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L’omaggio alla Francia al Festival delle Nazioni, Nicola Piovani omaggia invece Il Cantico delle Creature di San Francesco

CITTA’ DI CASTELLO – La Guiyang Symphony Orchestracon a capo Zhang Guoyong celebre direttore cinese, e con la partecipazione della Corale Marietta Alboni, leva il sipario sul concerto inaugurale del Festival delle Nazioni che, come già annunciato, impagina, tra gli altri, una nuova pagina di Nicola Piovani.

In ricorrenza degli 800 anni dalla sua creazione, il Festival presenta Preludio al Cantico, ispirato al Cantico delle Creature di San Francesco, anticipando, in tal modo anche gli 800 anni dalla morte del Santo di Assisi.

«Preludio al Cantico, scritto nel 2015 – racconta Nicola Piovani – doveva essere il primo capitolo di un’opera sinfonica dedicata al Cantico delle Creature. La commissione però, per motivi complessi, si fermò. Io avevo intanto scritto il primo capitolo, intitolato Preludio al Cantico e decidemmo di presentarlo nel settembre del ‘15 durante l’evento Il cortile di Francesco ad Assisi. L’esecuzione era prevista all’aperto ma, purtroppo, il maltempo ci mise la coda. Sono molto felice che ora possa finalmente vedere vita in pubblico al Festival delle Nazioni in occasione degli 800 anni del Cantico delle Creature. Il Preludio canta il tema francescano dell’amore per la natura, la sua sacralità, la sua bellezza e il suo mistero, tema che è reso ogni giorno più importante dai disastri ambientali che l’uomo sta provocando sul proprio pianeta».

Preludio al Cantico non poteva trovare luogo migliore, per la sua ripresa, ancora una volta, in Umbria, dove, per storia, religiosità, cultura, risuona in modo speciale. Aspettando forse l’occasione per terminare l’opera completa, nel Prologo Piovani parte dallo stupore che genera la lettura del testo poetico, per la profondità, la modernità e la lungimiranza di temi tuttora vicini all’epoca contemporanea: «Nel cantico la lode per la natura è un inno a un rapporto rispettoso verso il creato, – sottolinea – già nel 2015 vi erano tante criticità nel rapporto tra l’uomo e il mondo che abita, e in un solo decennio si sono aggravate drammaticamente».  È noto l’impegno civile, umano, il costante sentire le istanze di una società a lui contemporanea e la necessità di esprimerne le urgenze attraverso la musica, linguaggio che Piovani reputa strumento militante, strumento che crei ponti, relazioni, non mero intrattenimento estetico. «La questione ambientale è stata sin troppo trascurata dalle politiche dell’universo. È una questione che riguarda ognuno di noi, singolarmente. Sembriamo quasi sereni nell’andare verso la sparizione della specie, un mondo dove il consumismo e i massimi profitti regnano indisturbati e chi tenta di lottare non riesce ad andare oltre lo sdegno, al gesto nobile della testimonianza. Appena si tratta di costruire ipotesi concrete, cioè politiche di cambio di rotta, diventiamo balbuzienti. Il testo del Cantico però può aiutarci a trovare la spinta per provare a fermare lo scempio».

Insieme al lavoro di Piovani, il concerto inaugurale impagina un crocevia di culture e suggestioni con Maurice Ravel affiancato alle pagine di uno dei più importanti compositori, ovvero Tan Dun del quale sarà eseguita la Passacaglia Secret of Wind and Birds; ancora cinese sarà il programma con Zhao Jiping, autore della colonna sonora di “Lanterne rosse” e con Wen Ziyang, giovane compositore che dell’interculturalità ha fatto il suo manifesto compositivo.

Ecco gli interventi del sindaco Luca Secondi e dell’assessore alla Cultura Michela Botteghi: «Anche in questa edizione, la 58esima, il Festival ha saputo commissionare al “gusto” contemporaneo, ai nostri giorni, ipotesi di riascolto del passato prossimo, secondo canoni e preferenze che appartengono alla cultura di oggi, al nostro modo di “sentire” e di “vivere”.  Tutto ciò, stretto in un programma quanto mai qualificato, dinamico e vario – precisano il sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Cultura, Michela Botteghi  –  fa confrontare l’idea della nazione italiana con le altre nazioni europee: il Festival è delle nazioni perché, anno per anno, non si limita a convocare a Città di Castello una nazione-ospite, ma ne riproduce le condizioni ideali e i presupposti materiali della nascita. E, proprio attraverso l’edizione dedicata alla Francia, ai suoi sommi autori e artisti, questo meccanismo virtuoso è quanto mai chiaro, vivace e produttivo di futuro».

