Otto concerti nell'arco di sei mesi: il jazz trova continuità con la stagione del Jazz Club Perugia

PERUGIA – I problemi sul tappeto sono numerosi e riguardano soprattutto la fruizione degli spazi in una città come Perugia che si fregia del titolo di “città della musica”. Oltre a Umbria Jazz per impulso di Carlo Pagnotta, Perugia gode anche di una qualificata stagione degli Amici della musica con alcuni dei concertisti più ambiti al mondo su impulso della famiglia Buitoni e della Sagra musicale umbra, la più longeva delle manifestazioni dedicate alla musica. Ma i problemi permangono a detta di Carlo Pagnotta che, in occasione della presentazione della nuova stagione del Jazz Club Perugia lunedì 21 ottobre all’Hotel Brufani, non ha esitato a passare in rassegna. Innanzitutto il teatro Pavone che continua ad essere inaccessibile a causa dei lavori e su cui l’assessore comunale alla cultura Leonardo Varasano ha fornito rassicurazioni sui tempi di riconsegna alla città, prevista entro i primi tre mesi del 2021. Poi è in ballo la questione dell’auditorium di San Francesco al Prato con i lavori ancora in itinere e che si dovrebbero concludere entro la fine del prossimo dicembre. Solo a quel punto – ha assicurato l’assessore – si potranno prendere in considerazione i problemi strutturali già individuati da orchestre e musicisti in occasione della inaugurazione che non ne permettono un’adeguata fruizione musicale. Tralasciando l’annosa questione del Turreno su cui ancora oggi è impossibile prefigurare un futuro certo, ad oggi la “città della musica” soffre dell’inadeguatezza degli spazi che costringe ogni anno e ad ogni stagione ad affrontare costi aggiuntivi per la calibratura dei concerti in location alternative, come l’immarcescibile teatro Morlacchi. Sul tappeto, insieme a nuove annunciate “trasferte” di Umbria in altri Paesi (tra cui il Brasile?) oltre alla Cina, c’è anche l’ipotesi dell’istituzione di un Master superiore a Perugia che sancirebbe anche una continuità nell’arco dell’intero anno per le clinics del Berklee College of Music di Boston. Per quest’ultima ipotesi, su cui si sta ragionando insieme alle due Università, i tempi non sono ancora maturi e bisognerà attendere il dopo-elezioni. Sta di fatto che il prossimo 8 novembre con il duo Rava-Rea prenderà avvio la nuova stagione del Jazz Club Perugia che passa ora sotto la diretta competenza di Umbria Jazz, una scelta in qualche modo “obbligata” data la fase di stallo politico-amministrativo della Regione. Presidente del Jazz Club rimane l’ex magistrato Nicola Miriano, ma la “supervisione” finanziaria passa ora alle competenze del direttore amministrativo della Fondazione Umbria Jazz Giampiero Rasimelli. La nuova stagione jazz ha un costo di circa 45 mila euro, di cui 28 mila di soli costi artistici. Contribuisce il Comune di Perugia con un cifra che l’assessore Varasano, presto neo-papà in attesa di una bambina (Miriam o Sofia?) che dovrebbe nascere in questi giorni se non ore, ha inserito nel novero degli 80 mila + 38 mila complessivi che l’ente comunale destina a Umbria Jazz nel suo insieme.  La nuova stagione del Jazz Club si articolerà in otto concerti a partire dell’8 novembre e sino al 30 aprile con una cadenza pressappoco, tranne l’ultimo concerto, bisettimanale. La location rimane, per 7 degli 8 concerti, lo stesso Hotel Brufani. Nei giorni di Natale invece, il 23 dicembre, la season del jazz Club si sposterà al teatro Morlacchi per gli auguri della natività insieme al Gospel Explosion Every Praise & Virginia Union Choir. Come già detto per un costo complessivo di circa 45 mila euro, di cui 28 mila solo di costi artistici compreso il popolato Coro Gospel che arriva dalla Virginia, si potrà fruire, ad esempio, oltre al concerto di un appuntamento enogastronomico con prodotti tipici a cura di Gaggi e della cantina Morami. Appuntamento gastronomico che accompagnerà tutti i concerti, tranne il Gospel, con l’alternanza di varie altre cantine umbre. Il trio composto da Charlie Hunter (chitarra), Lucy Woodward alla voce e Derrek Phillips alla batteria, darà vita al secondo concerto (22 novembre), mentre il duo Fresu-Di Bonaventura sarà al Brufani il 9 dicembre; dopo il Gospel la rassegna proseguirà con la tromba di Fabrizio Bosso insieme a Rosario Bonaccorso (contrabbasso), Andrea Pozza (pianoforte) e Nicola Angelucci (batteria) il 7 gennaio; quindi il 14 febbraio sarà la volta del quartetto di Nico Gori (fiati), con Piero Fassi al pianoforte, Nino “Swing” Pellegrini al contrabbasso e Vladimiro Carboni alla batteria. Nell’anno del centenario della nascita di Charlie Parker (29 agosto 1920) non poteva mancare un tributo al grande Bird. Proprio “Bird Re: Birth” è il titolo del concerto che il quintetto di Vincent Herring al sax alto, Piero Odorici al tenore, Davis Kiloski al pianoforte, Aldo Zunino al contrabbasso e Hank Allen-Barfield alla batteria, dedicherà al genio assoluto del be bop. Chiuderà la rassegna la sassofonista cilena, tra le poche rappresentanti femminili nel jazz, Melissa Aldana con il suo quartetto: Lage Lund (chitarra), Pablo Menares (contrabbasso) e Kush Abadey (batteria).

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.