PERUGIA – La mobilità notturna rappresenta un servizio essenziale per una città universitaria come Perugia, ma da anni è purtroppo assente. La sua reintroduzione garantirebbe il diritto alla socialità e al divertimento anche a chi vive lontano dal centro, ridurrebbe i rischi legati alla guida in stato di alterazione, limiterebbe l’impatto ambientale dei trasporti e renderebbe le periferie più attrattive e connesse.
«La mobilità notturna non è una richiesta che riguarda esclusivamente la popolazione studentesca.» Sottolinea Nicoletta Schembari, coordinatrice di UdU Perugia. «Un servizio di questo tipo sarebbe fondamentale anche per le lavoratrici e i lavoratori impegnati nei turni serali o notturni, per le persone anziane, per i turisti e, più in generale, per chi non è automunito o sceglie il trasporto pubblico.»
L’impegno dell’UDU in questo ambito risale al 2016, con il progetto GIMO (Giovani In MObilità), che prevedeva corse attive dalle 22 fino a tarda notte, il venerdì e il sabato, lungo tre linee principali.
«GIMO – ricorda Gianmarco Sipala, responsabile mobilità dell’UdU Perugia – ha dimostrato fin da subito la sua efficacia. I dati forniti da Busitalia confermavano un’utenza media per tratta superiore a quella del trasporto diurno. Eppure nel 2018 l’allora giunta comunale di centrodestra a guida Romizi, decise di interrompere il servizio senza motivazioni concrete, facendo prevalere scelte di carattere politico su un’evidente esigenza della città.»
Nel 2022, dopo nuove pressioni da parte dell’UDU, fu introdotto il servizio Adibus, che tuttavia copriva un numero molto inferiore di fermate e aree rispetto a GIMO, pur avendo il merito di estendersi anche a Terni e Narni. L’iniziativa venne poi interrotta, anche a causa delle condizioni di lavoro inadeguate imposte agli autisti.
«Oggi siamo nuovamente in una fase cruciale» evidenzia Sipala. «Grazie al lavoro portato avanti dall’UDU, lo scorso autunno A.Di.S.U. ha stanziato fondi specifici per sostenere la mobilità notturna. Ora è indispensabile che Comune e Regione si assumano la responsabilità politica di tradurre quelle risorse in un servizio efficiente e duraturo, evitando gli errori del passato.»
«Perugia non può rinunciare alla mobilità notturna – conclude Schembari. – Una città che si definisce universitaria deve mettere al centro le esigenze della comunità studentesca e di tutta la cittadinanza. Rivogliamo GIMO, perché la mobilità notturna è un diritto e una necessità per lo sviluppo della città.»