Accademia Pietro Vannucci: tutte le Belle arti raccolte in una mega teca digitale

PERUGIA – L’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” è arrivata al traguardo prefissato due anni fa. Ovvero realizzare la “Teca digitale”. Un ambizioso e soprattutto utilissimo progetto che consentirà di digitalizzare una cospicua parte del patrimonio di questa istituzione culturale che dà lustro culturale non solo al capoluogo umbro, ma all’intera rete nazionale.

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Si tratta infatti, tradotto in numeri che nell’arte hanno valori sesquipedali, di diecimila “pezzi” tra disegni, che sono circa cinquemila, duemila incisioni e tremila carte d’archivio che attualmente sono conservati dall’Accademia.
La premessa è per certi aspetti un po’ amara perché trattasi di “questua costante” nelle italiche cose che riguardano la cultura del Bel Paese: finanziamenti. Per chi li dà è chi li riceve, comunque, sono gratificanti ed esemplari visto che si realizzano cose. Ed il caso dell’assegnazione del contributo finanziario, in questo specifico caso, concesso dalla Fondazione Perugia col bando “Arte, Attività e Beni culturali. Digitalizzazione dei beni culturali 2021”.

LA DIRETTRICE

“La digitalizzazione del cospicuo materiale storico dell’Accademia – ha spiegato la direttrice Tiziana D’Acchille,- è di straordinaria entità e interesse documentario non solo per la storia dell’Istituzione, ma più in generale delle Arti dal XVI al XX secolo. Ciò consentirà una sua fruizione esponenziale. Studiosi e ricercatori, anche internazionali, potranno accedere ai documenti e alle opere d’arte senza doversi recare fisicamente all’Accademia Pietro Vannucci, perché potranno consultarlo collegandosi al sito web istituzionale, dove a breve sarà inserito il link.
Questa accessibilità da remoto amplificherà notevolmente il potenziale di ricerca e studio, consentendo ad un pubblico più vasto di esplorare e approfondire la storia e l’arte rappresentate nel materiale dell’Accademia.
Inoltre, come ormai sappiamo, la possibilità di accedere digitalmente al patrimonio artistico contribuisce a preservarlo nel tempo, offrendo una forma di conservazione aggiuntiva rispetto ai tradizionali metodi fisici”.

IL PUNTO DI PARTENZA 

L’opportunità di realizzare questo progetto così legato alla contemporaneità e ai suoi linguaggi multimediali di una istituzione così antica, parte da due borse di studio post laurea della durata di 14 mesi. Una di queste, serve per capire in che cosa è consistito il lavoro, è stata indirizzata all’attività sistemistica collegata alla creazione di un DB in tecnologia docker, alla realizzazione di un sito web per l’import delle immagini scansionate di disegni, stampe e materiale documentario dell’Accademia Pietro Vannucci.
L’altra borsa di studio, invece, è stata destinata all’attività vera e propria di catalogazione e digitalizzazione di disegni, stampe e materiale documentario dell’Accademia, come già detto in apertura di complessivi diecimila pezzi, per un importo di dodicimila euro. Chiara la mission, poi concretamente in fase di realizzazione: realizzare un database accessibile a tutti tramite il web e pertanto non più solo in presenza, concepito essenzialmente per essere versatile e implementabile, ovvero strutturato secondo funzionali criteri di accessibilità. Tutto ciò, in concreto, si traduce di fatto in una catalogazione in cui confluiscono immagini, dati e una prima schedatura delle opere secondo gli standard dell’Istituto Centrale del Catalogo e Documentazione dei beni culturali.
Per la realizzazione del progetto checome detto è durato complessivamwnte due anni, ci si è avvalsi di uno scanner ad alta definizione per l’acquisizione dei documenti. A ciò, è bene sottolinearlo, si sono aggiunte competenze informatiche storico artistiche presenti in due diversi dipartimenti dell’Università degli studi di Perugia, partner sostenitore dell’iniziativa, che insieme all’Accademia hanno coordinato assegnisti e borsisti selezionati per gli scopi specifici del progetto.

FRUIBILITA’ QR CODE

A fronte della cospicuità del materiale documentario custodito dall’Accademia Pietro Vannucci già inventariato, ma solo in piccolissima percentuale fotografato ed editato, il progetto si è occupato di realizzare una prima digitalizzazione e schedatura selezionando documenti di particolare interesse, sicuramente i più antichi, quelli che sono in uno stato di conservazione precario e quelli di maggior pregio storico-artistico.
Le informazioni potranno essere accessibili dalla piattaforma mobile inquadrando un apposito QR code collegato alle opere effettivamente in mostra all’Accademia.

DOCUMENTI INEDITI

 

Tra i circa 12 mila disegni, ci sono nuclei molto antichi, confluiti grazie ad acquisizioni e cospicue donazioni tra gli anni Sette e Ottocento.
In particolare, il fondo donato nel 1897 da Luigi Calderoni, che annovera circa 150 fogli del Cinque-Seicento, molti dei quali provenienti da prestigiose raccolte perugine.
Tra questi vale la pena segnalare disegni attribuiti ad Annibale Carracci, Salvator Rosa, Remigio Cantagallina, Stefano della Bella, Avanzino Nucci, Luigi Garzi. Poi ci sono gli organici nuclei dei disegni realizzati da tre storici direttori dell’Accademia, ovvero Carlo Spiridione Mariotti (1726-1790), Baldassarre Orsini (1732-1810) e Pietro Labruzzi (1748-1817).
C’è anche un ricchissimo fondo pervenuto nel 1884 grazie al legato di Luigi Carattoli, che oltre alla cospicua raccolta dei disegni di Jean Baptiste Wicar, raccoglie fogli antichi di altissima qualità che attendono ancora un’analisi approfondita. Ci sono poi l’album di Marcello Leopardi e i fogli di Pietro Carattoli donati nel 1877 da Federico Benvenuti.
Un rilevante gruppo di disegni dei perugini Domenico Bruschi (1840-1910) e Annibale Brugnoli (1843-1915), protagonisti della scena artistica umbra e romana nella seconda metà dell’Ottocento.
Di particolare rilevanza, inoltre, i pregevoli disegni di architettura del fondo Guglielmo Calderini e Ulpiano Bucci.
Sono circa 6.300 le incisioni che costituiscono una ricchissima raccolta calcografica di interesse internazionale.
Molti gli esemplari antichi, rari e, in alcuni casi, di grande formato.
Da segnalare i preziosi nuclei di acqueforti del Cinquecento: Marcantonio Raimondi; del Seicento come Jacques Callot, Cherubino Alberti e del Settecento ovvero Giovanni Volpato, G.B. Piranesi, Tommaso Piroli, Domenico Cunego, Raffaello Morghen.

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