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Terni oltre l’acciaio: una rete di imprese unite dalle nuove tecnologie informatiche

TERNI – Molti anni fa Terni era la città dell’acciaio e tutto ruotava attorno alle fonderie. Franco Fogliano, ex quadro delle acciaierie in anni veramente lontani, poi dirigente della Provincia di Terni, una trentacinquina di anni fa scrisse anche un libro – purtroppo ormai introvabile – dal titolo Terni, orto d’acciaio, a segnare, proprio nel momento del declino definitivo di quell’epoca, non solo e tanto la fine di quella cultura industriale, ma della cultura di una comunità, fatta di acciaierie, di indotto delle acciaierie, di persone che giravano col calendario dei turni di lavoro in tasca, per poter definire appuntamenti e convivialità.

È tutto finito da un pezzo, ma la riconversione di una cultura mono-industriale è lenta, difficile e faticosa, e Terni, città e territorio, hanno certamente pagato un prezzo alto per la transizione verso un altrove ancora non ben definito. In questo periodo di cambiamenti locali, sui quali si sovrappongono cambiamenti epocali (pensiamo a Internet, alla caduta del Muro, alla Cina…) piace vedere che sorgono iniziative industriali nuove, coraggiose e, specialmente, assolutamente collegate sia al territorio (imprenditori ternani, aziende umbre) sia alla grande rivoluzione riassumibile nella sigla ICT: Tecnologia dell’informazione e della comunicazione.

Terni Tech Economy è una rete di imprese del ternano che nasce con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di collaborazione, crescita e competitività delle imprese rappresentate e di porsi come riferimento per progetti digitali a partire dal contesto regionale, e se andate sul loro sito web vedrete campeggiare lo slogan “Oltre l’acciaio”, come a mettere subito in chiaro che la città, almeno quella da loro rappresentata, non guarda più indietro, non almeno all’”orto” ormai inesistente, ma anzi si proietta verso una realtà che purtroppo, in Italia, è ancora fin troppo arretrata, quella delle nuove tecnologie informatiche.

La TTE è nata spontaneamente nel 2017 quando Gianluca Bellavigna, CEO di Gruppo Maestrale, ha cominciato a dialogare con altri imprenditori del territorio che si occupano di ICT. Si tratta di un gruppo di dieci aziende con sede nel ternano e un fatturato totale di 95 milioni di euro senza contare l’indotto. Si occupano di software, telematica, soluzioni IT, editoria multimediale e molto altro. Oltre a Maestrale, ne fanno parte Afea, Euromedia, Sistematica, DiGi ONE, ICT Labs, Netaddiction, Pagine Sì, Polo Informatico e X3 Solutions.

Gli imprenditori aderiscono a un codice etico informale improntato a un profondo rispetto reciproco. “Siamo aziende sane e in attivo che forse proprio per questo, difficilmente fanno notizia. La TTE rappresenta una reale alternativa ai mercati classici che hanno sempre caratterizzato l’economia locale: un polo tecnologico innovativo che pur avendo le sedi principali qui, lavora fuori” racconta Bellavigna. E nonostante la pandemia e lo smart working, il lavoro c’è.

Noi siamo andati a incontrarli nella loro sede di Terni e abbiamo potuto parlare con Gianluca Bellavigna e Gastone Bizzarri, due dei soci fondatori, realizzando la videointervista che trovate in questa pagina del giornale.

Ci hanno colpito alcune cose, non proprio usuali, non sempre facilmente riscontrabili: per prima cosa la rete TTE nasce per volontà di imprenditori che, fino ad oggi, hanno investito sul progetto; non si tratta dell’ennesimo fondo europeo, sempre utile, spesso sprecato, che fa sempre cadere in piedi il beneficiario e che, soprattutto, lascia morire l’iniziativa il giorno successivo la spesa dell’ultimo centesimo assegnato. Soldi propri, rischio d’impresa: tutto normale nel mondo occidentale, ma non sempre parte della cultura imprenditoriale italiana, e fa piacere che degli umbri mostrino coraggio e iniziativa. I promotori della rete non sono affatto restii al colloquio con le amministrazioni pubbliche, ovviamente; anzi, tale interlocuzione è necessaria per il coordinamento, la governance, la sponda amministrativa a un gruppo di imprese che intende allargarsi ed espandere i propri interessi ma, come ci hanno dichiarato, prima di presentare progetti e fare richieste volevano avere una realtà concreta da mostrare. Sarà probabilmente il 2021 l’anno della svolta anche in questo senso.

Altro aspetto interessante, che riguarda l’etica del lavoro, il collegamento col territorio, è la ribadita volontà, da parte di questi imprenditori, di essere motore economico locale, di aiutare la realtà umbra – a partire da quella ternana – a superare la crisi, consentire a giovani qualificati di restare qui, senza cercare fortune a Londra, o in Germania, come tanti prima di loro. Imprenditori umbri che sono radicati sul territorio, e che invitano giovani umbri a lavorare con loro, e i circa 900 addetti già occupati, con prospettive di nuove assunzioni, lasciano ben sperare per questa piccola Silicon Valley umbra.

“L’Umbria non può più essere terra di conquista.” Negli scorsi anni dall’amministrazione è mancata una politica economica a lungo termine e tante aziende di fuori che se per un breve periodo hanno investito nel territorio, sono sparite nel nulla una volta esauriti i fondi pubblici.

Lo scorso Natale, la TTE è intervenuta a sostegno dei commercianti di Terni, Narni e Amelia sponsorizzando l’iniziativa “COMPRA E VINCI” realizzata da Confcommercio Terni con ICT Labs, azienda leader nel settore delle promozioni, che si è occupata gratuitamente del concorso. Questo a dimostrazione dell’impegno che TTE dedica al territorio locale.

Riguardo ai piani per il futuro, la TTE sta ragionando sulla possibilità di darsi una veste formale e si sta muovendo in tal senso, “Il sogno sarebbe quello di farci quotare in borsa.”

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