A Montefalco si celebrano i 500 anni dalla nascita di Thadea d’Asburgo

MONTEFALCO – Da tempo la Fondazione Guglielmo Giordano ha intrapreso un’opera di riscoperta e di valorizzazione della figura di Thadea d’Asburgo, figlia di Carlo V Imperatore, e degli intrecci storici che la legano all’Umbria e in particolare a Montefalco. In occasione dei 500 anni dalla sua nascita ora arriva il reading teatrale tratto dal testo inedito di Maria Grazia Calandrone, “Solo per la Verità. Minima, Indegnia et inutilissima serva Tadea”. L’autrice, che ne è anche voce narrante, sarà accompagnata dalle musiche dal vivo del quartetto d’archi UmbriaEnsemble (nella foto di copertina).

Maria Grazia Calandrone, foto Barbara Ledda

L’iniziativa prenderà vita domenica 22 gennaio (ore 17.30) a San Francesco a Montefalco. Maria Grazia Calandrone ripercorre in un serrato dialogo, declinato in prima persona, la vita segreta che ha per protagonista Thadea nel contesto storico in cui è vissuta.

Afferma la scrittrice: “Il desiderio più pericoloso: essere amata, il desiderio per il quale più che mai rischiamo la delusione e, quindi, il dilagare in noi della disillusione, del cinismo. Se non riusciamo a essere amati, in qualche parte moriamo, muore la nostra fiducia, muore l’innocenza, che era come il sorriso infantile dentro il nostro sorriso”.

A raccontare come un mix di voce e musica il momento artistico dell’evento di Montefalco, che sarà anche registrato per essere poi riproposto e divulgato, è stata Maria Cecilia Berioli, direttore artistico UmbriaEnsemble: “Maria Grazia Calandrone ha subito accettato la sfida di raccontare con parole questa storia, intrecciando così la narrazione teatrale con quella musicale incentrata sulle note de ‘La morte e la fanciulla’ e ‘Rosamunde’, composizioni di Franz Schubert. È singolare ascoltare una storia fatta Imperatori e Papi e vedere che la nostra piccola Umbria era già in primo piano, cosa che riafferma la centralità culturale della nostra terra. Con Thadea e la sua storia privata si rivive anche la grande storia, raccontando tutto attraverso la musica, l’arte e il teatro”.

Per celebrare questa importante ricorrenza La Fondazione Giordano ha promosso la pubblicazione della seconda edizione di “Thadea, la figlia segreta di Carlo V”, in collaborazione con Rubbettino Editore. Il nuovo libro contiene alcuni preziosi documenti storici originari, che hanno permesso di togliere ogni dubbio sulla veridicità della storia, provenienti dall’Archivio generale di Simancas, deputato alla conservazione dei documenti della Corona di Castiglia.

Per l’occasione verrà anche presentato in anteprima il nuovo sito dedicato a questa storia che ripercorre la vicenda nel suo contesto storico e invita a visitare i luoghi che ne sono stati protagonisti: www.thadea.org

Ingresso all’iniziativa gratuito – richiesta registrazione al link: https://bit.ly/thadeamontefalco

 

Ieri, 19 gennaio a Perugia, nel Salone d’Onore di Palazzo Donini, sede della Regione
Umbria, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione a cui sono
intervenuti: Donatella Tesei, presidente Regione Umbria, Luigi Titta, sindaco di
Montefalco, Andrea Margaritelli, presidente Fondazione Guglielmo Giordano, Maria Cecilia
Berioli, direttore artistico UmbriaEnsemble.

LA STORIA

La madre di Thadea è la “bella perusina” Orsolina, della nobile famiglia della Penna. Nel primo Cinquecento, durante un viaggio nelle Fiandre, il marito Valentino de’ Cancellieri si ammala e muore. Rimasta sola a Bruxelles, Orsolina riesce a entrare in contatto con il giovane imperatore Carlo V e, nella primavera 1522, resta in dolce attesa di Thadea. Al ritorno in Italia, la piccola vedrà la luce a Bologna. Durante una breve pausa lungo il tragitto del rientro in patria. Orsolina fece quindi il suo ingresso a Perugia nascondendo la fresca maternità, mentre la cura della neonata fu affidata segretamente alle clarisse del monastero di Collazzone, isolato nelle colline tra Perugia e Todi.

Carlo V non si era affatto dimenticato della propria figlia. Trovandosi nei primi mesi del 1530 in Italia per essere incoronato dal Papa, approfittò dell’occasione per incontrare la piccola Thadea. Come di prassi all’epoca l’imperatore aveva già iniziato a tessere per lei importanti progetti matrimoniali, utili alla sua diplomazia. Nella primavera del 1536 avvenne però l’imprevedibile: gli zii materni della fanciulla, scopertane l’esistenza, forzarono la sua uscita dal monastero per offrirla in sposa a Sinibaldo de Cupis. Costui era un giovane rampollo di una delle più antiche famiglie di Montefalco, ascesa in breve tempo ai più alti livelli della corte pontificia, grazie soprattutto a Bernardino, «maestro di casa» della potente famiglia della Rovere, e a suo figlio Giovan Domenico de Cupis, creato cardinale da Leone X. Informato dei fatti solo a nozze ormai concluse, Carlo V scrisse una lettera molto risentita a Orsolina, accompagnata tuttavia da un appannaggio di 3000 scudi d’oro da destinare a «profitto e utilità» di Thadea. Gli anni successivi furono funestati da una lunga scia di lutti. Orsolina morì e la giovane Thadea rimase pure vedova: da qui la sua scelta di ritirarsi a “vita appartata” a Roma. Nel 1558 morì anche Carlo V e lei si ritrovò all’istante completamente sola, unica custode di una verità dapprima faticosa da nascondere e poi, da un giorno all’altro, ancora più faticosa da dimostrare. E al solo raggiungimento di questo scopo di ordine morale, l’affermazione della nuda Verità, appunto, dedicherà tutte le energie degli ultimi anni della propria esistenza. Sono vani i tentativi della donna, che fino alla fine si rivolge a Felipe II per chiedere riconosci i propri natali.

Morirà senza riuscirci, sfinita, dopo essersi battuta contro tutto e tutti. Come dimostra la sua firma in calce all’ultima accorata lettera di supplica al suo fratellastro minore, Felipe II, re di Spagna: “Minima, indegnia et inutilissima serva Tadea”.

In verità, Thadea, principessa d’Asburgo, figlia di Carlo V Imperatore. Una storia di segreti e di donne, in cui Carlo V, l’imperatore del “regno in cui non tramonta mai il sole” ha avuto l’importante ruolo di ago della bilancia.

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