Tre campane per l’abbazia di San Pietro in Valle: il 16 maggio sarà una grande festa

FERENTILLO – Finalmente l’abbazia di San Pietro in Valle va a completare una anomalia che si protraeva da tantissimi anni, ossia la mancanza delle campane all’interno della cella campanaria (anche se un paio erano inutilizzabili). Infatti, sono tre i nuovi bronzi che andranno a sistemarsi nell’ ultimo piano dell’antico campanile del X secolo che da centinaia di anni sfida le intemperie e gli schiaffi del tempo. Svettante al lato della chiesa, la struttura ha subito nel corso del tempo numerosi interventi di restauro e abbellimento, con l’ inserimento di alcuni preziosi reperti archeologici d’epoca romana e preromana come avanzi di sarcofagi e bassorilievi. A pianta quadrata leggermente asimmetrico, costituito da blocchi di pietra locale, a quattro ordini con aperture di finestre e lunette cieche.  Campanile di tipo “laziale” un unicum nella storia dell’ arte, paragonabile a quello di Santa Maria in Cosmedin e a quello di Santa Maria in Trastevere; di San Salvatore a Vasanello nel viterbese XI secolo; SS Giovanni e Paolo.

In occasione della festa dell’Ascensione, (tradizione da sempre presso la frazione di Macenano), alle ore 11 di domenica 16 maggio, alla chiesa abbaziale si terrà una solenne celebrazione liturgica alla presenza dell’Arcivescovo di Spoleto Norcia monsignor Renato Boccardo.

L’arcivescovo di Spoleto Norcia monsignor Renato Boccardo

Durante il rito verranno benedette le tre campane realizzate dalle fonderie di Agnone che saranno collocate all’interno della cella campanaria. Un momento importante non solo dal punto di vista religioso ma anche dal punto di vista artistico inquanto si va a completare una anomalia che si protraeva da tantissimi anni.

Alla realizzazione delle campane hanno contribuito la Fondazione Carit, la famiglia Amadio e Rossi di Macenano, associazioni locali, enti pubblici e privati, e alcune iniziative sociali organizzate dalla locale Pro Loco e Gruppo Campanari di Ferentillo, singoli cittadini. Con questa iniziativa il territorio comunale di Ferentillo aumenta il numero di campanili efficienti per il suono a mano delle campane: quello di Santa Maria a Matterella; Santo Stefano a Precetto; Sant’ Antonio di Monterivoso; San Biagio a San Mamiliano. Il complesso abbaziale, dal lato architettonico e artistico rappresenta uno delle tappe più importanti del percorso turistico e culturale in Umbria e centro Italia. Gli affreschi di scuola romana, che adornano le pareti della chiesa abbaziale, furono realizzati attorno al 1180; sono pregiotteschi, antecedenti addirittura il Cavallini. Essi raffigurano su tre registri, con scene, il vecchio e nuovo testamento. Furono realizzati dal cosiddetto Maestro della Creazione; riscoperti e restaurati dallo spoletino Giovanni Catena su commissione della famiglia Ancaiani abati Commendatari.

Importante, all’ interno, il Cippo funerario di Tittienus della tribù Quirina; le lastre marmoree che compongono il paliotto dell’ altare maggiore realizzate dallo scultore Ursus Magester su commissione del duca longobardo di Spoleto Ilderico Dagiolepha per celebrare la sua conversione: prima opera d’ arte firmata dall’autore. Ma anche sarcofagi romani del II/III secolo d.C; caccia al cinghiale; viaggio nell’Ade;  bellissimo il sarcofago detto di Faroaldo con scene dionisiache, oppure quelli che conservano i resti mortali dei baroni Ancaiani. Ma in assoluto, il reperto più importante è rappresentato dal sarcofago che compone l altare nel transetto di destra dove si conservano i resti dei fondatori ossia gli eremiti Siri Lazzaro e Giovanni.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.