Tradizioni e divertimento tramandati a Civitella d'Arna grazie alla ProArna

Tradizioni e divertimento tramandate a Civitella d'Arna grazie alla ProArna

PERUGIA – E’ un piccolo paese del Comune di Perugia ma, grazie al lavoro della sua Pro Loco, è molto conosciuto. Si tratta di Civitella d’Arna, frazione famosa per il suo castello e per le mille attività che organizzano i suoi abitanti. Primo su tutti Lamberto Salvatori, presidente della ProArna. Affiancato, almeno fino a marzo del prossimo anno, dai vice presidenti Massimo Tosti e Federico Siena, dai segretari Carlo Fioroni e Sara Tosti, dai tesorieri Antonello Fioroni e Francesco Belardoni e dai consiglieri Andrea Belardoni, Catia Bresciani, Fausto Casagrande, Moreno Tosti, Nicoletta Rondinie Palma Veschi. Il collegio dei Sindaci Revisori, invece, è composto da: Silvano Picchio (presidente), Fabio Giombetti e Michele Lollini.
Quando è nata la ProArna e quali obiettivi si prefigge?
“L’Associazione ProArna, costituita a Civitella d’Arna nel marzo del 1994, è nata – spiega il presidente Salvatori – con l’intento di creare nella comunità locale un punto di aggregazione sociale e culturale per la popolazione e farsi portavoce, per quanto possibile, delle esigenze del paese nei confronti della pubblica amministrazione, spesso poco presente nelle piccole realtà come Civitella d’Arna. Tra i numerosi obiettivi, uno dei più importanti, è l’impegno volto alla salvaguardia, conservazione, valorizzazione e divulgazione del patrimonio storico, archeologico, tradizionale e paesaggistico di Civitella d’Arna e dell’intero territorio Arnate. Al riguardo, in questi anni sono stati pubblicati degli opuscoli, libri, organizzati incontri e conferenze, mostre fotografiche, per far conoscere la storia importante della città Umbro-Etrusco-Romana di Arna, anche se l’opera più importante resta la pubblicazione, nel 2008, del libro: ‘Civitella d’Arna, Storie di Luoghi, Storie di Vita’ di Ornero Fillanti. Nel 2010, grazie al lavoro di ricerca degli alunni della scuola media Bonazzi-Lilli di Ripa, coordinati dal prof Giuseppe Tufo, e con il contributo della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria, è stato inaugurato a Civitella d’Arna, presso ‘la Scola’, l’Antiquarium ‘Arna, la città scomparsa’ che offre ai visitatori una significativa documentazione della storia antica del territorio”.
Tradizioni e divertimento tramandate a Civitella d'Arna grazie alla ProArna
Civitella d’Arna è un piccolo paese ma la vostra festa estiva è una delle più conosciute, secondo te qual è il vostro valore aggiunto?
“Civitella conta circa 400 abitanti, che vivono perlopiù nelle case sparse di Osteria, sulla strada Fabrianese in direzione Ripa, alla Madonnina ed alla Ginestrella, sulla strada provinciale di Sant’Egidio. Osteria, Madonnina e Ginestrella, che poi corrispondono ai tre toponimi e rioni del paese. Pochi, invece, coloro che abitano nel centro storico del borgo. La festa delle ‘Campane e del Dialetto Perugino’, che è nata nel 2000, ha contribuito al recupero della vita sociale ed aggregativa degli abitanti che si era in po’ persa, dopo la chiusura negli anni ‘90 dell’unico punto di incontro che, oltre alla messa domenicale, era il bar/alimentaridi Dino Lavoratori, detto “la bottega”. La nascita della ProArna nel 1994 ma soprattutto della festa delle Campane nel 2000, che ha preso spunto dal diario parrocchiale del 1850, ha avuto sin dalla prima edizione, una particolare attenzione alla storia locale, all’ambiente, al mondo contadino, troppo presto dimenticato ed alle tradizioni del paese, oltre ad un’attenzione particolare alla qualità dei prodotti enogastronomici. Un altro aspetto molto apprezzato è la tranquillità e la pace che trasmette l’ambiente intorno al castello in cui si svolge la manifestazione, dove si può conversare, ma allo stesso tempo ascoltare buona musica, e non rumore come ci piace precisare, teatro, arte, mostre, rievocazioni. A tal proposito, va un sentito ringraziamento ai proprietari del castello Giustiniano e Felice Baldelli. Da molti anni, durante la festa, abbiamo avviato il progetto ambientale ‘plasticazero’, usando solo stoviglie in vetro, ceramica ed acciaio, ed eliminando l’uso di plastiche deleterie per l’ambiente. Inoltre, novità pressoché unica in Italia, è la somministrazione di acqua liscia o gassata completamente gratis. Nonostante questa operazione abbia costi elevati per il nostro bilancio, crediamo che anche nelle feste popolari si debbano lanciare messaggi positivi per il futuro del pianeta, nonostante le difficoltà. Le persone apprezzano molto e vengono anche per questo”.
