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Paolo Giordano “La solitudine dei numeri primi”. Un romanzo malinconico sull’isolamento e il senso di colpa  

PERUGIA – Il romanzo “La solitudine dei numeri primi” (Mondadori, 2008) racconta la vita di Alice e Mattia, entrambi segnati da ferite profonde nell’infanzia. Alice, costretta dal padre a praticare lo sci, subisce un incidente che le lascia una disabilità fisica e una fragilità psicologica destinata a riemergere anche in età adulta sotto forma di anoressia e insicurezza. Mattia porta invece dentro di sé un senso di colpa devastante: da bambino ha lasciato sola la sorella con disabilità mentale e non l’ha più ritrovata. Questo evento diventa una ferita irredimibile che lo spinge a rifugiarsi nella matematica e a costruirsi una corazza di solitudine.

Quando i due si incontrano da adolescenti tra loro nasce un legame fatto di riconoscimento reciproco: si vedono simili, si comprendono nei silenzi e nelle fragilità. Eppure questa vicinanza non diventa mai un vero incontro, le loro vite corrono parallele come se qualcosa di invisibile li separasse sempre nel momento decisivo.

Il titolo del romanzo richiama dalla matematica il concetto dei numeri primi gemelli che, pur essendo vicinissimi, non riescono mai a toccarsi davvero, proprio come Alice e Mattia destinati a sfiorarsi senza fondersi. È un’immagine della solitudine esistenziale quella che non dipende dall’essere soli fisicamente ma dall’impossibilità di comunicare fino in fondo con l’altro.

I temi centrali della solitudine, l’inadeguatezza, il peso dei traumi infantili che continuano a plasmare l’età adulta vengono raccontati da Paolo Giordano come ferite non si cancellino ma che diventano parte della nostra identità, e il suo stile asciutto ed essenziale li incarna infatti più nei silenzi e nelle omissioni che nei dialoghi espliciti.

Il valore del libro sta proprio in questa capacità di dare voce all’incomunicabilità e al dolore muto, quello che spesso non si riesce a esprimere ma che segna in profondità. Per questo può lasciare nel lettore un senso di malinconia ma anche la consapevolezza che tutti, in modi diversi, portiamo dentro la solitudine dei numeri primi.

 

PAOLO GIORDANO

Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982 e ha studiato fisica laureandosi con lode all’Università di Torino. Prima di dedicarsi alla scrittura come professione, ha proseguito con un dottorato in fisica teorica.

Il suo primo romanzo, La solitudine dei numeri primi (2008), lo ha consacrato immediatamente come nuova voce della narrativa italiana. Quest’opera gli è valsa premi importanti come il Premio Strega (2008) e il Premio Campiello Opera Prima.

Dopo il successo dell’esordio, Giordano ha continuato a pubblicare romanzi con temi sociali, psicologici ed esistenziali che spesso scavano nelle fragilità umane. Alcuni titoli principali: Il corpo umano (2012), Il nero e l’argento (2014), Divorare il cielo (2018), Nel contagio (2020), Tasmania (2022).

 

 

 

 

 

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