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“Luce Interiore. L’oro e la pietra in Edgardo Mannucci”: Fabriano celebra l’artista

FABRIANO – Il prossimo 11 settembre sarà inaugurata la mostra “Luce Interiore. L’oro e la pietra in Edgardo Mannucci”, alla Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano. L’esposizione, curata da Lorenzo Fiorucci e Giuliana Poli, rende omaggio al grande scultore marchigiano, tra i protagonisti dell’arte informale italiana ed europea. Una corrente artistica nata in Europa tra la fine degli anni ’40 e gli anni ’50 come reazione agli sconvolgimenti della Seconda guerra mondiale e che significa letteralmente ‘senza forma’: un’arte che rifiuta le regole tradizionali della composizione e della rappresentazione.

Il percorso espositivo intreccia le opere di Mannucci con le collezioni storiche del museo, creando un dialogo suggestivo tutto da scoprire. Dalle prime prove figurative del dopoguerra – come i ritratti della moglie Altea (1946) e della figlia Cristina (1945) – si arriva alla svolta informale, maturata dopo le tragedie della Seconda guerra mondiale e l’impatto della bomba atomica. Dal 1946, Mannucci inizia a plasmare materiali come ferro, ottone e alluminio, poveri e di recupero, arricchendoli con pietre e vetro. Nasce un linguaggio unico, in cui la materia diventa strumento di resistenza e di sublimazione.

Un allestimento che restituisce il profilo di un autore irripetibile, raccontato attraverso le parole dei curatori ai microfoni di Vivo Umbria.

 

 

Chi era Edgardo Mannucci e cosa voleva comunicarci con la sua arte?

 Lorenzo Fiorucci: “Edgardo Mannucci (Fabriano 1904 – Arcevia 1986) è un protagonista della scultura informale del dopoguerra. La sua ricerca riflette il clima di un periodo dove la minaccia atomica era tangibile e dove l’umanità andava riflettendo e metabolizzando quella che era stata la tragedia della seconda guerra mondiale. In questo senso la sua arte è estremamente attuale: l’idea stessa di appropriarsi di materiali di scarto per rigenerarli a nuova vita, nobilitandoli al rango di opere d’arte, ci spinge a riflettere su un comportamento che oggi è perduto. Una cura per le cose che diventa rispetto anche per la società e che la contemporaneità faticosamente sta tentando di riacquisire dopo decenni di consumismo deregolamentato, che di fatto hanno cancellato quel sapere terricolo, fatto di esperienza contadina e popolare.

Dal punto di vista della poetica invece, la sua arte ha la capacità di sublimare una paura in una bellezza. L’idea di una scultura “atomica nucleare” nasce a seguito della minaccia atomica che invase il mondo dopo lo sgancio delle due bombe in Giappone nel 1945. Quella minaccia costante ha portato gli intellettuali tra cui alcuni artisti, a riflettere su questa nuova arma, come i pittori Nuclearisti di Milano, ad esempio, e come lo stesso Mannucci che, tuttavia, invita a catalizzare questa potente energia in una forma di nuova bellezza.

Una energia atomica per il mondo più che per distruggere il mondo. Questa visione ha dato origine anche ad una apertura di orizzonti, attraverso cui l’intelligenza creativa applicata all’uomo è capace di abbattere ogni tipo di restrizione. Oggi con nuove tragedie belliche nel Mediterraneo e non solo, e la ricomposizione dei due blocchi che sembrano fronteggiarsi, l’arte di Mannucci assume un nuovo valore di attualità che è anche uno degli obiettivi della mostra”.

Come è nata l’idea della mostra?

 Giuliana Poli: “La mostra antologica dell’opera di Edgardo Mannucci è parte di un progetto virtuoso itinerante creato per i giovani dal titolo “Lasciami volare”, che ha raccolto con entusiasmo consenso del Comune di Fabriano. L’ obiettivo è quello di portare l’attenzione su argomenti importanti per i giovanissimi, associando l’approfondimento culturale con le attività artistiche per far comprendere come l’arte intesa come studio, pratica e culto della bellezza sia una scelta per la vita che risveglia l’anima allargando gli orizzonti dell’immaginazione.

Riportare nel quotidiano la dimensione di sé per proiettarsi oltre, grazie all’arte, rende consapevoli di come l’esperienza creativa faccia parte della vita di ogni persona e che ciascuno di noi ha pensieri capaci di trasformare le paure e le angosce quotidiane in luce e positività.

I ragazzi coinvolti del Liceo artistico intitolato a Edgardo Mannucci con le sue tre diverse sedi di Fabriano, Jesi e Ancona hanno realizzato elaborati artistici sul tema del bullismo, ripercorrendo il filo conduttore del grande artista marchigiano che dal percorso artistico figurativo, dopo le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, disgrega la materia, la ricerca e amandola comprendere il più alto svelamento, che la vera essenza dell’uomo è quell’oro spirituale che non muore mai, contrassegnato da una pietra sempre presente nelle sue opere”.

 

 

Si parla di arte ma anche di futuro. Prossimi appuntamenti in agenda?

 Lorenzo Fiorucci: “Sia Giuliana che io abbiamo un’agenda molto ricca da qui a fine anno anche se al momento non saremo insieme nella curatela. Personalmente, mi preme solo ricordare due mostre a cui tengo particolarmente e che si tengono entrambe a Città di Castello, nella Pinacoteca. La prima un omaggio per il centenario di un grande pittore italiano che ha vissuto lungamente a Parigi e che è molto apprezzato all’estero come Leonardo Cremonini la cui personale inaugurerà il 4 ottobre in occasione della XXI giornata del contemporaneo.

La seconda è la personale di Paolo Canevari che nella stessa sede, ma nell’ala delle collezioni storiche, a novembre, ci offrirà un dialogo molto intenso tra Rinascimento e contemporaneità in una mostra che già dal titolo ‘God Year’ (Anno del Signore) celebra una certa spiritualità che chiude idealmente l’anno giubilare. Naturalmente l’appuntamento principale è per giovedì 11 settembre alle 11:30 per l’inaugurazione della mostra di Edgardo Mannucci a Fabriano.

 

Informazioni sulla mostra: Pinacoteca Civica di Fabriano, dall’ 11 settembre 2025 al 8 novembre 2025. A cura di Lorenzo Fiorucci e Giuliana Poli. Info e prenotazioni: Tel: 0732250658

Info: pinacoteca.molajoli@comune.fabriano.an.it

 

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