Terni, con il progetto LeggiAMO i bambini imparano ad emozionarsi e a relazionarsi

TERNI – LeggiAMO è un progetto dell’Associazione Il Pettirosso per sostenere e soprattutto educare alla lettura a voce alta.

È un’iniziativa, puntualmente strutturata, i cui effetti positivi a cascata sono molteplici.

Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo fatto qualche domanda alla professoressa Serena Brascugli, del progetto LeggiAMO.

 

Introducimi al progetto. Come e da chi nasce l’idea?

Il progetto LeggiAMO è promosso da Il Pettirosso Associazione di Promozione Sociale, di cui faccio parte, che dopo anni dedicati alla promozione della lettura nel 2021 ha deciso di partecipare al bando “Leggimi 0-6” proposto dall’ente ministeriale Cepell (Centro per il Libro e per la Lettura), il quale si occupa specificatamente di educazione alla lettura.

Il bando era rivolto alle organizzazioni senza scopo di lucro per finanziare progetti di promozione della lettura nella prima infanzia. Siamo arrivati quarti su circa settanta progetti presentati in Italia e questo ci ha permesso di strutturare una serie di attività che hanno preso il via da settembre di 2022 e che si concluderanno alla fine di giugno 2023. Di fondamentale importanza è stato anche un ulteriore riconoscimento e sostegno avuto dalla Fondazione CARIT, che ha permesso il rafforzamento delle attività programmate.

 

 

Qual è il tema scelto?

Il tema è la lettura ad alta voce condivisa con i bambini in età prescolare, da 0 a 6 anni.

Abbiamo strutturato il progetto su cinque filoni principali: formazione, visite di lettori e lettrici esperti nelle scuole, incontri di lettura dedicati ai bambini e ai loro genitori, attività di Reading Scouting per adolescenti e promozione della bibliografia per l’infanzia.

Il primo non poteva che essere quello dedicato alla formazione delle educatrici e degli educatori e più in generale dei professionisti a stretto contatto con i bimbi, a vario titolo. In tal senso, abbiamo organizzato un corso sulla lettura ad alta voce che ha tenuto il Professor Federico Batini dell’Università di Perugia, il quale da anni si occupa di ricerca scientifica sul tema dell’impatto della lettura ad alta voce su bambini molto piccoli.

A questo abbiamo aggiunto altre azioni di rinforzo: come la visita di un lettore o lettrice esperta a 12 nidi e scuole dell’infanzia partner del progetto. Uno degli aspetti più belli nella cornice di questi incontri è stato quello della presenza dei genitori, che hanno potuto verificare con i loro stessi occhi l’impatto e l’importanza che questa attività ha sui bambini.

Il genitore è chiaramente una figura fondamentale a cui dovevamo puntare: la lettura dovrebbe essere un’attività possibilmente svolta quotidianamente in casa. Non a caso l’Associazione ha anche organizzato una serie di incontri per letture a voce alta tramite lettrici e lettori esperti dedicati alle famiglie in vari posti della città, sia al chiuso (come la Biblioteca Comunale di Terni o il Consultorio) sia all’aperto nei parchi, con il calendario primaverile LeggiAMOpen, validato anche dal Cepell all’interno delle iniziative nazionali del “Maggio dei Libri”.

Le azioni messe in campo sono distribuite in più zone della città di Terni, centrali e periferiche. Inoltre, siamo in Valnerina, a Montecastrilli ed Acquasparta.

Altro filone è legato alla nostra simpatica “Biblioapecar” che abbiamo allestito per LeggiAMOpen come mini-libreria itinerante. La Biblioapecar si sta spostando nelle varie zone di Terni, Acquasparta e Arrone e sosta fuori dai nidi o dalle scuole dell’infanzia partner, regalando, nell’ora di uscita, materiale informativo e facendo mostra di alcuni tra i libri migliori in circolazione, con le novità editoriali più allettanti. Proseguirà poi il suo tour durante l’estate, raggiungendo anche le sagre.

 

Perché la lettura ad alta voce?

Citando il professor Batini, leggere abitualmente significa sviluppare abilità cognitive, ma anche saper comprendere le emozioni proprie e di chi ci circonda. Si acquisiscono maggiori competenze sociali e si riesce ad autoregolarsi meglio. Capisci quello che provi e riesci ad esprimerlo meglio, in maniera più funzionale e meno aggressiva.

