Alla Sala Cutu "Cartoline da casa mia": il teatro racconta il dramma dell'Hikikomori

foto di scena di Cartoline da casa mia

PERUGIA – Sabato 30 novembre, alle 21 in Sala Cutu, prosegue la XXV edizione della Stagione Indizi con il secondo appuntamento in programma dal titolo Cartoline da casa mia  – vietato ai minori di 18 anni – prodotto da Alessandro Vitiello Home Gallery, scritto da Antonio Mocciola e interpretato dal giovane e talentuoso Bruno Petrosino, diretto dal regista Marco Prato. Dopo il successo delle recenti date di Roma e Parigi lo spettacolo approda a Perugia, in Sala Cutu.
Crudezza e poesia per raccontare un fenomeno che è sempre più diffuso, partito dal Giappone e profuso ormai in tutto il mondo così come in Italia, dove ormai migliaia di ragazzi under35 scelgono l’esilio volontario alla vita.
Fosco, il protagonista è un disadattato. Così la società liquida un uomo, specie se giovanissimo – e dunque obbligato alla vita – che decide di isolarsi in una stanza. Fosco non possiede più nulla se non la voglia di comunicare attraverso la desueta forma della cartolina. Una cartolina per continuare ad esserci, uno strumento con cui dice al mondo di essere ancora vivo avvertendo la sua disperata, ma dignitosa, solitudine volontaria. Il fenomeno, che in Giappone è una vera e propria emergenza, tanto da meritare un nome apposito (Hikikomori), descrive un disagio adattivo di origine sociale.
“L’Hikikomori è una pulsione all’isolamento fisico, continuativa nel tempo, che si innesca come reazione alle forti pressioni di realizzazione sociale, tipiche delle società economicamente sviluppate.” Le cause di questo fenomeno sono date da fattori personali e sociali di varia natura; tra questi la mancanza di figure di riferimento nell’ambito familiare ma anche una morbosa attenzione della figura materna che impedisce uno sviluppo psicologico autonomo e una grande pressione verso l’autorealizzazione e il successo personale.
Fosco ci parla dal nulla e nel nulla rientrerà. I suoi appelli sono caduti nel vuoto. Gesti d’amore che non abbiamo capito, o voluto capire. Pensieri alla deriva. Per giorni, per mesi, forse per sempre.
Lo spettacolo è stato volutamente inserito in Stagione al fine di portare all’attenzione del pubblico che Fosco rappresenta tutti i ragazzi che scelgono la strada dell’isolamento, rappresenta quei ragazzi a cui vorremmo dar voce per allontanarli dal baratro, per allertare le famiglie rispetto a questo nuovo pericolo silenzioso ma, al tempo stesso, assordante per l’impotenza di chi assiste all’esilio volontario del proprio caro.
Info & prenotazioni 320.6236109

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