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Bentornato Barbanera: anche gli animali in città popolano l’Almanacco 2026

PERUGIA – Puntuale come un vecchio amico che non manca mai all’appuntamento, dal 18 ottobre il Barbanera 2026 è in edicola, in libreria e in rete. L’UNESCO lo ha dichiarato patrimonio documentario dell’umanità, ma prima ancora lo avevano consacrato gli italiani, che da più di due secoli e mezzo si affidano a lui. Ci sono le previsioni meteo che non sbagliano mai; l’oroscopo e gli appuntamenti astrali che rendono il cielo più vicino; il calendario dei lavori di casa e del giardino, scanditi dalle fasi lunari. E ancora, il lunario biodinamico, la spesa di stagione e le ricette vegetariane che profumano di tradizione. Quest’anno, a sorpresa, il filo conduttore è un tema più vicino di quanto si immagini: gli animali selvatici che abitano le città.

 

Lo introduce il primo dialogo tra il saggio Barbanera e l’amico Silvano, che come sempre apre l’Almanacco: «Spesso pensiamo che lo spazio urbano appartenga solo agli umani. Eppure, tra strade, piazze e parchi, si muove una fauna selvatica e sorprendente che desta meraviglia.  Gheppi sopra i tetti, istrici nei giardini, cinghiali nei viali e rospi nelle fontane. Una città parallela, a volte invisibile agli occhi distratti. Una vera animalopoli che merita di essere notata, approfondita e custodita. Barbanera ci invita a conoscere i nostri coinquilini selvatici, per favorire una felice convivenza, e mese per mese svela caratteristiche e comportamenti di dodici abitanti inattesi, attraverso storie, curiosità e consigli pratici: come riconoscere il passaggio di una volpe, aiutare gli uccelli migratori ed evitare di svegliare un riccio che dorme».

 

Accanto a questa novità restano le certezze: le rubriche che hanno reso il Barbanera l’amico delle famiglie italiane e il dono ideale per chi vuol vivere bene secondo natura. Il calendario lunare dispensa consigli quotidiani per la casa, per il benessere e per il verde in orto, giardino e balcone. Il lunario biodinamico propone un approccio olistico alle coltivazioni. Ci sono le previsioni del tempo, le ricette vegetariane di stagione, le idee per il fai da te, l’oroscopo e l’interpretazione dei sogni. Ogni mese ha i suoi protagonisti: ortaggi, frutta, erbe spontanee, fiori e funghi. Il tutto è incorniciato dai dialoghi mensili tra il saggio Barbanera e il suo amico Silvano, che ci fanno sorridere e ci riportano agli antichi saperi di una volta.

 

Ogni anno le immagini dell’almanacco nascono dalla mano di un giovane illustratore italiano. Per il 2026 tocca a Valeria Biasin, artista veneta che ha saputo reinterpretare le xilografie popolari che animavano gli antichi lunari, dando loro una veste coloratissima e luminosa.

 

Dalle pagine dell’Almanacco 2026

Ogni pagina dell’Almanacco è un piccolo scrigno di tradizioni e saperi popolari che continuano a sorprenderci. Dal cielo alle piante, dalla cucina al benessere quotidiano, fino alle idee creative per costruire, giocare, coltivare: un invito a riscoprire gesti semplici e senza tempo.

Gennaio apre l’anno con lo sguardo rivolto al cielo. Barbanera ci ricorda che la natura sa parlare, basta saperla ascoltare. Sottili cirri all’orizzonte? Presto il tempo cambierà. Gli uccelli volano bassi? Meglio uscire con l’ombrello.

A febbraio il sapere delle nonne prende forma in cucina. Un brodo vegetale che scalda e nutre, arricchito da tocchi creativi – scorza di parmigiano o di limone, funghi secchi, zenzero o persino una mela – con sale solo a fine cottura, per esaltare al meglio ogni sapore.

A luglio, anche chi vive in città può coltivare il suo piccolo eden: un orto verticale sul terrazzo. Erbe aromatiche in alto, lattughine e fragole in basso, pomodorini a cascata. Ed ecco che in poche settimane balconi e terrazzi si trasformano in giardini generosi, a portata di cucina e di tavola.

A dicembre, mese di introspezione e cura di sé, sedici gesti rilassanti, dal cenare leggero alle tisane di melissa e lavanda, fino al respiro lento e al silenzio di una stanza buia, ci insegnano l’arte del prendere sonno. Perché anche dormire bene è un dono prezioso, da custodire come un rito.

 

Insieme all’almanacco non manca il classico calendario da parete, un concentrato di notizie e consigli da appendere in casa e consultare quotidianamente per il verde, le ricette, il benessere naturale, l’oroscopo, i santi, i proverbi, il meteo. Piccole perle di saggezza che dal 1762 fanno di Barbanera un amico fidato per ogni giorno dell’anno.

 

Pronostico generale di Barbanera per l’anno 2026

Il cielo del 2026 ruota attorno agli elementi di Aria e Fuoco, energie mobili e impetuose che spingono all’azione e al cambiamento. Ma tutte le nuove strade richiedono un dazio. Dobbiamo rischiare, talvolta combattere, e la battaglia è innanzitutto interiore.