«La formula itinerante a livello territoriale, le sedi che caratterizzano il programma, tutte di straordinario prestigio e suggestione, gli incroci di stili artistici e storici che attraversano i secoli, rendono questa manifestazione unica a livello internazionale nel panorama delle proposte culturale ormai consolidate in decenni di attività», concludono il sindaco e l’assessore.

La cinquantottesima edizione del Festival delle Nazionisi svolgerà a Città di Castello dal 28 Agosto al 12 Settembre. Quest’anno su cui sarà coincentrata l’attenzione è la Francia.

L’importante manifestazione di Città di Castello quest’anno leverà il sipario con il Premio Oscar Piovani e si concluderà con il Premio Oscar Portman, dopo aver attraversato percorsi artistici tra i più variegati, con i maggiori protagonisti della scena internazionale. Grande eco del Festival si registra anche in Cina.

Grande è il mare della musica e grande, frastagliato sarà il mare delle proposte programmatiche che dal 28 agosto al 12 settembre articolano il Festival delle Nazioni.

La prestigiosa kermesse tifernate giunge quest’anno alla sua cinquantottesima edizione con cui si apre una nuova fase progettuale della durata di tre anni. La Francia diventa capofila delle future linee programmatiche che nel ‘26 scorreranno sulla Germania e i Paesi informati dalla cultura germanica, per approdare nel ‘27, sessantesimo anno di vita del Festival, a un grande sguardo sull’Europa intera. Quella del 2025 è ancora una volta l’edizione dei percorsi culturali multidirezionali, in un’accezione programmatica e geografica. Nata per diventare polo attrattivo di tutte le culture del mondo, il Festival tifernate poggia le sue radici ideative e strutturali nel patrimonio artistico, culturale e umano di appartenenza. Quel territorio dove nasce il Tevere, quella Alta Valle Tiberina campeggiata da Città di Castello che per più di quindici giorni diventa fulcro delle maggiori esperienze artistiche e allo stesso tempo irradia intorno ai suoi confini, tutto ciò che il panorama artistico internazionale possa offrire di meglio. La musica, quindi, lo spettacolo, la cultura abita in tutti i luoghi più significativi, facendo diventare spazi naturali delle proprie performance, l’austero medioevo e la grazia rinascimentale delle chiese, o ancora l’essenzialità delle linee architettoniche dei musei, per arrivare a lambire i dolci declivi delle colline umbre che in un abbraccio ideale accolgo l’Arte in senso lato.

La Francia, dunque, la sua storia scandagliata nel corso dei secoli, quella storia che ha influenzato profondamente la cultura e l’arte italiane e viceversa. Si attraversano tutti i generi e i linguaggi dell’arte, incluso il cinema d’autore, senza dimenticare le profonde influenze determinate dalla musica di Debussy e Ravel, per approdare alla contemporaneità. Parallelamente, il Festival fa emergere la dimensione spirituale e storica dell’Umbria. Infatti, a breve, ricorreranno gli 800 anni dalla morte di San Francesco, anniversario celebrato con una composizione originale per coro e orchestra del Premio Oscar Nicola Piovani interpretata dalla Guiyang Symphony Orchestra e della Corale Marietta Alboni. Sul podio Guoyong Zhang che leverà la bacchetta anche su Ning Feng per l’esecuzione del Concerto per violino e orchestra di Zhao Jiping.

A questo importante progetto – nato dalla collaborazione con l’Emilia Romagna Festival – si affiancherà a conclusione del Festival, Filmscapes per flauto e archi della compositrice Rachel Portman, anche lei Premio Oscar, interpretata da I Solisti Veneti e da Massimo Mercelli (direttore artistico e dedicatario del lavoro della Portman), diretti da Giuliano Carella. Il progetto nasce dalla partecipazione congiunta del Festival delle Nazioni e dell’Emilia Romagna Festival, del Veneto Festival e del Ljubljana Festival.

Vorticosa la lista dei protagonisti di acclarata fama, come Richard Galliano, Federico Mondelci con l’Italian Saxophone Quartet, Alessandro Marangoni, Marco Scolastra, Michel Bourdoncle, Massimo Quarta, l’Umbria Ensemble, Vanessa Gravina, Corrado De Bernart, Rita Marcotulli, l’Ensemble Suono Giallo, il duo Daniela Pini–Morgana Rudan, il Beltrani Modern Piano Trio e altri ancora. Protagonisti anche i nuovi e giovani talenti, con il concerto dei finalisti del Concorso Nazionale Alberto Burri, con le presenze del Trio Rinaldo, del Dynamis Piano Quartet, dei solisti dell’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani e de Les Coquelicots Trio (in collaborazione con la Fondazione Luigi Bon); proseguono i progetti educativi “Maestri e Allievi” in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica Giacomo Puccini e “Itinerari didattici musicali”, con la Scuola Secondaria di I grado “Dante Alighieri – Giovanni Pascoli” e del coro del 1° Circolo Didattico “San Filippo”.

