Visioninmusica tra gioco e sogni in musica con Minafra e il rock sperimentale degli anni zero di Jerome Klein

TERNI – Ieri sera l’auditorium del Gazzoli ha ospitato un nuovo appuntamento di Visioninmusica. In apertura il compositore e pianista pugliese Livio Minafra che ha spaziato tra gioco e atmosfere sognanti, passando per pagine di tragica attualità come il conflitto in Ucraina. Per questo pezzo, dal titolo Kiev, si è fatto aiutare da una signora del pubblico che mentre lui suonava, posizionava sulla cordiera una serie di strumenti musicali, ottenendo un effetto orchestrale molto evocativo. Ottimo intrattenitore, Minafra in chiusura ha coinvolto il pubblico in un’improvvisazione fatta con le chiavi di casa per simulare la pioggerellina di Bogotà.

Salutato l’artista pugliese, salgono sul palco i tre giovani guidati da Jerome Klein, tra le assolute novità del cartellone, che stasera presentano il loro ultimo lavoro, Sonder. La musica a cui danno vita sul palco, è un mix potente fatto di elettronica, sperimentazione, incursioni jazz, dove a tratti si intravedono sonorità latine, un equilibrio multiforme tra strumenti elettronici e strumenti acustici. La trama percussiva è di ascendenza puramente rock e si fa sentire molto. Il vibrafono appare più che mai strumento dalle infinite possibilità espressive, mentre Klein al piano si addentra in un minimalismo colmo di esplosioni.

Per capire il sound di questa band bisogna fare appello alla memoria acustica e risalire ai primi anni zero. Quando il rock nel decennio precedente aveva raggiunto l’apice e iniziava a serpeggiare la consapevolezza che la musica che sarebbe arrivata di lì in avanti, doveva necessariamente rinnovarsi. La musica allora, diventò più liquida, più sperimentale, si estese esplorando sempre nuove direzioni e dando vita a alcuni album che oggi sono pietre miliari di un genere di difficile definizione, che all’epoca nasceva – Kid A dei Radiohead e Origin of Symmetry dei Muse, per citarne i più noti. Ecco, quel sound di oltre vent’anni fa che univa tutto il meglio delle sperimentazioni, che superava il rock e che incorporava sonorità straordinariamente plastiche, ieri sera con Klein e compagni, non solo è riapparso ancora perfettamente intatto, ma ha dimostrato di essere vivo e che anzi, quella è ancora la strada giusta.

Qui non ci sono inutili derive virtuosistiche, ci sono tre giovani musicisti che ancora sperimentano e lo fanno di gusto, stratificando contrasti e amplificando emozioni. La sorpresa è chiaramente la cifra stilistica di questo concerto.

Klein sono Jerome Klein al piano, tastiere e voce; Niels Engel alla batteria; Pol Berardi al vibrafono, basso e tastiere e Charles Stoltz per la programmazione e il sound design.

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