Bartolomey Bittman e la musica che viene dal futuro: si chiude la Spoleto Jazz Season

SPOLETO – Attaccano con un pezzo poderoso, violoncello e violino. L’entusiasmo, l’energia che riescono a mettere in circolo dal silenzio che li ha preceduti, è un richiamo che arriva da una dimensione altra, alta, a tratti onirica, in parte mistica che di certo non ammette distrazioni.

Due sono le premesse di questa musica: accettare che le possibilità liriche di due strumenti insieme, siano vastissime e riconoscere lo spaesamento. Spaesamento perché ogni volta che un orecchio sufficiente educato arriva a riconoscere uno stile, un ritmo, un genere, le note immediatamente successive contraddicono l’intuizione, che era apparsa, presuntuosamente, corretta. BartolomeyBittman sono due musicisti colti, ma la cultura da sé non basta a spiegare questo concerto: la spinta all’esplorazione è dinamica, irresistibile. “Volevamo fare una musica che a noi piacesse ascoltare” ci dicono. L’innovazione non può essere tale senza una precisa conoscenza dei precedenti storici la cui presenza è innegabile. Quello che ne risulta è una musica totale, sorprendente che se ascoltata a occhi chiusi, sarebbe almeno ardito ricondurre a due soli strumenti. Eppure ce lo dicono che sul palco sono in cinque: oltre a loro due ci sono i creatori dei tre strumenti – violino, violoncello e mandola e quest’ultima non è che si veda – o si ascolti – proprio tutti i giorni. La raffinatezza espressiva è un’esplorazione vigorosa che vira senza soluzione di continuità dal folk, al rock, dalla classica alle sfumature jazz, il tutto coniugato attraverso la cifra stilistica del progressive. Che eppure è godibilissimo, non sconfina mai nel mero virtuosismo: qui c’è un equilibrio armonioso e saldo, che sa sondare la delicatezza, inscrivendola entro l’avanguardia di cui Vienna è stata storicamente culla. Verso la fine, sembra che gli strumenti non siano più in grado di tradurre tanta forza e allora arrivano le voci, come grida che liberano.

Un concerto che era stato rimandato tre volte e che finalmente arriva stasera, un’esperienza che risana e elettrizza – per tutto quello che inevitabilmente ci siamo persi e che adesso, è qui davanti, finalmente ricomposto e ricongiunto. E nessuno immaginava potesse essere così pieno: questa musica viene chiaramente dal futuro.

Sara Costanzi

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