Tradizioni e divertimento tramandate a Civitella d'Arna grazie alla ProArna
La festa delle Campane e del Dialetto Perugino è quindi la vostra manifestazione per eccellenza?
“Direi di sì. Come ho spiegato prima ha contribuito al recupero della vita sociale ed aggregativa degli abitanti. L’idea della festa ha avuto origine dal diario parrocchiale, tuttora custodito in canonica, dal lungimirante parroco del tempo don Francesco Baldelli che, già dal 1846, anno del suo insediamento nella parrocchia di San Lorenzo a Civitella d’Arna, ebbe cura di scrivere durante gli anni che resse la comunità religiosa fino al 1895. Fra i tanti avvenimenti importanti e significativi che riportò fedelmente nel diario, uno su tutti ha colpito gli abitanti di Civitella ed è appunto il racconto della Fusione delle Campane che avvenne in paese, nelle cantine del convento dei Padri Filippini, ad opera dei fonditori fratelli Sini di Acquapendente di Viterbo, nel lontano anno 1850“.
Tradizioni e divertimento tramandate a Civitella d'Arna grazie alla ProArna
Nello specifico il documento cita: “Centocinquanta parrocchiani, assistettero recitando le litanie della Vergine, alla colata del metallo per la liquefazione del quale occorsero 7 ore di fuoco. Ma eccovi la viva cronaca… Mentre il metallo va colando nelle sottoposte stampe, va fitto fitto zampillando e questi zampilli rendono un colore quasi turchino. Il fonditore rivolto agli astanti ammutoliti li saluta dicendo: “Evviva Maria” annunciando con ciò il felice esito della fusione. La campana maggiore pesa Kg 536 è dedicata all’Immacolata e reca incise tra le altre le seguenti parole: “La mia voce è voce di vita, vi chiamo alle sacre funzioni: venite!!! La seconda pesa Kg 264 è dedicata a San Vincenzo Ferreri e reca Inciso: “Vi chiamo alla Chiesa – allontano la tempesta”. La terza pesa Kg 127 è dedicata a S. Eurosia ed ha inciso: “Piango i defunti, chiamo i vivi, allieto le feste”. Al termine dell’avvenuta fusione, le campane con il mezzo dei buoi, vennero portate a Perugia, e benedette dall’Arcivescovo Mons. Gioacchino Pecci, poi divenuto Papa con il nome di Leone XIII, suonarono per la prima volta alle ore 23 del 7 dicembre 1850”. (tratto dal diario parrocchiale originale)
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Lamberto Salvatori prosegue il suo racconto sulla genesi della festa: “Ebbene, di questo avvenimento, che per l’epoca era da considerarsi molto importante per un piccolo paese, don Francesco Baldelli ha descritto nel suo diario, in modo minuzioso, tutti i fatti che caratterizzarono quei giorni, dall’arrivo dei fonditori con i loro cavalli, fino al momento della colata del metallo negli stampi. Grazie a queste importanti notizie, è stato possibile ricostruire, in forma teatrale, l’intera cerimonia della fusione, che diretta dal professor Giuseppe Tufo e del Gruppo teatrale ‘Arna’, conclude ogni anno la manifestazione in modo suggestivo ed emozionante con la fusione di una vera campana La Rievocazione Storica della fusione. Dal 2005 un’importante novità ha arricchito la festa come il ‘Festival del dialetto perugino’. Infatti, dopo alcuni anni dedicati alla poesia dialettale, è sembrato quasi d’obbligo rivolgere una maggiore attenzione al dialetto perugino nel suo insieme, ed inserirlo nell’ambito della Festa delle campane. Abbiamo incluso, una rassegna di teatro, serate di musica