Il programma

La 58ª edizione del Festival delle Nazioni si inaugura dunque con la Guiyang Symphony Orchestra celebre compagine cinese che sta richiamando grande attenzione della stampa autoctona nei confronti della trasferta italiana. Insieme al lavoro di Piovani, il concerto inaugurale impagina un crocevia di culture e suggestioni con Maurice Ravel affiancato alle pagine di uno dei più importanti compositori, ovvero Tan Dun del quale sarà eseguita la Passacaglia Secret of Wind and Birds; ancora cinese sarà il programma con Zhao Jiping, autore della colonna sonora di “Lanterne rosse” e con Wen Ziyang, giovane compositore che dell’interculturalità ha fatto il suo manifesto compositivo.

Dopo la “prima”, Piovani sarà protagonista, (2 settembre, Sansepolcro, Piazza Torre di Berta) del racconto musicale Note a margine in cui seduto al pianoforte (Marina Cesari al sax, Marco Loddo al contrabbasso e Vittorino Naso alle percussioni), condividerà con il pubblico esperienze, ricordi ed emozioni di oltre quaranta anni di carriera, gli incontri importanti con personaggi del calibro di Fellini, dei Taviani, Benigni, Cerami e molti altri.

Declinati in francese, dunque, sono quasi tutti i concerti cameristici che avranno una forte connotazione tematica e non saranno solo dei “camminamenti” interni al territorio musicale, ma si dirameranno tra i dolci siti geografici umbri e tra i capolavori del patrimonio artistico che li abita.

Il 30 agosto Les Coquelicots Trio, formazione specializzata nel repertorio francese, nella Monastero Santissimo Crocifisso e di Santa Maria di Citerna darà vita alla Promenade Dans le Jardin de l’Ame, (realizzato in collaborazione con la Fondazione “Luigi Bon”) viaggio tra le note di Bonis, Faurè, Du Parc, Debussy, Satie, Poulenc, Ravel, Massenet. Passaggio di testimone a RisuonArte: Carte blanche a Ensemble Suono Giallo titolo del progetto affidato all’omonimo Ensemble umbro, ormai affermato sulla scena internazionale, soprattutto come raffinato interprete della musica contemporanea. I musicisti di Suono Giallo – il 30 e 31 agosto -accompagneranno il pubblico in un percorso musicale attraverso le musiche di Ravel, Berio (di cui quest’anno si ricordano i cento anni dalla nascita) Scodanibbio, Sciarrino e Aperghis. In maniera speculare, contemporaneamente, lo spettatore sarà accolto da guide esperte per essere condotto attraverso le splendide sale degli Ex Seccatoi del tabacco sede della rinomata Collezione Burri, della Pinacoteca Comunale, del Museo Diocesano e dell’Auditorium San Giovanni Decollato che racchiude al suo interno due dipinti attribuiti alla scuola di Luca Signorelli.

L’elogio del sassofono e al suo repertorio – nelle scritture originali o nelle trascrizioni – sarà l’appuntamento con l’Italian Saxophone Quartet, del 1° settembre. A Monterchi nei Giardini dei Musei Civici, dove si può visitare l’affresco di indescrivibile bellezza della Madonna del Parto di Piero della Francesca, il noto ensemble con a capo Federico Mondelci proporrà un programma raffinato ed originale, anche questo tutto francese.  La scena musicale del Quartetto si apre con Singelée, figura chiave di compositore per la letteratura originale dello strumento per poi attraversare autori, epoche e stili diversi tra loro, che hanno contribuito allo sviluppo del repertorio del sax, arricchendone le possibilità espressive e sonore. Si ascolteranno, quindi, pagine di MartiniBozzaFrançaixBizet, Legrand, Galliano.

