All’archivio di Stato di Terni omaggio a Aurelio De Felice con la mostra “Ladro della Vita”

TERNI – A Palazzo Mazzancolli, di via Cavour, sede dell’Archivio di Stato di Terni, prenderà il via dall’8 fino al 27 ottobre la mostra sulle orme del maestro Aurelio De Felice “Ladro della vita”. L’iniziativa è organizzata dall’Archivio di Stato in collaborazione con altri enti, associazioni cittadine con il patrocinio del comune. Quindi domenica 8 ottobre alle ore 17 vernissage sulle opere di uno dei importanti artisti dell’arte del ‘900.

Alla Sala Giani conferenza di presentazione. L’iniziativa rientra nel progetto del ministero della Cultura “domenica di carta”. La mostra vuole essere un momento di valorizzazione del patrimonio archivistico del fondo Aurelio De Felice donato dagli eredi. Non stiamo qui a elencare il regesto della vita e delle opere del maestro di Torreorsina, perché questo, sia la città che il mondo dell’arte, ne è ben informato da sempre. Quello che vogliamo ricordare e parlare del maestro, sono le sue molte uscite artistiche per partecipare come scultore alle varie mostre sia personali che collettive insieme ad altri illustri personaggi.  Per parlare di alcune opere e della figura, in questa occasione, vorrei soffermarmi su uno dei tanti eventi che partecipò fuori regione, dove, noi accompagnammo il maestro De Felice. Anno 1992 (quel giorno, Aurelio De Felice era inebriante, felicissimo), dal 2 maggio al 30 luglio, Mostra al Castello Estense di Mesola “Scultura Italiana del primo Novecento” curatore professor Vittorio Sgarbi. Le opere di Aurelio De Felice in mostra, insieme a quelle di Pericle Fazzini, Leoncillo Leonardi, Lucio Fontana, Emilio Greco, Giacomo Manzù e tanti altri artisti di fama, furono due pezzi (di appartenenza all’ amministrazione provinciale di Terni): Giovane Innamorato 1938 legno altezza cm 90;  Studio per il ragazzo con il flauto 1940 bronzo altezza cm 121. Nella scheda biografica a cura di Francesco Pullia, (che correda il catalogo) si legge: l’ Enfant Prodige della ‘scuola romana’ come lo definì Marco Valsecchi, e grazie all’amicizia con Pericle Fazzini frequentando assiduamente il suo studio, conosce artisti e poeti. Nel 1941 dopo essersi diplomato all’accademia di belle arti di Roma, diviene professore assistente e più tardi nel 1941 professore ordinario. Le opere di questo periodo (Silvia, Giovane Santa e  Ragazzo Innamorato), opere esposte in varie personali ma la più interessante sempre nel 1941 alla galleria di Roma presentate dallo stesso Renato Guttuso. Appena il conflitto mondiale 1946 espone a zurigo; e poi in Germania in una personale a Francoforte. I primi anni ’50 furono quelli che lo vide come fondatore e dirigere insieme a Gino Severini la Scuola d’Arte Italiana a Parigi e qui incontrerà Picasso, Van Dongen, Legèr, Zadkine, Cocteau, Tobey, Brancusi. Estraneo al dibattito tra realismo e formalismo in Italia, essendo lui attratto dal cubismo, da lui rivisitato. Negli anni sessanta e settanta in piena attività con mostre in quasi tutta europa, finché nel 1977, viene invitato a Tokyo per una conferenza su Orneore Metelli (il pittore padre del Naifs italiani) De Felice si impegnerà a valorizzare e far conoscere questo artista ternano. 1982 un’importante mostra si tenne alla Galleria Porta di Ripetta a Roma. Nel 1988 è stata realizzata una mostra permanente di opere presso Villalago. Oggi le opere del nostro “maestro”  si possono ammirare presso la sede della Provincia di Terni, al museo di arte moderna del Caos, o presso il “colle dell’infinito” di Torreorsina, sua patria natia. Aurelio De Felice è stato il fondatore e il primo preside dell’Istituto statale d’Arte “O. Metelli” di Terni.

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