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Terza edizione di Bastia classica nel segno della giovane pianista torinese Chiara Biagioli

BASTIA UMBRA –  La terza edizione di Bastia classica ha preso il via domenica 25 febbraio con la superba interpretazione pianistica di Chiara Biagioli. Il festival dedicato alla musica colta, ideato e diretto da Cristina Capano, con il sostegno del Comune di Bastia Umbra, ha scelto la giovane pianista torinese per inaugurare un festival che si distingue per la valorizzazione dei giovani talenti musicali. Chiara Biagioli, nota in Umbria per i recenti concerti a Perugia e a Foligno nel ruolo di solista con l’Orchestra del Conservatorio “F. Morlacchi”, ha regalato al pubblico dell’Auditorium Sant’Angelo un’ulteriore prova della sua maturità artistica.

 

 

La scelta di un programma originale e raffinato, che spazia dal Cinquecento al Novecento, ha permesso alla pianista di mostrare, nei diversi stili compositivi, le sue mirabili qualità interpretative: gusto, ricercatezza e autentica sensibilità, doti espressive unite a solide capacità tecniche.

Di grande interesse il primo brano proposto, un’insolita composizione per clavicembalo del madrigalista e principe tardorinascimentale Carlo Gesualdo: dal carattere improvvisativo, la Canzone francese contiene dissonanze e asprezze tipiche del linguaggio gesualdiano, ardite armonie accompagnate da passaggi virtuosistici, con scale e cromatismi in velocità realizzati con chiarezza dalla pianista.

Troviamo nelle successive Scene della foresta di Robert Schumann tutto il mondo interiore, poetico, fantasioso e fanciullesco del grande compositore tedesco; una scrittura apparentemente semplice, ma che richiede una sapiente capacità evocativa. La Biagioli con una particolareggiata cura del suono ha saputo trasportare gli ascoltatori nelle misteriose ed oniriche visioni del musicista romantico.

Un altro lavoro poco conosciuto ha aperto la seconda parte del concerto: il primo movimento della maestosa Sonata in mi bemolle minore composta da Paul Dukas nel 1900, brano di grande difficoltà tecnica e dal carattere oscuro e tormentato.

Il finale è stato dedicato ad un’altra opera francese, La valse di Maurice Ravel: un omaggio al valzer viennese, ma con il linguaggio innovativo di uno dei più importanti musicisti del primo Novecento. Chiara Biagioli, impegnata nella potente, vigorosa e trascinante Valse, ha chiuso con un vortice di suoni un concerto di rara eleganza, che ha saputo toccare profondamente le corde del pubblico.

 

Un plauso particolare al pianista Tommaso Fabianelli, studente del Liceo Musicale “F. Petrarca” di Arezzo, che ha aperto il concerto con due brani virtuosistici, lo Studio op.33 n.1 di S. Rachmaninov e la Parafrasi da concerto sul Rigoletto di F. Liszt, con brillantezza ed intensa espressività.

La formula dell’opening affidato a talenti emergenti è una costante dei concerti di Bastia Classica, idea della pianista, didatta e direttrice artistica del festival, Cristina Capano, che ha risposto alle nostre domande.

 

 

Un festival giovane, che sta crescendo e si arricchisce di novità

 

Sì, un festival nato in un luogo che non aveva una stagione concertistica di musica classica e che ha ottenuto un grande consenso; questo ha incoraggiato me e il Comune, che sostiene con entusiasmo le mie proposte, ad ampliare l’offerta. La prima edizione è stata dedicata unicamente al pianoforte e aveva la formula che tuttora utilizziamo, cioè concerti di giovani professionisti preceduti da opening di talentuosi studenti. Dallo scorso anno abbiamo introdotto ensembles da camera e in questa terza edizione siamo passati da tre a quattro concerti: due recital solistici e due concerti di musica da camera – un quartetto d’archi (in quella occasione l’opening sarà affidato al violino solo) e un duo viola e pianoforte -.

 

La promozione dei giovani è una tua priorità da tempo. Come direttrice artistica del “Festival giovani concertisti” di Castel Rigone hai dato tanto spazio alle promesse della musica classica

Sì, a Castel Rigone ci sono stati diversi debutti e importanti esperienze per gli studenti. In quel contesto i ragazzi si esibivano insieme ad adulti affermati; qui, invece, invitiamo giovani concertisti in carriera e studenti, protagonisti degli opening. Tengo particolarmente alle esibizioni dei più piccoli perché spesso mancano spazi e contesti giusti. Il concerto è una prova, un momento in cui si impara e si cresce; i ragazzi hanno bisogno di suonare in pubblico.

 

Bastia Classica è cominciato come un esperimento e si è rivelato un successo

 

Sì, devo ringraziare un gruppo di persone che credono e investono nel Festival: la dott.ssa Capezzali, responsabile dell’ufficio cultura, il suo staff e la sindaca Lungarotti. C’è una bella energia, si lavora molto bene insieme. Abbiamo cominciato tre anni fa e siamo rimaste stupite della grande attenzione che la gente di Bastia ha riservato al festival.

La musica classica implica un ascolto particolare, in religioso silenzio, e, contro ogni aspettativa, nelle precedenti edizioni, tutte sold out, si è creata un’atmosfera veramente bella che ha permesso di vivere profondamente i concerti.

 

Progetti per il futuro?

 

L’attenzione ai giovani è una peculiarità, il mio sguardo è sempre volto a realtà scolastiche, istituti musicali e conservatori per conoscere e coinvolgere gli astri nascenti della musica. Anche a Bastia c’è un’importante Scuola comunale di Musica con validi insegnanti e tanti piccoli musicisti in erba. In cantiere ci sono idee e progetti per continuare a crescere, ma sveleremo tutto quando ci saranno i presupposti per l’effettiva realizzazione.

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