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Al Terni Film Festival il Pinocchio di Stanley Kubrick

TERNI – Dopo essere stato – quasi dieci anni fa – il primo festival cinematografico a mettere in concorso le esperienze in realtà virtuale e aumentata, il Terni Film Festival segna oggi un altro primato: è il primo festival a creare una sezione ufficiale dedicata a opere realizzate interamente con l’intelligenza artificiale.

Il nuovo concorso viene inaugurato domenica 9 novembre, nel corso di una giornata interamente dedicata all’intelligenza artificiale: una delle principali sfide del “Nuovo mondo” a cui la kermesse ternana – richiamandosi al classico di Aldous Huxley – ha dedicato il titolo di quest’anno e uno dei punti messi all’ordine del giorno dal nuovo papa Leone XIV nel giorno della sua elezione.

Una giornata che si apre – alle 15.30 al Cinema Politeama – con la proiezione, per la prima volta in Italia, proprio di un film tratto dal romanzo distopico del 1932. Si tratta dell’adattamento diretto da Burt Brinckerhoff nel 1980 a mai proiettato in Italia, ambientato in una utopica società futurista totalitaria, in cui i bambini vengono creati attraverso l’ingegneria genetica, ognuno ha un posto predestinato nella società e le menti degli individui sono condizionate alla cieca obbedienza di leggi e regolamenti.

Alle 17 si apre il focus sull’intelligenza artificiale, con il prototipo di tutti i robot intelligenti: Pinocchio: Stanley ad Us, presentato da Roberto Papi – allievo della scuola di effetti speciali fondata a Terni Carlo Rambaldi e tra i quattro registi del documentario – racconta la storia di un progetto mai realizzato, a cui Stanley Kubrick ha lavorato per più di vent’anni: la storia di un bambino robot che vuole diventare umano. Una rilettura della fiaba di Pinocchio che il grande regista avrebbe poi affidato a Steven Spielberg, e che nel 2002 sarebbe diventato A. I. – Intelligenza Artificiale.

Ad un Pinocchio ormai adulto è dedicato invece il corto Pinocchio Reborn diretto e interpretato da Matteo Cirillo, e la creatura di Collodi compare anche nel corto Fiabexit di Lorenzo Giovenga e Giuliano Giacomelli.

La seconda parte del pomeriggio è dedicata invece a cortometraggi interamente realizzati con l’Intelligenza Artificiale: una nuova sezione in concorso inaugurata quest’anno, il cui vincitore verrà decretato dallo stesso pubblico in sala, che potrà votare il corto migliore.

Le opere – che hanno una durata che va ai 2 ai 15 minuti – arrivano da Italia, Israele, India, Corea e Cina.

La prima – Dressed for dinner di Andrea Verardi verrà introdotta alle 18.15 dallo tesso regista: in una notte senza tempo, un uomo solitario viene attratto da un elegante ristorante in cui un enigmatico cameriere lo introduce ad uno strano rituale gastronomico in cui affiorano nel protagonista ricordi che non gli appartengono.

Queste le altre opere:

DYSTOPIC di Maurizio Mazzoli (Italia)
In un futuro non troppo lontano, una probabile visione di una società digitalizzata e umanoidi indistinguibili, abiti connessi, accessori high-tech integrati in un corpo sempre più artificiale, ologrammi. Gioia o nessuna emozione a chi appartengono? Chi sono? Sai chi sono?

ECHOED IN THE WATHER di Yossi Galanti (Israele)

L’opera reinterpreta il dipinto del XV secolo, “L’alluvione del giorno di Sant’Elisabetta”, come trauma storico e presagio contemporaneo. Combinando riprese generate dall’intelligenza artificiale ispirate al dipinto con riprese video moderne, il film fa collassare il tempo, offrendo una meditazione visiva sulla fragilità, la memoria e il mito del progresso.

PROMPTED di Harishankar Thiyagarajan (India)
Breve documentario Interamente generato con strumenti di intelligenza artificiale: esplorando prospettive che spaziano dall’ottimismo alla cautela e al senso di sradicamento, pone una domanda urgente: modelleremo questa tecnologia per renderla al nostro servizio o saremo travolti da forze che non controlliamo più?

THE FIRST CELL di Yejun Lim (Corea)
Quando la Terra soccombette all’espansione del sole, l’astrofisico Mate caricò la sua coscienza in una sonda e da allora vaga nello spazio per 847 anni. Trasportando il materiale genetico di suo figlio in una criocapsula, cerca un pianeta che possa sostenere la vita e riflette su come la prima cellula di 3,5 miliardi di anni fa, scelse la divisione anziché l’isolamento, scelse l’amore anziché la solitudine.

THE PROMPT – LA TRACCIA di Francesco Frisari, (Italia)
Abbiamo immaginato romanzi, film, storie sulle Intelligenze Artificiali che si ribellano e distruggono l’umanità. Poi li abbiamo dati come addestramento alle AI stesse, che ora non possono che mettere in atto quegli stereotipi, e distruggere l’umanità. Un’apocalisse che si autoavvera.

THE WHITE DHARMA di Young ju Leem (Corea)
I cani non possono parlare, né possiedono una ragione simile a quella umana, ma sono esseri capaci di trasformare le persone nel modo più autentico. L’uomo ha salvato il cane e il cane ha salvato l’uomo.

WALLED DREAMS  di Bee Han e Yixuan Niu (Cina)
In una città racchiusa da mura imponenti e strade anonime, una bambina solitaria incontra un maialino di peluche che diventa il suo unico compagno, e la conduce in un regno al tempo stesso assurdo e onirico. Quando il maialino se ne andrà il sogno che si lascia alle spalle le darà il coraggio e il conforto di cui ha bisogno per entrare nel mondo reale.

WHITE CHRISTMAS  di Junghwi Souk (Corea)
In un Natale innevato a New York, il tassista Ali si sta facendo strada nel traffico congestionato quando Improvvisamente appare un Babbo Natale gigante, che allunga la mano, solleva il suo taxi e lo spinge lontano, nella città natale di Ali: una zona di guerra in Medio Oriente.

 

A CHIUDERE LA GIORNATA LECH MAJEWSKI
E “LA SECONDA VIA” DI GARILLI

A chiudere la quarta giornata di festival sarà il corto Hans Memling “The last judgment” di Lech Majewski. Il grande artista polacco, già vincitore del Terni Film Festival nel 2011, torna in concorso con un documentario dedicato, come il suo capolavoro, a un quadro.

Alle 21.30 a chiudere la giornata il film in concorso La seconda via di Alessandro Garilli, che ci riporta all’orrore della guerra: durante la ritirata russa del 1943, la compagnia 604, ridotta a sei alpini e un mulo si trova costretta ad attraversare la steppa per liberarsi dall’accerchiamento nemico. L’esasperante arrancare sotto le nevicate incessanti attraverso il gelido deserto bianco porta gli uomini a perdere ogni cognizione del tempo ed essi vengono trasportati in un paradiso onirico attraverso un percorso lastricato di sogni, incubi e ricordi.

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito.

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