I nostri avversari sono le abitudini, i soliti modi di pensare, le comodità acquisite.

Nei primi mesi dell’anno, Giove in Cancro porta un’energia di conservazione e mantenimento, mentre nella seconda metà dell’anno prevale la forza diretta e innovatrice di Saturno in Ariete, Urano in Gemelli, Giove in Leone e Plutone in Acquario.

Barbanera consiglia di non restare inerti: la rivoluzione comincia da noi.

 

LEGGI LA CARTELLA STAMPA

 

Chi era davvero Barbanera?

Con la lunga barba nera e lo sguardo curioso rivolto alla natura, Barbanera custodiva segreti e consigli che ancora oggi ci accompagnano. Si dice che osservasse il cielo nelle notti limpide, che conoscesse il linguaggio delle piante e che sapesse leggere il tempo nei segni della natura. E ogni anno, immancabili, i suoi dialoghi con l’amico Silvano, venuto a chiedergli lumi sul futuro, rivelavano profezie, avvertimenti e spunti di saggezza che ancora oggi sembrano incredibilmente attuali. Filosofo, astrologo, eremita e conoscitore di erbe, il leggendario Barbanera a Foligno, nel 1762, diede alle stampe il suo primo lunario. Da quel momento la sua fama non smise di crescere, fino a diventare l’icona degli almanacchi italiani.

“Gli astri, il Sole ed ogni sfera or misura Barbanera, per poter altrui predire tutto quel che ha da venire.”

 

Barbanera tra cinema e letteratura

Barbanera ha attraversato i secoli ed è entrato nella storia e nel cuore degli italiani. Nei dizionari più autorevoli – lo Zingarelli, il Devoto-Oli, il Treccani il Sabatini Coletti e il De Agostini – basta cercare alla lettera ‘B’: Barbanera è citato come sinonimo di almanacco e di lunario.

La sua eco risuona nella letteratura, dove autori tra i più amati lo hanno menzionato e celebrato. Tra questi Luigi Capuana, Pirandello, Eugenio Montale e D’Annunzio – che lo definì “il fiore dei Tempi e la saggezza delle Nazioni”. E ancora Maria Luisa Spaziani, Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Umberto Eco, Vasco Pratolini, Oriana Fallaci e tanti altri contemporanei.

Barbanera ha fatto capolino anche sul grande schermo. I suoi pronostici salvano la vita a Totò in una scena di Due cuori fra le belve, e nel film di Pupi Avati, Il testimone dello sposo, l’almanacco diventa dono di nozze e augurio di prosperità.

In ogni comparsa, Barbanera non è mai un semplice nome, ma il simbolo di una saggezza antica che consiglia, pronostica e porta buonumore.

 

Fondazione Barbanera 1762: la più grande collezione di almanacchi e memorie popolari del mondo

La Fondazione Barbanera 1762 nasce nel 2002 dal sogno dell’editore Feliciano Campi: dare una casa alla tradizione plurisecolare degli almanacchi, che proprio nel Barbanera trova il suo maggiore erede e continuatore. Oggi la Fondazione è una casa della memoria, che custodisce la più ricca collezione di lunari e almanacchi al mondo, tutti liberamente consultabili in rete su www.bibliotecabarbanera.it. E non ci sono solo almanacchi: gli scaffali raccontano la suggestiva storia dell’editoria popolare attraverso una ricca varietà di libri e libretti, riviste e fogliacci, testi di astronomia e astrologiabotanica e medicina popolareOltre 50.000 documenti che custodiscono il sapere e anche la fantasia di secoli, restituendoci il fascino di un genere antico e sorprendentemente attuale.

Sfogliarli significa viaggiare tra le attese e le speranze delle generazioni che ci hanno preceduto, scoprendo come, anno dopo anno, gli almanacchi abbiano tenuto viva la tradizione, senza mai smettere di parlare al presente. E ogni nuova edizione del Barbanera ne è la prova: un filo che lega passato, presente e futuro.

 

Barbanera “Memoria del mondo” UNESCO

Cos’è che accomuna l’Almanacco Barbanera all’alfabeto fenicio, alla Nona Sinfonia di Beethoven, ai film dei fratelli Lumière, all’archivio di Winston Churchill, alla Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino e al Diario di Anna Frank? La risposta è arrivata nel 2015 dall’UNESCO, che ha inserito la collezione di almanacchi e lunari Barbanera, custodita presso la Fondazione Barbanera 1762, nel prestigioso registro Memory of the World, accanto ai documenti che rappresentano le radici stesse della civiltà umana. Nella motivazione ufficiale si legge: «La collezione di almanacchi lunari Barbanera, 356 esemplari datati dal 1762 al 1962, è la più completa al mondo. Il suo valore universale deriva dall’essere simbolo di un genere letterario che ha contribuito a creare la cultura e l’identità di intere nazioni, prima dell’avvento delle moderne forme di comunicazione di massa».

