CITTA’ DI CASTELLO – Questa sera alle ore 21.00, nella straordinaria cornice della Chiesa di San Domenico a Città di Castello, il Festival delle Nazioni ospita uno degli appuntamenti più attesi e raffinati del cartellone 2025: “Rachel Portman: a Portrait”, un omaggio alla prima donna nella storia a vincere un Premio Oscar per la miglior colonna sonora, interpretato da Massimo Mercelli, flautista di fama internazionale, e I Solisti Veneti, una delle formazioni cameristiche più celebrate in Europa, sotto la direzione di Giuliano Carella. Si conclude così la 58ma edizione di un Festival che più volte ha registrato il sold out e che ha accolto i più grandi artisti della scena internazionale, suscitando enorme entusiasmo nel pubblico e nella critica.
Il concerto, realizzato in coproduzione con l’Emilia-Romagna Festival, il Veneto Festival de I Solisti Veneti, il Ljubljana Festival e in collaborazione con Rotary Club, rappresenta un autentico viaggio nella musica per il cinema e nei suoi legami con il repertorio classico del Novecento, con un programma ricco di poesia, intensità e impegno.
Cuore del programma sarà Filmscapes, una suite per flauto e archi in tre movimenti ricavata dalle colonne sonore di alcuni tra i film più amati di Rachel Portman – Emma, Le regole della casa del sidro e Chocolat – presentata in una delle sue prime esecuzioni italiane proprio da Massimo Mercelli, dedicatario della partitura e protagonista di un’intensa carriera che lo ha visto collaborare con i più grandi compositori viventi, da Philip Glass a Ennio Morricone, da Michael Nyman a Krysztof Penderecki. Mercelli è oggi considerato il flautista con il maggior numero di dediche di compositori contemporanei e vanta una presenza stabile nei maggiori teatri e festival del mondo, dal Carnegie Hall di New York alla Scala di Milano. La sua interpretazione di Filmscapes mette in luce non solo il lirismo e l’intelligenza narrativa della scrittura di Portman, ma anche l’abilità rara nel dare voce al respiro più umano ed evocativo del cinema attraverso la purezza e la duttilità del flauto.
Accanto a lui, I Solisti Veneti, eccellenza italiana della musica da camera, che tornano a Città di Castello con la consueta eleganza e la straordinaria versatilità che li ha resi protagonisti di collaborazioni prestigiose in ambiti trasversali, dalla musica sinfonica al jazz e alla canzone d’autore.
Sotto la direzione di Giuliano Carella, il programma esplora altre vette del Novecento musicale, a partire dal Concerto per archi di Nino Rota, emblema di quella scrittura cinematografica capace di fondere classicismo, ironia e pathos con sapienza artigianale, e riconosciuto modello ispirativo per la stessa Portman. Con il genio melodico di Rota si apre dunque un ideale filo rosso che collega due grandi autori di colonne sonore, entrambi capaci di trasformare la musica in paesaggio interiore, sospeso tra nostalgia e invenzione.
Nel segno della tradizione britannica, la Simple Symphony di Benjamin Britten, composta a soli ventun anni, rappresenta un felice esempio di reinvenzione della musica popolare e infantile in una veste colta e sofisticata, con pagine celebri come il Playful Pizzicato e la Sentimental Saraband che rivelano la precocissima maturità del compositore inglese.
In chiusura, un capolavoro dalla forza tragica e visionaria: la Sinfonia da camera op. 110a di Šostakovič, trascrizione per archi del celebre Quartetto n. 8 a cura di Rudolf Baršaj. Composta in pochi giorni a Dresda nel 1960, nel pieno delle contraddizioni tra creatività personale e pressioni ideologiche, la partitura è un commovente testamento autobiografico, intriso di citazioni, rimandi storici e riferimenti cifrati, e si chiude con una pagina di intensa desolazione e struggente pietà, dedicata “alle vittime del fascismo e della guerra”.