Dentro lo Stivale: per Santo Stefano trasferta a Roma per il "Trio Meraviglia" Casale, Nava e Di Michele

ROMA – Santo Stefano un po’ più lontano del semplice fuori porta? Diciamo… Roma? E allora ecco che per gli amanti della musica Dentro lo Stivale di Vivo Umbria vi consiglia un concerto davvero particolare. Dopo i primi due sold out a Milano, approda domani, giovedì 26 dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma alle ore 21, il nuovo progetto di Rossana Casale, Grazia Di Michele e Mariella Nava insieme sul palco per la prima volta per condividere le loro esperienze e i loro differenti stili musicali.

Grazia Di Michele

Mariella Nava

Rossana Casale

Un viaggio che le vedrà condividere un originalissimo “trialogo” con brani del loro repertorio, e non solo, in versioni inedite e coinvolgenti, a partire da alcune delle canzoni più note scritte per se stesse o per altri grandi interpreti della musica italiana (tra cui, solo per citarne alcuni, Renato Zero, Ornella Vanoni, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Mina). Tra questi si potranno ascoltare: Le ragazze Di Gauguin, Brividi, Così è la vita, Destino, Io e mio padre, Gli amori diversi, Il cuore mio, Semplice, Solo i pazzi sanno amare, A che servono gli dei, Io sono una finestra, Mendicante, Terra, Spalle al muro, Come mi vuoi, Per amore, e tanti  altri.

