2Mondi: che gran "Fashion" la vita di Jean Paul Gaultier!

SPOLETO – Imperdibile. L’autobiografia teatrale Fashion Freak Show di Jean Paul Gaultier sempre ironica, talvolta commovente a tratti  provocatoria comunque coinvolgente, è una summa di tanti spettacoli in uno. Il muro di casse che cavalca il palco offre prima ancora che si alzi il sipario la dimensione dell’impatto sonoro che di lì a poco bersaglierà testa e piedi con le hit storiche della migliore disco music legata a passaggi sociali e di costume epocali. Per una certa generazione è un bel tornare indietro nel tempo, per quella più giovane l’opportuna riflessione su cosa sta ballando ora.

Show di Jean Paul Gaultier

Quando il sipario si alza, le immagini propongono il big bang gaultierano: una nascita inevitabilmente fashion con ago e filo colorato che si sostituisce a quello per sutura, trucco e rossetto smodato sotto le mascherine chirurgiche di un’improbabile equipe in una impossibile sala operatoria e bisturi destinati a diventare attrezzi da cucito. Su tutto l’inseparabile orsacchiotto dell’infanzia del piccolo Jean Paul destinato a sua volta a un’operazione di chirurgia estetica ante litteram, con l’innesto di quelli che diventeranno i famosi coni sugli altrettanto famosi corsetti di Gaultier.

La strada è tracciata: lo spettatore seguirà per l’intero spettacolo la vita di Jean Paul attraverso i modi della sua moda. Così è quando assiste alla serie fantasmagorica di sfilate dallo stile elegante nel suo eccesso; quando si diverte a riconoscere  la parata di big dello spettacolo che Gaultier ha saputo spogliare fino alla loro essenza prima di vestirli; quando osserva la spietata condanna della plastica per una chirurgia dalla presunta estetica; quando colori e sensualità si palesano dirompenti in nome del libero orientamento sessuale; quando la commozione per le vittime di Aids si trasforma in ceste ricolme di preservativi che i ballerini regalano agli spettatori; quando nel video finale appare il sorriso aperto, un po’ sornione e un po’ commosso, di Jean Paul che come un epitaffio sentenzia: “Siamo noi che dobbiamo usare la moda e non la moda ad usare noi”.  Gli applausi scrosciano calorosi, convinti, divertiti. Il Festival di Spoleto ha ospitato le uniche date italiane di questo spettacolo. E’ stato davvero bello poterci essere. Grazie monsieur Gaultier e non solo per lo spettacolo di stasera.
 
 
Post Scriptum Un grazie in più, Gaultier, per la sua leggerezza e l’affetto che ha mostrato per lo spettatore venendo a salutarlo personalmente anche nella seconda serata spoletina.  Molto più gradito dell’intransigenza di chi, come Emma Dante ieri, alle 17,03 ha fatto chiudere porta e portone come segno di rispetto degli spettatori arrivati puntualmente. Ci sono però da tenere in considerazione anche quelli che fanno 100 e passa chilometri partendo di buon’ora ma magari incappano nell’incidente stradale che fa code chilometriche in superstrada o nei perenni lavori di rifacimento del manto stradale. Lo spettacolo deve iniziare, certamente, ed eccessivo sarebbe il quarto d’ora accademico, ma attendere 10 minuti, a nostro avviso, può essere anch’esso segno di opportuna considerazione dello spettatore.

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