Umbria Jazz Winter riparte da una produzione originale: il trio di Bill Frisell con l’Orchestra di Umbria Jazz diretta da Michael Gibbs

ORVIETO – Sono passati due anni dall’ultima edizione svolta di Umbria Jazz Winter. Nel frattempo il mondo è stato travolto e stravolto, messo sottosopra dalla pandemia.  E’ un piacere ora rincontrarsi là dove ci si era lasciati ignari di quanto sarebbe in seguito successo: il pianeta fermo, bloccato e sempre più ansioso. Chi poteva prevedere che di lì a poco si sarebbe scatenata la pandemia? Nessuno e – ricorda il presidente della Fondazione Umbria Jazz Gian Luca Laurenzi – una foto che risale al dicembre del 2019 ci raffigurava sereni e contenti che Umbria Jazz Winter si stesse svolgendo. Eravamo – ricorda Laurenzi – io, Carlo Pagnotta, la presidente Tesi e il sindaco Roberta Tardani, tutti sorridenti e ignari”. La liaison con quel giorno è solo ideale, perché solo a due anni di distanza si riparte. Ma lo si fa con tutti i crismi, forti del maggiore impegno finanziario che il Comune di Orvieto insieme alla Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto hanno voluto disporre per offrire l’opportunità di una degna ripresa. O meglio, per offrire una linea di continuità con l’estate appena passata, quando la Città della Rupe ha conosciuto uno straordinario successo turistico che ha fatto registrare un incremento di presenze del più 40 per cento. Sulla ripartenza sono due i fatti accertati e che costituiscono le basi della volontà di voltare pagina con la pandemia: il ritorno alla consuetudine con il termine della fase del distanziamento individuale e quindi con i teatri e i luoghi del festival che possono essere occupati al 100 per cento, pur mantenendo il vincolo delle mascherine e l’altro fatto, squisitamente artistico – che caratterizzerà l’edizione 28 (sarebbe la 29 se non ci fosse stato lo stop dello scorso anno): il progetto originale, appositamente disposto per Ujw (29 dicembre – 2 gennaio) – che vedrà riuniti il trio di Bill Frisell all’orchestra di Umbria Jazz diretta da Michael Gibbs. Si sta parlando del Gotha del jazz con la chitarra di Frisell che ha attraversato la storia contemporanea del blues e del jazz nelle sue molteplici declinazioni, sia elettrificate che acustiche, e sia nella conduzione, grande tecnico dell’orchestrazione Michael Gibbs. Terzo fatto, ma in questo caso il condizionale è d’obbligo, è che molto probabilmente da questa esclusiva nazionale e internazionale di Umbria Jazz Winter scaturirebbe un album per la Blue Note, prestigiosa etichetta americana che ha al suo attivo una library infinita dei protagonisti del jazz dagli esordi ai nostri giorni. Ruotano attorno a Umbria Jazz Winter 28, tanti altri episodi degni di nota: a cominciare dai senatori Dino Piana con Enrico Rava; Giovanni Tommaso con un nuovo quintetto di cui fa parte la figlia Jasmine; il Tinissima Quartet di Francesco Bearzatti con Giovanni Falzone, ma anche in un omaggio a Tony Scott, non ancora del tutto rivalutato; il trio di Sarah McKenzie (con Romero Lubambo e Jaques Morelembaum) che Pagnotta e Tommaso ricordano tra gli allievi delle clinics otto anni fa, vincitrice di una borsa di studio al Berklee College di Boston da cui è partita per farsi largo come nuovo talento; Lionel Loueke colonna del quartetto di Herbie Hancock; la modulazione del miglior jazz contemporaneo di Sullivan Fortner; il robusto hard bop del trio di George Cables; il quintetto di Nick The Nightfly, Giovanni Guidi con Luca Aquino che rivisitano la forma canzone e il ritorno dei Funk Off. Poi i cenoni con Hallan Harris con una band di otto elementi e Grégoire Maret, l’orchestra soul di The Anthony Paule e gli Accordi Disaccordi con Anais Drago, anche lei talentuosa allieva – come ha ricordato Giovanni Tommaso – delle clinics di Umbria Jazz. A dispetto di un programma interessante, Umbria Jazz Winter 28 dovrà però rinunciare al Coro Gospel della messa della Pace del 1° gennaio in Duomo. Pagnotta spiega che nonostante siano stati contattati i 35 elementi di un importante coro, non si è riusciti ad ottenere una risposta utile, dunque la messa gospel purtroppo non si svolgerà. La promessa è che dal prossimo anno riprenderà il normale corso del Gospel, dato anche – ricorda Pagnotta – che dal 1988 ad oggi, Umbria jazz può detenere il primato della maggiore longevità di questo tipo di iniziative, imitate in seguito da molti altri festival. Infine ancora un paio di nuovi episodi: il regalo di trenta trombe che Umbria jazz fornirà in omaggio agli istituti scolastici nell’ambito di UJ4kids e la rassicurazione che ogni prodotto che verrà offerto in seno al festival è pensato e realizzato in termini green, l’ambiente prima di tutto.  Ultimissima nota: il poster di Umbria Jazz Winter è un tripudio di colori che – secondo il sindaco Roberta Tardani – simboleggiano la vivacità della ripresa e la gioia del ritorno alla quasi normalità. E’ stato realizzato dall’orvietano Maurizio Rosella.

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.