 
Ecco cosa ciascuna delle tre artiste ci ha detto alla vigilia dell’inizio della loro mini tournée in questa intervista che abbiamo raccolto per Gruppo Corriere.
Mariella Nava, nell’ambito della forma-canzone il testo è un elemento fondamentale. Quali sono le qualità, i segreti per scrivere un buon testo per una canzone?
“Raccontare delle verità attraverso il proprio modo di inquadrare la vita, quindi non perdere mai di vista la sincerità. Diciamo che la vera spinta emozionale deve essere quella di raccontarsi e di raccontare bene. Un buon autore, infatti, è anche un buon reporter. La parte scenografica di questo racconto è il supporto musicale. Io, ad esempio, che mi occupo un po’ di tutto, opero anche scelte sonore e inquadrature armoniche di un brano, dove c’è un po’ il sapore di quello che si vuole raccontare, della narrazione stessa. Che sono come gli effetti speciali di un film”.
Cosa pensa della situazione attuale per quel che riguarda il pop che è ormai quasi tutto dominio del rap e dell’hip hop?
“Ormai si parte da presupposti altri, metrici stretti e ritmici, quindi abbiamo un po’ perso la sostanza più nostra, che è quella della melodia, quella che si faceva riconoscere dovunque nel mondo e anche nel tempo. Ad esempio il risultato eccellente della Tosca, messa in onda qualche sera fa, dimostra un fatto: l’auditel ottenuto conferma che ci sono cose che sopravvivono al tempo e alle mode e che sono al tempo stesso connaturate con le nostre origini musicali, stimate e apprezzate e a volte imitate nel mondo. Ecco questa parte, l’abbiamo un po’ persa”.
Quindi, secondo lei, i nuovi paradigmi del rap sono destinati a scomparire presto?
“Sicuramente, perché troppo ripetitivo, perché stancante e anche perché, spesso, quando non si ricorda la parola, la musica resta e se ci sono solo parole queste si consumano e passano nel tempo. Anche perché le  parole di oggi sono parole per le parole, cercate più per il ritmo che per il contenuto, quindi ancora più difficili da memorizzare”.
Rossana Casale, forse la voce più jazz oriented delle tre e come tale legata a Umbria Jazz.
“Umbria jazz è stato un palco molto importante per me. Mi ricordo ancora la telefonata dei tempi. Era l’inizio degli anni Ottanta. Mi disse Pagnotta: “Io in un club non posso metterti, in un’arena neanche, ma se ti metto in piazza? Beh – dissi – è fantastico”.  Poi mentre cantavo vidi passare sotto al palco Miles Davis e quasi un colpo. Umbria Jazz è stata fantastica, anzi mi piacerebbe tornarci”.
Un’amicizia di vecchia data la lega proprio a Grazia di Michele.
“Un’amicizia trentennale, i nostri figli sono ormai grandi”.
Insieme, qualche anno fa, avete reso omaggio a Sergio Endrigo nel decennale della scomparsa, altra figura, quella di Sergio Endrigo, legata all’Umbria, a Terni in particolare, perché Endrigo sposò una ragazza ternana e ora tutt’e due riposano al cimitero cittadino.
“Sergio Endrigo è stato uno degli autori che abbiamo avuto nella storia della musica d’autore italiana. Ha scritto poesie e musiche stupende. Endrigo è tra gli autori che amiamo non solo cantare, ma anche insegnare (sia Rossana Casale che Grazia Di Mchele sono anche docenti in Conservatorio, nda)”.
Vocal coach in X Factor per molti anni. Come è cambiata la musica negli ultimi 30 anni?
“La musica è cambiata come sempre: cambia la musica, ha una sua parte intrigante e positiva e una parte difficile perché segue delle evoluzioni che siano tecniche o sociali che richiedono delle cose in cui   a volte stentiamo a riconoscerci. Però è importante essere sempre attenti, perché sennò fai la figura di chi è out, di chi è troppo anziano per capire”.
Come è nata l’iniziativa di riunirvi in questo trio?
“Grazia e io era da tempo che avevamo voglia di ritrovarci e scrivere insieme, dopo due album importanti della nostra vita. Ci siamo ritrovate in una conferenza stampa, io, lei e Mariella e così ci siamo guardate negli occhi e ci siano dette: “Perché non facciamo qualcosa insieme?”. E da lì abbiamo cominciato a mandarci i pezzi, rispolverare quelli che avevamo nei cassetti e sono nati dei brani inediti, molto belli. E’ un incrocio delle nostre musicalità che ha partorito delle cose molto inaspettate e belle che sono esattamente un compromesso delle nostre tre anime musicali”.
Grazia Di Michele, un trio, il vostro, che è una sintesi tra musica d’autore, jazz e folk e che rispecchia i percorsi che avete rispettivamente seguito. Ma oltre alla musica suonata e cantata c’è anche, da parte sua, un interesse specifico per la musicoterapia.
“Sono diventata musicoterapeuta e lo sono da tanti anni. Ho cercato di capire se la musica poteva affrontare degli ambiti particolari legati alle problematiche fisiche e psicologiche. La musica ha tanti poteri. Terapeutico, preventivo, anche curativo; tanti ambiti di applicazioni e altrettanti risultati che sono tuttora oggetto di attenta analisi”.
Nella sua carriera ha tra l’altro contribuito a valorizzare anche le canzoni di Italo Calvino.
“Italo Calvino si può definire il primo cantautore italiano che con i Cantacronache ha scritto canzoni di guerra e di pace.  In proposito feci uno spettacolo teatrale insieme a Maria Rosaria Omaggio che abbiamo portato in giro per il mondo, sino a New York, al Palazzo delle nazioni Unite. Un’esperienza indimenticabile”.
Ad accompagnare le artiste dal vivo, in un concerto ricco di energia e poesia, ci saranno sei grandi musicisti, provenienti da esperienze eterogenee: Ermanno Dodaro al contrabbasso, Emiliano Begni al pianoforte, Francesco Consaga a sax soprano e  flauto traverso, Fabiano Lelli alla chitarra, Roberto Guarino alla chitarra, Andy Bartolucci a batteria e percussioni.
Ad aprire i concerti e nell’ambito della performance, salirà sul palco la giovane cantautrice e flautista umbra Valeria Crescenzi

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