SPOLETO – Sul macabro ritrovamento di un cadavere fatto a pezzi e trovato in un sacco nero nei pressi della stazione ferroviaria di Spoleto vi è al momento un indagato, un uomo di origine est-europea (ucraino), di circa 32 anni. L’indagato in passato avrebbe lavorato insieme a Obi (il nomignolo con cui veniva chiamato Bala Sagor, originario del Bangladesh, 21 anni) come cuoco/aiuto cuoco nello stesso ristorante; dunque già conosciuto. La sua abitazione (in via Pietro Conti) e la cantina, insieme alla sua auto, una Lancia Y, sono state sequestrate e sottoposte a rilievi tecnici da parte dei carabinieri del Nucleo Investigazioni Scientifiche. L’indagato è stato ascoltato in caserma, assistito da un legale, e ha fatto uso della facoltà di non rispondere. Al momento non è stato sottoposto a fermo. Le forze dell’ordine stanno acquisendo filmati da telecamere private e pubbliche della zona per ricostruire l’itinerario e la modalità del crimine. Non è ancora chiaro quando e dove è avvenuto l’omicidio: l’ipotesi più accreditata è che il delitto sia stato commesso altrove e il corpo poi trasportato e smembrato nel punto di ritrovamento. L’autopsia dovrà stabilire l’orario della morte, la causa precisa (numero e direzione delle ferite), se vi siano tracce biologiche dell’assassino, e se parti mancanti del corpo possano essere state portate altrove. L’esame dei secondi sacchi trovati nei pressi del ritrovamento del cadavere, delle tracce forensi (DNA, fibre, impronte), e dei video potrebbero fornire elementi decisivi per confermare la responsabilità o coinvolgere altri. Se emergeranno prove sufficienti, l’indagato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, potrebbe essere sottoposto a fermo o richiesta di arresto da parte della Procura.