’arcobaleno

I Sintonia Distorta nascono nel 1995, dall’incontro tra Simone Pesatori e Fabio Tavazzi come cover band eseguendo brani di Iron Maiden, Metallica, Litfiba e Timoria. Si dedicano inoltre alla scrittura propria realizzando alcuni lavori in autoproduzione quali …E fuori pioveva ancora, Spazi Sconfinati, Demo 2006.

Nel 2007 al gruppo si unisce il tastierista Giampiero Manenti e nel 2011 la band entra in studio per il primo EP, sempre autoprodotto, Anthemyiees, con 6 inediti.

Nel 2013 vengono messi sotto contratto dalla Lizard Records e nel 2015 esce il primo album “ufficiale”, dal titolo Frammenti d’incanto, registrando vendite su scala internazionale.

Nel 2016, dopo il primo videoclip ufficiale della band, Il Cantastorie, a cura di After Spell Studios, che ha realizzato anche cover e grafiche del booklet del nuovo disco, entra nel gruppo il chitarrista Claudio Marchiori e l’anno successivo il batterista Giovanni Zeffiro.

La copertina del disco dei Sintonia Distorta, A piedi nudi sull’arcobaleno

Nel 2020, con la produzione di Fabio Zuffanti, anche musicista e scrittore, pubblicano l’album A piedi nudi sull’arcobaleno. Le registrazioni ed il mixing sono state eseguite presso il Treehouse Lab di Lodi. Nel disco compaiono ospiti quali Roberto Tiranti (già con le varie declinazioni dei New Trolls), Luca Colombo, Paolo Viani ed I Musici Cantori di Milano.

Il sound che ne scaturisce, già dall’iniziale Solo un sogno (… dimmi che ti basta), dove la voce è di Roberto Tiranti, volge lo sguardo alla tradizione dell’italian prog, con arrangiamenti molto interessanti grazie anche alla scelta di utilizzare i fiati.

È quindi la volta della title track, A piedi nudi sull’arcobaleno, altro brano d’impatto in cui nel finale il chitarrista ospite Luca Colombo confeziona un bel solo.

La terza traccia è Alibi, con intro pianistico cui segue l’intervento del flauto, tastiere e chitarre per un intreccio assai gradevole; da non sottovalutare l’assoluta cantabilità dei brani, che aiuta nell’ascolto.

Sabri è il brano più corto (meno di 4 minuti, mentre tutti gli altri ne durano almeno 7); apertura con la chitarra acustica per una ballad dal sapore vagamente country.

La rivincita di Orfeo è un altro brano retto da un ritmo sostenuto con la chitarra di Paolo Viani che disegna il riff, cori al posto giusto nel contrappunto vocale, e tutto il resto degli strumenti sono funzionali (il flauto in particolare), per poter cogliere nel segno.

A chiudere il disco è Madre luna, dalla coinvolgente andatura, sospeso tra liricità ed accenti quasi hard rock, con il coro de I Musici Cantori di Milano a chiudere il brano.

In conclusione ancora un bel disco di prog italiano; belle speranze per il futuro.

I Sintonia Distorta sono: Simone Pesatori (voce), Giampiero Manenti (tastiere, seconde voci, cori), Claudio Marchiori (chitarra solista, acustica, ritmica), Giovanni Zeffiro (batteria, seconde voci, cori) Marco Miceli (flauto, sax) Fabio Tavazzi (basso, cori).

 

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