Anche il Futurismo umbro in mostra a Matera: oggi l’inaugurazione

MATERA – Per la nostra rubrica Dentro lo Stivale segnaliamo oggi, con un pizzico di campanilistico orgoglio, la mostra che proprio stamani, 20 ottobre, è stata inaugurata a Matera e che resterà aperta fino al 10 gennaio 2024: “Futurismo italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento”.

Infatti l’allestimento è curato dallo storico e critico d’arte perugino Massimo Duranti, in queste foto è proprio con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ha voluto fortemente la mostra e partecipare al taglio del nastro,  e nel comitato scientifico ci sono altri due umbri: Andrea Baffoni e Antonella Pesola.

 

Poi per la presenza in esposizione di ben cinque prestiti di importanti opere futuriste che vengono dal Cuore verde: Il trittico della velocità (Comune di Perugia), l’Annunciazione e Laghi italiani (collezione privata) di Gerardo Dottori, Acrobazie tra le nubi (Camera di Commercio di Perugia), Dinamismo di cavalli e Resurrezione da Monza e Brugherio, Vaso biansato di Leandra Cominazzini Angelucci. Proveniente da Torino, invece, un’aeropittura di Giuseppe Preziosi, futurista ternano.
Altro collegamento umbro è la scelta di Massimo Duranti di esporre tre manifesti originali realizzati da Seneca, il famoso cartellonista della Perugina, sulla Coppa Perugina.

 

Infine quattro fotografie di Giuseppe Cardoni, ingegnere, che abita a Marsciano, vincitore di parecchi premi, dovuti alle “tracce futuriste”. Tra i prestiti di rilievo ci sono “ Forme grido viva l’Italia “di Balla proveniente dalla Galleria Nazionale di Roma, un rarissimo Boccioni con uno spartito musicale, una ricognizione di tutti i futuristi che hanno partecipato a mostre realizzate nel Sud Italia tra il 1920 e il 1944.

 

La mostra è articolata in quattro sezioni: esordi futuristi, aeropittura, arte meccanica e arte sacra. Per finire tutta l’arte che deriva dal Futurismo, ovvero fotografie, abiti, manifesti e il “bucciotto” di Depero sul Campari, scultura di legno, e un libro “imbullonato”, con dadi metallici, emblema del Futurismo. Inoltre i famosi arazzi della Angelucci, le mattonelle e piccoli mobiletti di Balla.

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