dialettale e popolare, ed una serie di incontri-convegno che riguardano il dialetto perugino e tutti i suoi aspetti più importanti come usi, proverbi e costumi, oltre al Palio delle Campane, la fattoria degli animali, arte con Spazio Fuori, buona musica e buon cibo. Crediamo che il compito delle Proloco sia soprattutto salvaguardare il patrimonio della ‘memoria storica dei propri borghi’ ed il dialetto è una parte importante di questo patrimonio. Pochi finora sono stati coloro che hanno rivolto attenzione particolare al dialetto come avviene invece in molte altre regioni italiane. Noi, con umiltà, ma con il massimo impegno, stiamo cercando di colmare questa lacuna, con la speranza di contribuire a ridare dignità alla nostra ‘lingua’”.
Tradizioni e divertimento tramandate a Civitella d'Arna grazie alla ProArna
Che tipo di manifestazioni organizzate ogni anno?
“Quest’anno ovviamente non abbiamo potuto essere attivi come sempre. Ma nel 2019, ad esempio, abbiamo preso parte alle ‘Giornate del Bartoccio’ ed al passaggio e sosta della Ciclostorica ‘Francesco nei sentieri’. Tra le iniziative che organizziamo ci sono state: La Mì Passione, rappresentazione teatrale Itinerante della Passione di Cristo come era recitata nella campagna perugina del secolo scorso, con la partecipazione di oltre 50 tra attori e figuranti in collaborazione con la Proloco di Ripa, l’Ovo Tocciato, dopo la messa di Pasqua, sul sagrato della chiesa, una simpatica sfida a coppie con uova colorate dai bambini e vince chi resta con l’uovo intatto; il lancio del ruzzolone con la forma del formaggio, sfida a coppie tra i rioni; la 13esima edizione della camminata di Attravers… Arna; la 20esima Marcia CivitellaAssisi, camminando e chiacchierando dall’antica Arna ad Assisi tra campi e sentieri immersi nel verde per 24 km; la rievocazione della mietitura manuale del grano legato con il balzo; i Faloni dell’Assunta; la Festa delle Campane e del Dialetto Perugino con il 169esimo anniversario della fusione; la Festa di San Martino; i Faloni dell’Immacolata, accensione di piccoli falò davanti ad ogni casa ed uno grande al toponimo ‘Madonnina’. Nei mesi di giugno e luglio abbiamo organizzato le CammiNotte e a Natale una serie di manifestazioni in tema”.
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Qual è l’obiettivo che si pone la ProArna?
“Obiettivi futuri dell’associazione, che ha festeggiato nel 2019 i suoi 25 anni di attività, sono quelli di continuare – conclude il presidente Lamberto Salvatori – ad essere un punto di riferimento sia per Civitella d’Arna ed i suoi abitanti sia per il territorio arnate, con il quale collaboriamo attivamente da tanti anni, portando avanti con continuità, umiltà e coerenza, come scritto nel nostro statuto. Il territorio che comprende Lidarno, Sant’Egidio, Civitella d’Arna, Ripa, Pianello, Castel D’Arno e Pilonico Paterno, credo di poter affermare, senza dubbio, che sia uno dei più uniti dell’Umbria, tanto da definirsi contro ogni campanilismo ‘Insieme è meglio’. In questo 2020, orfani della Festa delle Campane, già annullata dal mese di aprile, abbiamo in programma l’importante progetto ‘Il Volo di Hypnos, dalle terre d’Arna a Mevania, attraverso i sentieri di una lunga storia’, finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e del quale Proarna è capofila”.

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