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Francesca Mannocchi e Rodrigo D’Erasmo al Teatro Lyrick di Assisi con il debutto di “Crescere, la guerra”

ASSISI – Gaza, Ucraina, Afghanistan, Iran e così molti altri paesi, nomi che scorrono sul nastro della grande Storia senza dare mai voce a chi quel dramma lo vive quotidianamente, le persone comuni. Così nasce “Crescere, la guerra” il primo spettacolo della giornalista e inviata di guerra Francesca Mannocchi sul palco con il musicista e compositore Rodrigo D’Erasmo, che debutteranno al Teatro Lyrick di Assisi giovedì 27 novembre alle 21.15, nell’ambito della stagione “Non c’è 2 senza… 5”.

Come è possibile unire la Storia con le storie ordinarie delle persone che ogni giorno fanno i conti con la crudeltà della guerra? Cercando nonostante tutto di mantenere e salvaguardare ciò che di più caro resta vivo, l’umanità. Dopo anni di intenso lavoro su diversi fronti di guerra Francesca Mannocchi sceglie un nuovo modo di raccontare il dramma e il dolore che si cela dietro ogni conflitto, creando, insieme alle note del maestro Rodrigo D’Erasmo, uno spettacolo teatrale che parla del continuo stato belligerante del nostro mondo, ieri e oggi. Puntando i riflettori sull’unica salvezza: il futuro.

Lo spettacolo accompagna il pubblico in una riflessione senza sconti sul nostro tempo, sollecitando la responsabilità collettiva e l’empatia verso il prossimo. Una volta in scena non c’è quarta parete che tenga, la platea è chiamata suo malgrado a un coinvolgimento attivo nello spettacolo grazie a un intreccio potente di immagine, voce e suono che daranno corpo quasi tangibile alle storie.

«Crescere, la guerra – spiega la Mannocchi – nasce dal bisogno di interrogare ciò che resta dell’umano quando la casa, il rifugio, la dimora — fisica e simbolica — vengono distrutti. Non è uno spettacolo sulla guerra, ma sull’atto di continuare ad abitare la sopravvivenza mentre tutto intorno si disfa. Abbiamo scelto un linguaggio essenziale, privo di compiacimento, in cui la parola si misura con il silenzio e con la fragilità del gesto. La presenza dei bambini non è un espediente emotivo, ma una soglia: attraverso il loro sguardo il mondo devastato ritrova una forma possibile, ancora abitabile. Questo lavoro non chiede pietà e compassione allo spettatore, ma attenzione e responsabilità. Non racconta la tragedia, la espone alla coscienza. In scena, il verbo ‘abitare’ si spoglia di ogni certezza e diventa domanda: dove, e come, possiamo ancora vivere insieme?».

Aggiunge D’Erasmo: «L’incontro con Francesca e con il suo sguardo poetico, crudo e privo di retorica sulla guerra mi ha profondamente colpito e posto di fronte ad una sfida complessa e affascinante ma al tempo stesso necessaria: dare suono a tutti gli orrori e al dolore di cui troppo spesso è stata ed è spettatrice, cercando di amplificarne i racconti e le emozioni. E provare a creare uno squarcio di luce con la musica in queste storie di vite umane segnate per sempre dai conflitti che Francesca ha vissuto e ci racconterà».

Crediti: di Francesca Mannocchi, con Francesca Mannocchi e Rodrigo D’Erasmo, regia Giorgina Pi, musiche Rodrigo D’Erasmo, produzione Elastica e Gemma Concerti, distribuzione Gemma Concerti.

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PH Ilaria Magliocchetti Lombi

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