La lettura ad alta voce, ci tengo a dirlo, è un metodo didattico, che richiede i suoi tempi di applicazione e le sue tecniche di applicazione.

Chi ha partecipato al corso e ha poi sperimentato a scuola, non ha fatto solamente un training cognitivo utilissimo ai bambini, ma ha anche regalato loro anche un empowerment emotivo e relazionale.

 

Come?

Nel senso che è molto facile che un buon lettore sia anche una persona con una certa capacità di comprendere sé stesso e gli altri, con un effetto diretto sul suo essere in grado di stare in gruppo e in società.

Per avere più possibilità di educare “buoni lettori” è però importante che la lettura ad alta voce sia fatta molto presto e con costanza, possibilmente ampliando sempre di più i tempi di esposizione dei bimbi alla lettura e variando il più possibile i libri che si scelgono. Ci sono determinati parametri a cui ci si deve attenere per seguire il metodo nella maniera più giusta.

 

Quali erano gli obiettivi del corso di formazione?

Il corso ha avuto un totale di 10 ore ed è stato rivolto a educatrici degli asili nidi, insegnanti della scuola dell’infanzia, operatori sociali ma non solo. Ha rappresentato per noi una bella soddisfazione anche la partecipazione al corso della sezione ternana dell’Associazione Culturale Pediatri che ha voluto aderire al nostro progetto, grazie anche al grande sostegno della sua presidente la Dott.ssa Laura Tavanti.

In totale abbiamo coinvolto 12 strutture scolastiche tra pubbliche e private, 231 corsiste e più di 70 sezioni tra asili nidi e scuole d’infanzia, alle quali abbiamo donato dei buoni libri per un valore complessivo di oltre 5.000 euro.

Quando fai un corso di formazione è importante che ciò che viene insegnato sia poi messo in pratica. E questo fortunatamente è quello che è successo. Le corsiste hanno singolarmente proseguito un percorso di sperimentazione nelle loro sezioni, annotando contestualmente sui loro diari di bordo i progressi conseguiti e gli effetti della lettura con i loro alunni. Nella pratica didattica la lettura ad alta voce è stata così migliorata e potenziata, anche grazie al lavoro di aggiornamento bibliografico.

Ciascuna sezione poi ci ha inviato un lavoro finale rappresentativo del proprio percorso: ad esempio, manufatti, prodotti cartacei e drammatizzazioni che scaturiscono dalla lettura di un libro letto ai bambini.

Abbiamo percepito un grandissimo entusiasmo. Durante l’ultimo incontro di monitoraggio fatto dal professor Batini all’inizio di maggio, sono emersi feedback molto positivi dalle insegnanti per i risultati ottenuti con i bambini: il miglioramento della capacità di attenzione, delle capacità cognitive, ma anche di quelle relazionali.

 

Questa risposta positiva degli educatori vi ha fatto capire quanto reale fosse il bisogno di educare alla lettura e che forse sia qualcosa che richiederebbe un’attenzione costante, magari annuale, anche per i nuovi educatori?

La riuscita di un progetto è davvero tale quando tu riesci a dare continuità ai risultati che hai ottenuto. Devi aver ben seminato per fare in modo che in seguito si raccolgano i frutti e, poi, continuare la semina. Le prossime edizioni mireranno innanzitutto ad aumentare il parterre delle persone formate e il numero delle persone sensibili al tema della lettura ad alta voce.

Già diversi istituti che non hanno potuto partecipare in questa prima edizione hanno manifestato la loro intenzione per l’edizione successiva e ciò significa che c’è ancora tanto da fare. L’educazione alla lettura è un bene personale che si porta avanti per tutta la vita. Noi miriamo a questo obiettivo: che questi bambini rimangano lettori per la vita. Il nostro scopo è sostenere l’educazione alla lettura e per farlo dobbiamo essere il più costanti possibile.

 

Hai citato anche il Reading Scouting. Di cosa si tratta?

