Sold out di Niccolò Fabi al Lyrick di Assisi. Un viaggio tra memoria e realtà

ASSISINiccolò Fabi ha incantato il pubblico del Teatro Lyrick di Assisi presentando il suo ultimo album “Tradizione e tradimento”. Sabato 25 gennaio il concerto ha registrato il tutto esaurito; ed è stato un viaggio attraverso musica e parole iniziato con un grido dalla platea: “Ben tornato Niccolò!”.

Le prime cinque canzoni “A prescindere da me”, “Amori con le ali”, “Io sono l’altro”, “I giorni dello smarrimento” e “Nel blu” hanno accompagnato il pubblico toccando “Memoria, prospettiva, tradimento, assenza, empatia e salti importanti, scelte da compiere” ha annunciato il cantautore, anticipando un cambio di atmosfera verificatosi con il brano successivo “Una somma di piccole cose”, che nello stesso luogo, tre anni fa, ha aperto la precedente tournée.

“La mia, la nostra speranza – ha detto Niccolò Fabi – è che anche questa musica vi possa essere di aiuto se siete in procinto di fare una scelta e non avete ancora trovato la forza necessaria… la musica lo può fare, vi può aiutare”. Mettendosi a nudo l’artista ha proseguito lo spettacolo compiendo la magia che pochi riescono a concretizzare: aprire un dialogo intimo con gli ascoltatori attraverso altri brani come “Facciamo finta”, “Filosofia agricola” e la partecipatissima “È non è”. Questa canzone, scritta diciotto anni prima, rimane molto attuale perché, racconta Fabi: “E’ stata scritta quando avevo tanta paura di perdere il fuoco. E’ molto facile nel lavoro, soprattutto nel nostro lavoro, perdere la direzione, farsi sovrastare dalle aspettative altrui, da ipotetiche regole o pressioni che arrivano da fuori, dal mercato, dagli altri. E allora ogni tanto serve puntualizzare, soprattutto quello che vogliamo per non perdere la propria rotta. Questa canzone lo fa in una maniera molto elementare, semplice, scrivendo in una pagina di quaderno l’elenco di cose da ricordare, come le cose buone e dall’altra parte l’elenco delle le cose cattive”. Da “Facciamo finta”, “La promessa”, “Solo un uomo” che ha visto scorrere volti ritratti da artisti internazionali tra cui anche San Francesco di Assisi, “Una buona idea, “Indipendente” si è giunti ad “Ecco” anticipando probabilmente il punto più alto di tutto lo spettacolo descritto così da Niccolò Fabi: “La canzone che abbiamo appena suonato racconta forse la reazione più umana di fronte alla paura della perdita, della separazione, quella di urlare e ostacolare in tutti i modi l’allontanamento. Però potrebbe esistere, anche se è più difficile, un atteggiamento diverso di rispetto a questo allontanamento che vorrei raccontare nella canzone che suono ora. Ha una voce sussurrata e dice vince chi molla, combatte contro un destino ineluttabile ed invita a lasciare fluire gli attaccamenti, le cose che poi inevitabilmente rappresentano anche un peso verso il viaggio finale” ed a luci soffuse, nel silenzio totale, senza cellulari e macchine fotografiche, le parole sono arrivate “Lascio andare la mano che mi stringe la gola. Lascio andare la fune che mi unisce alla riva. Il moschettone nella parete. L’orgoglio e la sete…”.

Con Niccolò Fabi sul palco gli amici e colleghi Roberto Angelini (chitarre, ARP e cori), Pier Cortese (chitarre, Ipad e cori) Alberto Bianco (basso, chitarre e cori) Daniele “mr coffee” Rossi (synth, piano e moog) e Filippo Cornaglia (batteria, elettronica e glockenspiel).
La scaletta è proseguita con “Una mano sugli occhi”, “Costruire”, “Scotta”, “Tradizione e tradimento”, “Vento d’estate”, “Il negozio d’antiquariato” fino all’ultima nota di “Lasciarsi un giorno a Roma” in cui il pubblico si è avvicinato al palco, come in un abbraccio.

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