Jazz in August: la musica oltre il Covid

PERUGIA – Certamente alcuni mesi fa si pensava che quella di quest’anno sarebbe stata una gran bella edizione di Umbria Jazz, con grossi nomi annunciati, ad iniziare da Lenny Kravitz, proseguendo con altre eccellenze forse più appetibili per gli appassionati, da Brad Mehldau ai fratelli Wynton e Branford Marsalis, solo per citarne alcuni.

Qualche settimana fa è iniziata a circolare la notizia della possibilità di una mini edizione (tutta italiana), da svolgersi ad inizio agosto. Qualche rimpallo tra enti ed organizzazione sul dove e come, poi, una decina di giorni fa, chiarezza sull’evento e sulle modalità di accesso, non senza qualche perplessità, infatti la scelta di effettuare questa “mini UJ”, denominata “Jazz in August”, in piazza IV novembre con ingressi contingentati, sia degli spettatori che di quanti circolavano nelle vicinanze ha fatto storcere il naso a parecchi ma questo è il prezzo da pagare, in questo momento storico.

Quindi venerdì 7 alle 21:30 il via con la perugina d’adozione Greta Panettieri, recentemente apparsa anche nell’edizione invernale di Orvieto; bella performance la sua, qualche vuoto tra il pubblico, forse ancora un po’ titubante. A seguire The Good Fellas Gangsters of Swing, che hanno inaugurato la nicchia della manifestazione dedicata a questo genere (lo swing appunto).

Sabato sera apertura con la formazione Nico Gori Swing 10tet; davvero un bel concerto di questo combo capitanato dal clarinettista toscano Nico Gori.

Stefano Bollani con il suo piano ha rappresentato il clou della seconda serata, lasciando un po’ di delusione a chi, come chi scrive, era convinto di ascoltare, almeno in parte, l’ultima fatica, la rivisitazione di “Jesus Christ Superstar”. Per carità è sempre un piacere ascoltare un suo concerto ed anche l’altra sera con le sue magie ha stregato il pubblico.

A metà concerto si è unito per un duetto Nico Gori, tornando ai tempi in cui erano compagni al conservatorio.

Chiusura con la prima delle tre sere assieme ai Funk Off. Un modo per omaggiare la marching band che da tanti anni fa compagnia ad appassionati e turisti per le vie della città. Anche il leader Dario Cecchini è stato compagno di conservatorio di Nico Gori, sicché il clarinettista è salito sul palco per la terza volta nella serata.

Domenica sera il primo artista è stato il bravo arrangiatore e trombonista Mauro Ottolini con la sua Ottovolante Orchestra. Annunciato come un tributo a Fred Buscaglione, si è trattato in realtà di un excursus sugli anni ruggenti dello swing e della canzone italiana ed internazionale.

Alle 21:30 il concerto probabilmente più atteso, quello dell’Enrico Rava Special Edition Septet; avrebbe dovuto inaugurare Umbria Jazz 2020 al Teatro Morlacchi, ed essere dedicato alla memoria di Mario Guidi, scomparso durante la scorsa edizione di UJ Winter, manager di Rava, nonché padre del pianista folignate Giovanni Guidi; rappresentava una delle primissime uscite di quest’anno del trombettista triestino.

Le attese non sono andate deluse; il concerto è stato bellissimo; Rava ha lasciato il giusto spazio ai vari Guidi, Petrella, Bearzatti, Morello, Evangelista e Diodati per una performance nello stile classico del leader; solo musica, presentazione dei musicisti e ringraziamenti finali.

Ieri sera apertura di Gianluca Petrella con la sua band Cosmic Renaisssance a rivisitare ed ampliare la musica del pianista Sun Ra (protagonista della prima edizione di UJ nel 1973) per una proposta che ha ipnotizzato con i suoi ritmi i presenti.

Vista l’assenza di Gino Paoli la serata è stata rimodulata con il piano solo di Danilo Rea, tra melodie conosciute ed improvvisazione, ed il duo Bosso / Mazzariello; sia il trombettista che il pianista anglo napoletano si sono confermati figure di assoluto primo piano per il jazz italiano.

Finale come al solito con l’energia dei Funk Off, con l’auspicio di poter tornare presto ad ascoltare musica in modo meno restrittivo già nell’edizione invernale del Jazz Club ed UJ Winter.

E che l’edizione del festival 2021 ci possa far dimenticare quest’anno difficile, dove per fortuna non sono mancate quattro piacevoli serate che durante il lockdown non ci saremmo neppure sognati.

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