Con il percorso di Reading Scouting stiamo cercando di formare giovani leve adolescenti nell’ambito della lettura a voce alta. Si tratta di un’attività di formazione svolta da lettori esperti con gruppi di ragazze e ragazzi dai 15 ai 16 anni del Liceo Artistico O. Metelli e del Liceo Statale F. Angeloni di Terni.

Adesso stanno sperimentando direttamente all’interno dei nidi e delle scuole dell’Infanzia e quando sono a contatto con i bambini e si crea un vero e proprio rapporto di scambio, con un impatto emotivo notevole.

Se si crea nel territorio una rete di persone che sono sensibili al tema e che conoscono l’importanza della lettura ad alta voce ai più piccoli, è chiaro che dai un futuro a questa esperienza, diventa cultura.

Abbiamo anche avviato un gruppo Facebook che si chiama “Genitori ad alta voce” a cui stanno aderendo genitori in gran parte ternani che hanno bimbi piccoli e che vogliono approfondire e migliorare la lettura a voce alta: un nucleo di genitori che siano sensibili al tema e alla pratica della lettura e che desiderino diventare loro stessi lettori ed essere aggiornati su ciò che accade in questo mondo, ad esempio nell’editoria e negli studi di settore.

 

 

In qualità di professoressa quali sono le lacune maggiori che noti in termini di linguaggio tra i ragazzi più grandi?

Tra i bambini da 3 a 6 anni trovi già differenze di proprietà del linguaggio anche molto forti: ad esempio perché sono figli di immigrati di prima generazione, o perché provenienti da contesti socioculturali svantaggiati. In tal senso la lettura a scuola, svolta dall’insegnante, diventa uno strumento democratico che arrivando a tutti può ridurre in modo considerevole i gap preesistenti: e a questo compito la scuola non può derogare. La lettura è una pratica di equità a favore dei bimbi, come sostiene il professor Batini.

Come insegnante di una scuola secondaria di primo grado vedo il prodotto un allenamento alla lettura acquisito o purtroppo non acquisito nel corso degli anni e tasto con mano la grande differenza tra i lettori forti e quelli deboli, che si riflette in primis sulla disponibilità di lessico ricettivo e produttivo e sulla comprensione dei testi. La lettura ti apre anche ad una comprensione maggiore degli altri, ti decentra, ed è quindi una grande leva per lo sviluppo emotivo-relazionale dei ragazzi. Quello che noto infatti, laddove questo rapporto con i libri è mancato, è una maggiore fatica nell’esprimere ciò che si prova ed una maggiore fatica nell’immaginare e nell’astrarre.

 

E se il linguaggio fatica, anche il comprendersi tra simili affanna, figuriamoci tra persone che vengono da realtà diverse tra loro.

Giusto, ma non solo. Con difficoltà, senza accesso alle storie, ci si riesce a staccare da quelli che sono gli aspetti meramente concreti della vita per riuscire invece a spaziare, calarsi in contesti e situazioni diverse dalla propria, ampliare i propri orizzonti. In sostanza, il buon lettore ha maggiori strumenti non solo per comprendere i prodotti di cui fruisce (che siano testi scritti o audiovisivi, come film e serie), ma anche per comprendere la vita stessa.

 

In tema di attualità, quest’anno il salone del libro di Torino ha registrato numeri emozionanti. Si tratta di semplice nostalgia o è il simbolo di un’esigenza più reale, quello del ritorno alla lettura? 

Ho anch’io partecipato al Salone del Libro di Torino di quest’anno e prima di rispondere alla tua domanda ci sono due dati in controtendenza da menzionare.

Da un lato abbiamo lo zoccolo duro della lettura, cioè la fascia dai 6 ai 14 anni composta da molti lettori forti. Quello che ho notato è che molte delle attività al Salone erano dedicate a loro. Le file di giovanissimi che ho visto per i vari firmacopie sono comunque qualcosa che entusiasma. Accanto a questo abbiamo quel filone minoritario di lettori adulti molto forti, che si è riversato in massa al Salone. Tuttavia, abbiamo un vuoto nelle fasce di età centrali: lì si assiste purtroppo ad una riduzione o abbandono totale della lettura.

