ASSISI – Ad Assisi la Settimana Europea della Mobilità si è aperta con un gesto dal valore simbolico e spirituale: il Cipresso di San Francesco è stato piantato all’interno del parco dell’Istituto Serafico. Un dono dell’Automobile Club d’Italia (ACI), con la collaborazione dell’Arma dei Carabinieri – Comando Unità Forestali e Raggruppamento Carabinieri Biodiversità di Assisi, che ha reso la città serafica protagonista di una delle tappe nazionali più significative di questa edizione 2025. Un ulteriore dono ha reso ancora più significativa la giornata: il Reparto Carabinieri Biodiversità di Assisi ha eseguito la liberazione di un allocco, un esemplare recuperato e curato dai militari del CRASE di Formichella dopo essere stato ritrovato ferito; un gesto, questo, che richiama l’attività quotidiana del Reparto impegnato nel soccorso e nella cura della fauna selvatica.
La data non poteva essere più evocativa: il 17 settembre, giorno in cui il Serafico ha festeggiato i suoi 154 anni trascorsi al fianco di bambini e ragazzi con disabilità grave e gravissima. E così, mentre l’Europa richiama l’attenzione su come “cambiare e muoversi” in maniera più sostenibile, nel cuore verde della realtà assisana è stato piantato un albero che porta con sé la forza della tradizione francescana e il messaggio della resilienza. Non un albero qualunque, ma il settimo clone del leggendario Cipresso di Villa Verucchio, che la tradizione vuole piantato da San Francesco in persona. Prima di Assisi, altri sette esemplari sono stati messi a dimora dall’ACI in contesti sportivi e culturali d’eccellenza: da Olbia per il Mondiale Rally a Imola per la Formula 1, fino a Roma, al Giffoni e a Monza. Ora tocca alla città del Poverello custodire un simbolo che lega spiritualità, ambiente e futuro.
“Con l’iniziativa del Cipresso di San Francesco – ha dichiarato il Commissario Straordinario dell’ACI, Generale Tullio Del Sette – non intendiamo soltanto concorrere a incrementare il patrimonio verde del nostro Paese, ma affermare che il mondo dei motori può e deve essere anche in Italia parte attiva del processo di transizione ecologica. Con questi gesti l’ACI vuole sottolineare la piena compatibilità tra sport motoristico e tutela dell’ambiente, contribuendo alla crescita di un grande bosco diffuso di piante autoctone. Oggi il concetto di mobilità sostenibile rappresenta un sistema di trasporti che riduce l’impatto negativo su ambiente, società ed economia, ma soprattutto che favorisce inclusione e partecipazione sociale: perché infrastrutture e servizi accessibili sono strumenti fondamentali per superare emarginazioni e diversità”.
Anche per l’Istituto Serafico, che ogni giorno si impegna a costruire percorsi di inclusione e dignità per i ragazzi che accoglie, questo gesto assume un significato profondo. “Questo albero che oggi piantiamo – ha sottolineato la presidente Francesca Di Maolo – racconta il cammino del Serafico: radici profonde che custodiscono 154 anni di storia e rami che si aprono al futuro. È memoria e promessa insieme, segno del valore della vita che anima ogni nostro passo. Oggi il gesto ha un significato speciale: il cipresso che piantiamo è il clone del cipresso di San Francesco, e lo facciamo nel giorno della nostra fondazione e della memoria delle sue stimmate. Così il nostro cammino si rinnova, radicato nella sua testimonianza e aperto a un futuro che vogliamo vivere nel suo spirito”.
L’alleanza tra Istituto Serafico e ACI suggellata da questa cerimonia ha trovato naturale continuità nel convegno dal titolo ‘L’inclusione come parametro fondante la sostenibilità della mobilità’. Al dibattito hanno preso parte, oltre al Generale Del Sette e alla presidente Di Maolo, anche mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi; Valter Stoppini, sindaco di Assisi; Bianca Maria Tagliaferri, presidente dell’Osservatorio sulle condizioni delle persone con disabilità; Massimo Rolla, Garante dei diritti delle persone con disabilità in Umbria; il Colonnello Francesco Zamponi, direttore di Mobilità del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri; l’ingegnere Luigi Di Matteo; la dottoressa Lucia Vecere e il dottor Valerio Vella, ciascuno portando il proprio contributo sul tema delle barriere architettoniche, dell’accessibilità e delle prospettive per una mobilità davvero sostenibile e inclusiva.
Un momento di confronto tra istituzioni civili, religiose e associative che ha messo in luce il ruolo decisivo di infrastrutture e servizi di trasporto nel garantire pari opportunità di partecipazione sociale. Perché parlare di mobilità sostenibile significa anche parlare di abbattimento delle barriere, di accessibilità per tutti e di equità. Non è solo una questione ambientale, ma un impegno concreto verso una società più giusta, e in questo senso la Settimana Europea della Mobilità ad Assisi ha trovato nel Serafico un palcoscenico privilegiato in cui l’inclusione non è slogan, ma vita quotidiana. E così, tra il profumo della terra smossa e la giovane chioma del cipresso appena piantato, si è scritto un nuovo capitolo della storia dell’Istituto Serafico e di ACI. Un capitolo che parla di radici profonde e di futuro sostenibile, di una comunità che sa unire la memoria alla visione e che sceglie di crescere insieme, con lo sguardo rivolto lontano e i piedi ben saldi nella terra di San Francesco.