Dopo il concerto a tema Paris, New York, Buenos Aires del Beltrani Modern Piano Trio, (1 settembre, Città di Castello, Auditorium San Giovanni Decollato) che costruirà un asse ideale tra il Gershwin di Un americano a Parigi e le memorabili pagine di Piazzolla, che rivoluzionò il tango argentino fondendolo con il jazz ispirato dai suoi studi a Parigi con Nadia Boulanger, nella Chiesa Santa Maria Assunta (3 settembre, Monte Santa Maria Tiberina), un programma francese a tutto tondo sarà Beau Soircon il soprano Daniela Pini accompagnata all’arpa da Morgana Rudan. Debussy della Sera incantevole aprirà la seratacui faranno seguito musiche di Poulanc, Massenet, Pierné, Fauré, di Rossini e Donizetti francesi, Tournier, Saint-Saens, Hasselmans, Bizet.

Carattere tematico avranno i concerti pianistici del 6 e 7 settembre. Come si sa il rapporto tra Rossini e la Francia fu molto stretto. Il Pesarese trascorse lunghi anni a Parigi, dove fu sempre accolto da successi trionfali e compose alcune tra le sue opere più belle e ambiziose. Nella Chiesa di San Niccolò di Lisciano Niccone, si aprirà la prima parte di Italiens à Paris con il pianista Marco Scolastra, uno tra gli ultimi allievi di Aldo Ciccolini: infatti, il concerto vuole essere anche un omaggio a Ciccolini, straordinario Maestro italiano naturalizzato francese cui si deve il prezioso contributo alla riscoperta del Rossini pianistico dei Péchés de vieillesse. Nel concerto di Scolastra si volta pagina con l’altrettanto raffinato Erik Satie, per tornare al Rossini dei Péchés de vieillesse con il pianista Alessandro Marangoni che il 7 nella Pieve di Santa Maria di Pietralunga, eseguirà un’altra parte dei 150 pezzi che costituiscono la raccolta.

Un secolo di Francia prima e dopo le due Guerre è il titolo dell’ultimo segmento delle serate a tema del Festival, dove il pianista francese Michel Bourdoncle  11 settembre, Auditorium San Giovanni decollato a Città di Castello  restituisce al pubblico una esplorazione della musica d’oltralpe di un periodo di profonde trasformazioni storiche e culturali. Una selezione di opere e autori, studiata e meditata che dipana e lega il tardo romanticismo all’impressionismo sino a giungere alle avanguardie del secondo Novecento, sottolineando la specificità del lessico musicale della Francia. Si ascolteranno qui pagine di de Séverac, Challulau, Chopin, che visse a lungo a Parigi sino alla morte, Jougla, Boulez e Debussy.

Ancora grandi interpreti per il palcoscenico del Festival delle Nazioni. Richard Galliano, uno dei massimi esponenti della musica jazz, presenterà il 31 agosto nella Chiesa di San Domenico di Città di Castello, un programma dedicato alla Parigi del dopoguerra, e festeggerà proprio a Città di Castello i suoi cinquanta anni di luminosa carriera.

Protagonista del concertismo internazionale, il 9 settembre nell’Abbazia di San Salvatore di Montecorona (Umbertide) il violinista Massimo Quarta, Premio Paganini 1991, si unirà al già citato ottimo pianista Alessandro Marangoni per l’esecuzione del raro Concerto per violino, pianoforte e quartetto d’archi op.21 di Ernest Chausson, affiancati da una delle realtà più prestigiose umbre, l’Umbria Ensemble che saranno anche gli interpreti Quartetto n. 1 op. 5 di Darius Milhaud, dedicato a Paul Cézanne.

Far scorrere un programma sui vari binari stilistici di tutte le epoche della letteratura musicale è da sempre vocazione del Festival delle Nazioni che tuttavia pone enorme attenzione anche alla commistione di generi e linguaggi artistici, fondendo in maniera multidisciplinare tutte quelle espressioni che fanno di questa kermesse luogo di sperimentazione e innovazione. In tale quadro di riferimento si può inserire una nuova versione de ‘Il piccolo principe’ di Antoine de Saint-Exupéry, (6 settembre Città di Castello, Chiesa di San Domenico) nell’interpretazione di Vanessa Gravina. Una sorta di melologo, quello che in narrativa si chiamerebbe pretesto letterario, qui diventa pretesto musicale, che unisce parola e suono, attraverso l’esplorazione delle composizioni di Bacalov, Nyman, Glass e Satie. Un percorso accompagnato al pianoforte da Corrado De Bernart.