Però per tornare alla domanda: credo sempre nell’effetto fascinazione degli eventi e credo ci sia una nuova richiesta di lettura. Il Salone del Libro affascina sempre, richiamando anche persone che non sono poi così vicine alla lettura e all’editoria, ma sulle quali la potenza generativa di questi eventi ha comunque un effetto. Secondo me insomma non è vero che eventi come questo hanno successo perché ci vanno le persone già sensibili al tema, insomma non li ridurrei ad eventi a sé stanti per iniziati o addetti ai lavori.

Da non trascurare, ad esempio, il fatto che gli insegnanti abbiano portato interi gruppi classe in cui trovi di tutto, dal lettore molto forte al lettore debole, il quale viene comunque messo al centro del mondo della lettura. Al Salone ho percepito un entusiasmo che ha l’energia per attecchire anche su chi non è già un gran lettore. In termini di impatto, insomma, sono ottimista.

 

Come vorreste che crescesse questo progetto?

La nostra aspirazione è sì quella di allargare il progetto a tutta la provincia ternana, ma anche quella di ampliare la geografia sociale, coinvolgendo un numero sempre maggiore di genitori, di nonni, di pediatri, di personale educativo e sanitario, di adolescenti. Quest’anno abbiamo preparato un buon terreno, ci pare, e adesso abbiamo la possibilità di espanderci negli anni a venire per raggiungere un numero più alto di figure adulte coinvolte e convinte.

Vorremmo immaginare una società fatta in maniera diversa rispetto a quello che oggi è il modello predominante, che punta molto sulla performance personale, sul successo individuale e sulla competizione. La lettura condivisa è anche questo, uno strumento che getta le basi per una ridefinizione dei valori, proponendo ad esempio un confronto con gli altri costruttivo, non competitivo e non aggressivo.

Al di là del progetto LeggiAMO, a noi piacerebbe contribuire a costruire, nel tempo, un fronte culturale solido a Terni, in cui ci sia sensibilità diffusa alla lettura ai piccolissimi, perché gli studi dimostrano il suo impatto notevolissimo.

 

 

 

Quali sono i prossimi appuntamenti

Nell’immediato, il  26 maggio si è svolto alla Biblioteca del Circolo Lavoratori Terni uno spettacolo “Il verme in fondo alla fila” dell’attore Alfonso Cuccurullo, che è stato anche il formatore dei ragazzi e delle ragazze dell’Angeloni e del Metelli. La mattina del 27 si sono tenute letture ad Arrone, con la collaborazione dell’Istituto Comprensivo “Fanciulli”; il pomeriggio si è svolto un laboratorio di lettura e movimento corporeo presso RelAzion’Arti.

Il 28 si sono svolte invece letture all’aperto nel parco botanico del Clt per la fascia da 0-3 anni e 4-6 anni con le nostre lettrici esperte.

Il prossimo 9 giugno alle ore 16, presso la Feltrinelli di Terni, interverrà lo storico Alessandro Portelli che presenterà il suo libro “La principessa Cincillà e altre fiabe di famiglia” edito da Donzelli.
Purtroppo a causa del maltempo è stata rimandata la giornata di letture all’aperto con le nostre lettrici esperte nel parco botanico del Clt, ma molto presto sarà comunicata una nuova data.
Da segnalare che lo spettacolo con Alfonso Cuccurullo del 26 maggio alla Biblioteca del Clt ha ottenuto un ottimo successo: l’incasso è stato devoluto alla Biblioteca Manfrediana di Faenza e alle Brigate di solidarietà attiva. ”

 

Oltre che al Pettirosso, responsabile del bando, il progetto LeggiAMO si lega ad altri partner del territorio che sono: TerniDonne, Bottegart, il progetto Mandela e la cooperativa Monimbò.

Questi invece gli enti e le associazioni che coadiuvano e sostengono l’Associazione: la Biblioteca Comunale di Terni, l’Associazione Culturale Pediatri, il Consultorio, RelAzion’Arti e la Cooperativa Amodì, che ad esempio si è aggiunta strada facendo.

 

Con la voglia e l’entusiasmo di chi vuole regalare davvero qualcosa di buono per il futuro dei bambini, l’associazione Il Pettirosso ci invita a mettere zain(ett)i in spalla e a prendere i libri in mano. LeggiAMO!

 

 

 

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