 

Ambientalista da sempre

Da oltre due secoli e mezzo, molto prima che la protezione dell’ambiente diventasse una sfida globale, Barbanera insegna a vivere in armonia con la natura. Nelle sue pagine troviamo consigli che ci invitano a seminare e raccogliere al momento giusto, seguendo il ciclo delle stagioni e i ritmi della Luna. Piccoli gesti quotidiani che diventano semi di felicità, perché prendersi cura della terra significa, in fondo, prendersi cura anche di noi stessi. Questa filosofia ancora oggi si rinnova concretamente in ogni scelta editoriale: dalla carta riciclabile, non trattata con cloro e proveniente da foreste tutelate, agli inchiostri vegetali, ricavati da materie prime sostenibili. Con questo spirito, Barbanera è anche vegetariano: per scelta d’amore verso la natura e i suoi abitanti, le ricette di stagione proposte nell’Almanacco e nel Calendario escludono carne e pesce: un invito a nutrirsi con i frutti che la terra ci dona, in modo semplice, sano e sostenibile.

 

La casa di Barbanera, l’almanacco vivente nel cuore dell’Umbria

A Spello, in Umbria, c’è un luogo speciale dove la vita scorre al ritmo delle stagioni, dove si semina e si raccoglie seguendo l’influsso della Luna, sotto cieli che parlano a chi sa ascoltare. È la casa di Barbanera, un complesso rurale dove tradizione e natura si intrecciano, sospesi tra passato e futuro.

Qui un bachificio del Settecento ospita la redazione che ogni anno dà vita al nuovo Almanacco. E a pochi passi, la Fondazione Barbanera 1762 custodisce la più grande collezione di almanacchi e lunari del mondo. Tutt’intorno, sette ettari di campagna certificata biologica, su cui si sviluppa l’Orto Giardino delle Stagioni, uno scrigno di biodiversità, ma anche un viaggio indietro nel tempo, alla riscoperta di ortaggi rari, fiori, erbe officinali e frutti dimenticati che tornano a raccontare la loro storia.

In questo luogo la filosofia di Barbanera prende forma concreta: si respira, si raccoglie, si tocca e si mangia. È un progetto che invita a osservare la natura con rispetto, ad accoglierne i ritmi senza forzarli, a riscoprire insegnamenti antichi che parlano ancora al presente. Perché vivere meglio, ci ricorda Barbanera, significa anche saper custodire la terra che ci nutre.

 

Un successo nato tra fiere e mercati

Da secoli, lunari e almanacchi sono i compagni fedeli delle famiglie, amati per la loro semplicità e utilità. Tra tutti, uno ha saputo conquistare un posto speciale: il Barbanera. Dalla metà del Settecento, con i suoi foglioni da parete e i suoi almanacchi, si è guadagnato il cuore delle famiglie contadine, fino a diventare il vangelo dei ceti rurali. Il suo fascino era così grande che, nell’Ottocento, spuntarono i cosiddetti “Barbanera paralleli”, edizioni concorrenti nate tra vivaci dispute legali tra editori. C’erano persino BarbabiancaBarbaverde e il figlio di Barbanera. Ma che fosse originale o imitato, il Barbanera ha viaggiato instancabile per fiere e mercati, semplificando saperi complessi e tramandando, anno dopo anno, tradizioni e consigli per la vita quotidiana.

Non è un caso che, in molte case, fosse l’unico libro presente, e si chiedeva a chi sapeva leggere meglio di farlo ad alta voce, con la famiglia che si radunava ad ascoltare. Già allora il Barbanera era un compagno prezioso fatto di santi, lune, proverbi e previsioni del tempo, un alleato per chi viveva di terra e di stagioni.

 

Dai cantastorie di ieri al Barbanera di oggi

Quando, nella prima metà del Novecento, la fiaccola del Barbanera passò alla casa editrice Campi di Foligno, questa era già un’officina di idee popolari. Pubblicava libretti da fiere e mercati, e fogli volanti che riportavano fatti di cronaca nera, miracoli e previsioni. Così l’almanacco continuò a viaggiare per tutta la penisola, affidato alle voci dei cantastorie e alle mani dei venditori ambulanti. E mentre il Paese cambiava, la casa editrice cambiava con lui. Nel 1939 diede alle stampe il primo numero del “Canzoniere della Radio”, che riportava i testi delle canzoni più in voga, e che negli anni ‘50 si trasformò nella fortunatissima rivista “TV Sorrisi e Canzoni”. Ma la vera costante rimase il Barbanera, custodito con orgoglio come un bene di famiglia, passato dal nonno al figlio ai nipoti, che continuano a pubblicarlo a Foligno, lì dove nacque 265 anni fa. Il Barbanera ha saputo interpretare i mutamenti della società, eppure è rimasto sempre sé stesso. Oggi è distribuito in più di tre milioni di copie tra almanacchi e calendari, e continua a offrire, come promette il suo motto antico, “un anno di felicità”.

www.barbanera.it @almanaccobarbanera

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