Città santuario dell’Umbria allo stremo tra ingiuste esclusioni e ristori-elemosina

ASSISI – La città serafica lo è molto meno del solito dopo che le attese per il decreto sostegni alle città santuario si è rivelata una elemosina, 10 milioni di euro, rispetto alle reali necessità. Non basta: Assisi è capofila della protesta visti  i dati allarmanti: la città ha registrato circa 530mila presenze straniere nel 2019 (su 1,3 milioni di presenze complessive) e soltanto 67mila presenze straniere nel 2020 con un calo dell’87% e questo è emblematico di una crisi senza precedenti che sta compromettendo circa duemila famiglie, con gravi ripercussioni sul tessuto socio-economico del proprio territorio.

Capofila, dicevamo, di altri due centri umbri incomprensibilmente non considerati dal governo Draghi, come Cascia e Norcia, che con Santa Rita e San Benedetto qualcosa pur dovrebbero rappresentare nell’ambito del turismo religioso che non c’è più e non si sa quanto e in che proporzioni tornerà.

“I sostegni sono insufficienti in termini quantitativi – si legge nella nota a firma di Stefania Proietti sindaco di Assisi – alla luce della seconda stagione persa per l’azzeramento del turismo, e sono rimaste fuori le piccole città santuario come Cascia e Norcia in Umbria sulle quali pesa anche il post sisma 2016”. Il Sindaco e l’amministrazione continuano quindi “a richiedere un pieno sostegno al Governo e alla Regione, sostenendo Confcommercio Assisi e il comitato assisano #noidimenticati, con le loro azioni di sensibilizzazione sul dramma economico che stanno vivendo e sulla loro enorme preoccupazione per il futuro; azioni (ora estese alle altre città) fatte in maniera nel rispetto delle regole antiCovid, ma estremamente determinate, perché dietro ad ogni attività economica, ad ogni partita Iva, c’è una storia fatta di lavoratori, di famiglie, di dignità. Il Governo ha dato un segnale importante che, di fatto, riconosce che città accomunate dallo stesso denominatore dell’essere sede di Santuari e quindi meta del turismo religioso nazionale e internazionale, sono riuscite a fare rete nell’interesse generale delle comunità.

Il percorso propositivo era iniziato con specifici emendamenti l’anno scorso ed ha trovato evidenza nella Finanziaria 2021, ma nelle fasi di formazione del Decreto Sostegni c’è stata l’ulteriore richiesta del Sindaco di Assisi – insieme ai colleghi delle altre città con caratteristiche similari – di confermare quei ristori per le Città Santuario e di prevedere per tutte le partite iva ulteriori contributi svincolati dal codice Ateco di appartenenza. È necessario un ulteriore sforzo affinché quei ristori possano essere riconosciuti anche a Città Santuario con meno 10 mila abitanti e venga incrementata l’iniziale dotazione finanziaria dei 10 milioni di euro, in quanto largamente insufficiente; occorre assolutamente creare le condizioni perché gli aiuti arrivino davvero, in forma rapida e coerente con il danno subito in questo lunghissimo anno in cui le attività economiche interessate hanno registrato incassi pressoché irrilevanti. Oggi più che mai è assolutamente necessario dedicare una costante attenzione alle esigenze di famiglie, imprese e soggetti economici che hanno iniziato ad affrontare un 2021 a dir poco complicato, dopo un 2020 che ha registrato i peggiori risultati che la memoria umana ricordi”.

 

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