Parola e musica in un doveroso e speciale omaggio al cinquantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini intellettuale, poeta e regista tra i più grandi che in Francia fu molto apprezzato. Scritto e interpretato da Guido Barbieri (testo in collaborazione con Fabiana Piersanti) Storia di un Gesù (4 settembre Anghiari Auditorium Mascagni) è la storia di un Gesù mai esistito, un Gesù di pietra, con gli occhi d’inchiostro e le sopracciglia nere, nato tra i Sassi di Matera e morto alla fine di un film. È la storia vera, in realtà, di Enrique Irazoqui, il giovane anarchico e sindacalista catalano che Pier Paolo Pasolini, per caso e poi per volontà, scelse per la parte del protagonista di uno dei suoi film più discussi e controversi, Il Vangelo secondo Matteo. La parte musicale, che parte ovviamente da Bach per arrivare a Nyman Sollima, sarà affidata ai Solisti dell’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani, compagine di giovani talenti, già avviati a una solida carriera artistica.

Non poteva mancare una sezione dedicata alla settima arte, ovvero al cinema, con una serata dedicata a François Truffaut, uno tra i cineasti francesi indiscutibilmente più importanti della scena mondiale.

Il contributo interseca proiezioni cinematografiche, jazz e voce con la partecipazione di un ensemble di artisti di fama internazionale, tra cui Rita Marcotulli, Javier Girotto, Aurora Barbatelli, Ares Tavolazzi, Roberto Gatto e Vince Abbracciante, per la regia di Maria Teresa De Vito (3 settembre Città di Castello Chiesa di San Domenico).

Grande conclusione del Festival delle Nazioni – il 12 settembre, Chiesa di San Domenico – con i riflettori accesi su uno dei gruppi più celebri del concertismo italiano: I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella. Di pregio il programma che, come già accennato, vedrà la prima esecuzione assoluta di una nuova produzione del Premio Oscar Rachel Portman dal titolo Filmscapes per flauto ed archi, nell’interpretazione di Massimo Mercelli (dedicatario del pezzo). Completano la prestigiosa serata il Concerto per Archi di Nino Rota, di Benjamin Britten la Simple Symphony op. 4, e di Dmitrij

Shostakovich/Rudolf Barshai la Sinfonia da camera in do minore op. 110a (trascrizione del quartetto op. 8 per le vittime del nazismo).

L’attenzione del Festival verso i giovani talenti che stanno intraprendendo la carriera concertistica si concentrerà anche nel triennio 2025 – 2027 su alcuni eventi a loro dedicati. Tra questi, il concerto dei finalisti del Concorso Nazionale Alberto Burri per gruppi giovanili di musica da camera, che nel 2025 giungerà alla sua VIII edizione, iniziativa che rappresenta un’importante vetrina per le nuove promesse della musica.

Il 29 agosto il Trio Rinaldo  vincitore del Concorso Burri 2024, nonché del prestigioso Premio Abbiati 2024 – nella Chiesa di San Francesco di Montone sarà interprete di un programma che impagina musiche di Faurè, Casella e Ravel, invece il Dynamis Piano Quartet – finalista dell’edizione 2024 del Concorso – sarà impegnato con pagine di Fauré e Piazzolla.

Anche nell’edizione 2025, come per il triennio 2025 – 2027, il Festival continuerà a sostenere e promuovere il progetto Itinerari didattici musicali che coinvolge i giovani musicisti della Scuola Secondaria di 1° grado statale “D. Alighieri – G. Pascoli“, affiancati dai loro insegnanti dell’indirizzo musicale, per offrire esperienze formative e di crescita. Insieme alla Scuola secondaria verrà coinvolto nel progetto il 1° Circolo didattico “San Filippo” che per l’occasione curerà la formazione di un gruppo corale con le classi quinte. Il coro della scuola primaria insieme all’orchestra della scuola secondaria, a conclusione del percorso didattico sugli autori della nazione ospite del Festival, proporranno un concerto con musiche di Saint-Saëns, Susato e Rimski-Korsakov oltre a danze popolari di Anomini.

Per proseguire con il filone di progetti legati all’educazione e formazione del pubblico, il Festival delle Nazioni proporrà – in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica Giacomo Puccini – un percorso musicale di particolare rilievo mirato alla specificità della nazione ospite. Identificato come Progetto “Maestri e Allievi”, prevede l’organizzazione di alcune particolari esibizioni pensate in Botteghe-Museo che permetteranno di ripercorre la tradizione artigianale del territorio, come il Museo della Tela Umbra con i suoi pregiati tessuti, la Grifani-Donati, specialisti di tradizione delle arti grafiche, e il laboratorio dell’Oleificio Ranieri per la produzione olearia. Il progetto sarà arricchito dalla presentazione in prima assoluta delle musiche del giovane compositore Riccardo Catria (1999). Un focus, inoltre, sarà dedicato alla alta formazione cameristica, con il Corso di musica da camera tenuto da Pierpaolo Maurizzi.

www.festivalnazioni.com

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