Sergio Bambarén, una vita dedicata al mare, alla natura e al messaggio ambientalista

 

PERUGIA – “Mi chiamo Sergio Bambarén e nella vita sono stato un sognatore”.

Si presenta così lo scrittore peruviano di fronte al pubblico riunito per ascoltarlo nella sala del Circolo Amerindiano a Perugia, prima di iniziare a parlare della sua vita, un viaggio attraverso un mondo fatto di mare e spirito.

Quel mare che Sergio porta un po’ anche nei suoi occhi, profondi e cristallini come le acque dell’oceano, quasi un segno di appartenenza a questo elemento per lui così vitale e sempre presente.

E così si racconta bambino, arrampicato sulla grande scogliera di Lima, dove passa ore intere a guardare il mare infrangersi lungo gli scogli: “mi dicevano che era pericoloso, ma io non avevo paura, perché ero felice”.

Poi la passione per il surf e il suo peregrinare intorno al mondo alla ricerca dell’onda perfetta che lo porta fino in Australia dove inizia a lavorare come responsabile vendite in una grande multinazionale.

Lì passano gli anni ma poi, il richiamo. Una nota stonata nella sinfonia della vita lo porta a prendersi un anno sabbatico e Sergio, giovane e pieno di dubbi sulla vita condotta fino a quel momento, arriva in Portogallo. Qui che il mare diventa mobile teatro dell’incontro con il delfino che cambierà per sempre il corso della sua vita. Qui il momento magico in cui fa surf e condivide  due giorni e tre notti con i delfini, il mare, un manto dorato sotto la luna piena: “una catarsi, il momento in cui ho iniziato a scrivere e le parole fluivano direttamente dal cuore alla mano”.

Dentro un vecchio camper in riva al mare nasce così la sua prima opera “Il Delfino”, bestseller da oltre 10 milioni di copie tradotto in più di 40 lingue, la sua missione di vita si delinea e tutto inizia a cambiare: “io mi considero un surfista dell’anima che gira il mondo non solo per trovare l’onda perfetta ma per condividere ed ho capito che gli esseri umani sono una cosa sola e tutti cercano una cosa soltanto: la felicità. Sono convinto che ognuno deve cercare il fine della propria vita che lo porterà alla felicità perché, se il regalo più bello che mi ha fatto l’universo è stata la mia vita, ciò che io faccio della mia vita è il regalo più bello che posso fare all’universo. Ecco perché è importante imparare a perdere la paura della paura e seguire il proprio cuore e i propri sogni”.

 

 

Attualmente Bambarén è presidente di “Delphis – Foundation round the world” e vicepresidente dell’organizzazione ecologista “Mundo Azul”  ed il suo sogno è quello di contribuire alla difesa e alla conservazione della natura.

Io credo – racconta nell’intervista rilasciata a Vivo Umbria – che sia già un po’ tardi per tutto il danno che abbiamo causato alla natura ma allo stesso tempo, è il momento perfetto per iniziare questo movimento di stop. Il problema che io vedo è il denaro, che è diventato una divinità e che causa distruzione in ogni  luogo della terra. Sento che l’essere umano ha bisogno di recuperare l’empatia, l’umanità e ricordare di non essere il padrone ma parte della natura. Per me è proprio questa la soluzione, vivere una vita naturale, all’insegna della semplicità.

Il prossimo anno, nel 2025, lancerò la seconda parte de Il Delfino il cui messaggio sarà totalmente ambientalista e che ci ricorderà che il potere del singolo moltiplicato al potere di milioni di persone può cambiare le cose. Ho visto in tutto il mondo gente meravigliosa che vive e lotta ogni giorno per proteggere il pianeta ed io voglio portare la mia organizzazione a livello mondiale per contribuire a questa causa”.

Ed ecco perché, comunica con la naturalezza e la semplicità che lo contraddistinguono, che a partire da adesso smetterà di scrivere e si dedicherà completamente all’attivismo e alla tutela dell’ambiente, per portare un messaggio di amore e far capire a sempre più persone che “non si può bere il petrolio e non si può mangiare il denaro”.

 

 

L’incontro con Sergio Bambarén è stato organizzato dalla Scuola di Ecologia di Sapereambiente e Aboca, in collaborazione con il Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” e l’Università degli Studi di Perugia. Presenti all’incontro il Console Generale del Perù, Min. Julio Alvarez, Luigi Giuliani, docente di letteratura spagnola dell’Università degli Studi di Perugia che ha condotto e tradotto al bisogno la conferenza, Romolo Santoni, presidente del Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”, Leonardo Varasano, Assessore alla Cultura del Comune di Perugia e Massimiliano Marianelli, Direttore del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli studi di Perugia.

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