Alla “Festa di Primavera” di Monterivoso tra erbe spontanee commestibili, coppi dipinti da bambini e tradizioni

FERENTILLO – Festa di Primavera per bambini e adulti. L’ associazione Amici dei Gemellaggi di Ferentillo, ha organizzato per domenica 14 aprile a partire dalle ore 10 un evento a scopo benefico a favore della stessa Associazione.
In mattinata quindi appuntamento a piazza Paletti di Monterivoso per inizio ricerca erbe spontanee commestibili della zona: al termine intervento del dottor Marco Cantarelli “la biodiversità e importanza del patrimonio vegetale. A seguire pranzo Buffet tradizionale con erbe spontanee sotto gli arconi della Chiesa di Sant’Antonio nell’antico castello, costo 15 euro.
Nel pomeriggio visita alla collezione privata ” una finestra sul 900. Sempre nel pomeriggio “I coppi della Primavera”: i bambini disegnano sui coppi i colori della primavera alle ore 14,30 Piazza Paletti; i bambini saranno sostenuti durante i disegni sui coppi come fiori alberi e api  da pittori; i lavori poi saranno esposti sui muri lungo le vie di Monterivoso. Dopo la merenda i bambini saranno premiati. Costo partecipazione 5 euro.
Da parte sua l’organizzazione comunica che la prenotazione agli eventi è valida fino al 10 aprile al numero 3207271957.
L’ iniziativa vede il patrocino della proloco del Comune con la collaborazione degli abitanti di Monterivoso; Nora del Castello di poggio.
Questa volta la tradizione ci riporta indietro negli anni, Monterivoso o Castelrivoso o Casarioso e copioso di fatti, leggende e detti locali soprattutto legati alla fede.
Il paese e posto lungo le sponde del fosso del Castellone, aggrappato alla rupe rocciosa dove, qua e la, spuntano argentati ulivi. E lassù, sotto l’altra torre quadrata, la preziosa chiesa di Sant’ Antonio Abate, di recente restaurata, ricca di dipinti, altari votivi, affreschi, ed un melodioso organo, anche questo di recente restauro. Dell edificio ne abbiamo già parlato lungamente, anche dei suoi dipinti tanto per citare di nuovo la tavola nel presbiterio del pittore rinascimentale Francesco Nardini o i dipinti su tela di di Nicolao de Amicis maceratese del XVII secolo ecc… i bellissimi altari della famiglia Mancinelli, Argenti, Paletti e Pacetti… ma la curiosità viene raccontata dalle donne anziane del luogo a riguardo della statua della Madonna col Bambino che si festeggiava solennemente a Settembre e la prima domenica di Maggio. La Madonna, ancora oggi, e’ racchiusa nel suo pregevole altare tutto realizzato in legno, intarsiato e decorato  con alcune formelle dipinte  raffiguranti i misteri del Rosario. La Madonna col Bambino sulle ginocchia, indossano ambedue, abiti in stoffa, il viso le mani sono in legno scolpito e dipinto, mentre, la struttura interna dei corpi, e’ in semplice legno. La Sacra Immagine, al tempo dei festeggiamenti, veniva collocata in una preziosa macchina lignea dorata e intarsiata (ancora esistente in chiesa) e portata in processione per le vie del paese di Monterivoso.
“Pochi giorni prima della festa – racconta una anziana signora di Monterivoso – per noi che eravamo piccole, la Madonna e al Bambino venivano vestiti con nuovi abiti per uscire in processione e quelli rimanevano per l’anno successivo e così via. La sistemazione degli abiti era riservata alle donne adulte, a noi bambine non facevano assistere alla vestizione perché sotto il vestito i corpi della Madonna e del Bambino erano solo stecche di legno e, le nostre mamme, temevano che tale visione avesse turbato la nostra sensibilita’. Alla Madonna veniva messo un sotto vestito, una sorta di tunica bianca con tutto merletto e pizzo, sopra, il vestito azzurro con tutte stelle dorate, polsini e colletto ricamati con merletto. Cosi anche al Bambino Gesu, a differenza che a lui veniva indossato una  tunichetta di seta chiara e oro. Ogni anno avveniva la vestizione, con nuovi abiti. Per noi era una gioia vedere tutta questa cerimonia, perché somigliava come la vestizione delle nostre bambole. Durante la vestizione, in chiesa, le donne recitavano piano piano, sommesse  questa preghiera: VERBO SO’ E VERBO VOGLIO DIRE, QUELLO CHE DISSE GESU NOSTRO SIGNORE; VUOL PATIR IN CROCE PER PATIR PASSIONE E MORTE. VIDI UNA CROCE TANTO BELLA CHE TENEVA UN BRACCIO IN CIELO E UNO IN TERRA, E SAN GIOVANNI CHE A LI  PIEDI STAVA,  UN LIBRO D’ ARGENTO IN MAN REGGEVA, E LA MADONNA GLI RISPONNEVA: CHI SA LO VERBO SE LO FACCIA IMPARARE, LE PENE DELL’ INFERNO PUO SCAMPARE, CHI NON SA LO VERBO SE LO FACCIA DIRE, LE PENE DELL’ INFERNO PUO SFUGGIRE; CHI LO DICE TRE VOLTE AL GIORNO AVRA TUTTI GLI ANGELI ATTORNO; CHI LO DICE TRE VOLTE LA SERA UN ANGELO GLI ACCENDE UNA CANDELA; CHI LO DICE TRE VOLTE LA NOTTE MORRA’ SI MA NON DI MALE MORTE. E così la festa della Madonna di Stoffa si celebrava con suoni, canti funzioni ma anche con balli, pranzi, rinfreschi in piazza con il gioco delle pigne, tiro alla fune e corsa dei sacchi”.  Insomma tradizioni bene ripristinare con spensieratezza, gioia e spirito di aggregazione che rendono vivi i nostri bellissimi e accoglienti borghi della Valnerina.

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