Terni, l’armoniosa straordinarietà di Noa all’Anfiteatro Fausto

TERNI – L’elemento straordinario crea una rottura con la – presunta – normalità, da cui è separato perché ha in sé qualcosa che lo distingue profondamente e lo dissocia dalla vita di tutti i giorni. Lo straordinario in questo, ha molto in comune con il sacro.

La straordinarietà di Noa nella rottura col quotidiano, è armoniosa e l’armonia che ieri sera ha sprigionato all’Anfiteatro Fausto gremito, va ben oltre la musica: riappacifica con la vita stessa. Noa è straordinaria non solo come cantante e musicista ma anche come essere umano. L’occasione di ieri sera era speciale, ha festeggiato i suoi trent’anni di carriera e in questo concerto c’è stato il concentrato di una vita intera dedicata all’arte. La voce di Noa è uno strumento formidabile che sa utilizzare con un’intensità magmatica che è di un fascino assoluto. E i musicisti che la accompagnano – l’insuperabile Gil Dor, chitarrista, maestro e amico di una vita, Omri Abramov al sax e agli strumenti a fiato e Gadi Seri alle percussioni – entrano in questo magma che è fluido, e rapisce.

Il concerto si apre con Noa che ringrazia in italiano il pubblico e lo farà a più riprese durante la serata, ma è il modo che sorprende: lo fa sempre cantando, con delicatezza. Nella prima parte prevalgono le percussioni, di cui Noa è virtuosa, spaziando da sonorità evocative e tratti desertiche, al soul, scalando le vette più alte del jazz, in inglese e ebraico. Dopo un’ora di esibizione sempre al massimo, Noa lascia il palco e i suoi musicisti ci intrattengono con un intermezzo strumentale che guarda alla grande musica classica. Quando torna, cambiata d’abito, si esibisce in alcuni pezzi dell’album Letters to Bach del 2019 con cui ha voluto omaggiare il compositore tedesco. L’italiano di Noa è eccellente e in più occasioni durante l’esibizione, fa riferimento a fatti di cronaca, come la recentissima morte dei 46 migranti messicani al confine con gli Stati Uniti e racconta anche dell’incontro con una donna prossima all’eutanasia a cui è dedicata All of the Angels. Trovano spazio anche episodi più disimpegnati come il monologo in musica tra Elon Musk e Bach e l’altro monologo frizzante, immaginato tra sua figlia Eyneha e la Salvatrice del Mondo. L’ultima parte del concerto è dedicata a tre brani in napoletano cui segue la lettura di alcune sue riflessioni colme di buoni auspici e che terminano con “Ricordatevi di onorare la vita, perché la vita è sacra.” Ci saluta con l’immancabile Smile e tutto l’Anfiteatro non può che cantare, commosso, insieme a lei.

Il concerto di ieri sera ha fatto sold out segno che l’intera comunità era pronta e desiderosa non di normalità, ma di straordinario. I buoni auspici c’erano tutti: dal doppio anniversario – il trentennale sia di Noa che della Fondazione Carit, sostenitrice storica di Visioninmusica – all’annuncio dato dal presidente Carlini dell’imminente restauro dell’Anfiteatro. Questa apertura estiva di Visioninmusica, cui seguiranno altre tre serate con artisti altrettanto importanti, conferma quanto questa manifestazione sia fortemente radicata nel tessuto cittadino e non solo. Chi è uscito dal concerto ieri sera, l’ha fatto colmo di gratitudine, nella consapevolezza che assistere a questa esibizione, non è stata solo una fortuna, ma un vero onore.

 

Sara Costanzi: Metà Italia, metà Svezia, vivo di cultura. Ho una laurea in teatro contemporaneo. Animalista e amante della natura, mi appassionano le storie, la storia, la musica, l’arte, il cinema e il teatro.