A Foligno in scena “Pinocchio” con la regia di Maria Grazia Cipriani

FOLIGNOMercoledì 22 febbraio alle ore 21 all’Auditorium San Domenico di Foligno, va in scena “Pinocchio”, la favola di Carlo Collodi nell’interpretazione della regista Maria Grazia Cipriani e la produzione del Teatro del Carretto.

In scena gli attori Giandomenico Cupaiuolo, Elsa Bossi, Giacomo Pecchia, Giacomo Vezzani, Nicolò Belliti, Carlo Gambaro, Ian Gualdani e Filippo Beltrami.

 

NOTE DI REGIA

Ho pensato di fabbricarmi un bel burattino di legno. Il burattino deve ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali” Geppetto, misteriosamente custodendo nel suo corpo una scelta da adolescente, sogna di fabbricarsi un burattino meraviglioso e di girare con costui il mondo: viaggio da clown, da circo, avventuroso e illusionistico. Pinocchio fa suo il sogno di Geppetto. Per realizzare quel sogno, egli dovrà toccare il fondo della sua sventura, fino a quando, trasformato in somaro, sarà Stella della danza nel circo del Paese dei Balocchi e rischierà di diventare una pelle di tamburo per la banda. Pinocchio è già riconosciuto come fratello dalle marionette del Teatro di Mangiafuoco: il suo ingresso trionfale nel mondo di quelle Maschere immortali sembra un battesimo ufficiale. Qui egli raggiunge il luogo che spiega e motiva la sua nascita. Da quel progetto accarezzato dal genitore (ridotto a puro fantasma nel ventre della balena), passando attraverso il Carrozzone di Mangiafuoco (suoni festosi di grancassa, il giubilo del Gran Teatro, attori che sembrano marionette e marionette che sembrano attori, e la scena, straziante satira parodica della commedia popolare e del melodramma, in cui Pinocchio chiede a Mangiafuoco la grazia per Arlecchino). O presso la casa della fata, creatura dominata dal terrore di essere abbandonata, perduta, e costretta a sua volta a rischiare di perdere, abbandonare (ma anche quello della fata sembra essere un mondo teatrale con quei dottori e quei becchini grotteschi e surreali, con quel suo apparire e scomparire, resistendo sempre, di morte in vita, quella emblematica massa di capelli turchini). A quella ribalta che è il circo dove Pinocchio-somaro è costretto ad esibirsi. L’approdo è in un finale con il palcoscenico ormai vuoto quando, uscito dal sogno di legno, Pinocchio vede il suo simulacro abbandonato come un costume di scena. Avventura onirica, notturna, di una notte definitiva, dove il giorno è solo recitato da sarcastici lampi temporaleschi…e il destino del grande burattino si rivela, letteralmente, teatrale”.

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Info e biglietti

È possibile prenotare telefonicamente al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222, dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20.

Acquisto online sul sito www.teatrostabile.umbria.it.

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