L'Omaggio al Perugino e quel volo di piccioni

venanti franco

Questo mio quadro si intitola “Omaggio al Perugino”.

Franco Venanti, “Omaggio al Perugino”

E’ caratterizzato infatti anche dalla riproposizione di personaggi, paesaggi e prospettive tipiche della pittura del Quattrocento e scorci che ricordano la nostra terra.

Come sempre ho inserito elementi relativi alla mia visione della vita che, ad esempio, mi porta a privilegiare il piccione, piuttosto che la colomba. Amo entrambi, ci mancherebbe, ma nella rappresentazione che ci portiamo dietro, hanno assunto valori satirici e ruoli differenti. E a me, le classificazioni, le standardizzazioni dei concetti, i pregiudizi, non sono mai piaciuti. Ritengo infatti l’ironia che è in tutte le mie opere  e nella mia esistenza, un ingrediente capace di dare sapore alle cose della nostra vita.
A questo quadro, iniziato oltre vent’anni fa e terminato da poco tempo, sono legato perché mi ricorda un episodio particolare. Ho netto il ricordo di una giornata radiosa: il cielo era terso, il sole già alto, nell’aria i profumi di una primavera piena ed ero appena uscito da un’azienda nella zona di Sant’Andrea delle Fratte, alla periferia di Perugia. A  un certo punto ho avvertito il turbinio di ali, quasi un rumore, provocato dal volo in stormo di tantissimi piccioni. La cosa mi ha rallegrato, riempito di gioia e guardavo quasi commosso quando improvvisamente da quel volo armonioso si è staccato un piccione che è piombato violentemente a terra. Ricordo che mi avvicinai incredulo ad osservarlo per tentare di fare qualcosa. Sconvolto nel mio intimo da quel repentino mutare di sensazioni, di visioni, di certezze. Mi avvicinai per capire il perché, in un momento, la natura avesse cambiato così repentinamente di senso, perlomeno nelle forme con le quali l’avevo percepita fino ad un attimo prima. Lasciandomi profondamente turbato, solo in mezzo a questo mistero nel quale spesso ci perdiamo in cerca di un motivo. Senza sapere se effettivamente c’è.
Rammento che fu proprio quell’attimo che mi  spinse a terminare questo quadro e a indurmi a inserire la mia figura che lancia e spinge verso il cielo proprio dei piccioni a ricordo di quell’evento.

Il riferimento va a ciò che ci sta capitando ora. All’incombere repentino di stravolgimenti naturali capaci di cambiare in un attimo, in un battito di ali, le nostre abitudini quotidiane, le nostre prospettive, le nostre attese, facendoci piombare in uno smarrimento collettivo, oltre che personale, per quanto riguarda passato, presente e futuro.
Il VenAntivurus che propongo oggi ai lettori di Vivo Umbria è, come avvenne quel giorno, un’altra visione: aprendo la finestra, stamattina, un piccione si è alzato in volo.

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