ASSISI – Il 16 settembre esce per Mondadori, Il cuore nascosto del Cantico, il nuovo saggio di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. Il libro rappresenta una rilettura del Cantico delle creature di San Francesco ed esce in occasione degli 800 anni dalla composizione del testo.
Il Cantico di frate Sole è una perla della letteratura mistica universalmente conosciuta. Eppure, ha ancora molto da svelarci. In questo saggio, il Vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ne propone una lettura sorprendente e innovativa: partendo dalla fine. Sono le ultime strofe, infatti, a racchiudere il cuore nascosto di questo meraviglioso inno. Come in un «canone inverso», Sorrentino rovescia la lettura tradizionale e si sofferma subito sulle strofe finali, dedicate al perdono, al dolore e a «sora nostra Morte corporale». Qui, la melodia del Cantico arriva a toccare la condizione umana in tutta la sua fragilità. È un invito a guardarsi dentro, nel profondo dell’animo.
Non a caso, ci svela l’autore, queste strofe «della soglia» furono composte nel vescovado di Assisi – a differenza delle prime, composte a San Damiano – e in un periodo particolarmente doloroso: lì, tra le spesse mura episcopali, San Francesco ha dovuto confrontarsi con la sofferenza fisica e la «grande notte dello spirito». Ma non se n’è lasciato travolgere, anzi, ha trovato la forza di aggiungere dei versi inaspettati, rendendo il messaggio del Cantico ancora più profondo e variegato. Una lode al creato che non si limita agli elementi cosmici, ma abbraccia il dramma dell’esistenza.
Accanto a questa profonda meditazione, l’autore ci racconta il retroscena di alcuni eventi cruciali che hanno orientato la composizione del testo: dalla storica riconciliazione tra il vescovo Guido II e il podestà di Assisi, mediata da Francesco attraverso l’aggiunta della strofa del perdono, alla profonda meditazione sulla morte, accolta non come nemico ma come «sorella». “Le ultime strofe del Cantico hanno una potenza straordinaria: riconciliazione, pace e sguardo verso l’eternità sono parole chiave, soprattutto oggi. I due momenti e luoghi diversi dove San Francesco ha scritto il Cantico hanno invece un’importanza fondamentale per ricostruire anche il rapporto di Francesco con i vescovo del tempo”.
Con questa attenta rilettura delle fonti francescane e la sua sapienza teologica, Sorrentino ci permette di riscoprire un inno che affronta i limiti dell’uomo, tracciando una via di speranza e di consapevolezza profonda.