Con “Il Re Leone” l’Umbria chiama Los Angeles: Barry St. John, visual effects producer di Disney, è folignate d’adozione

LOS ANGELES – Foligno chiama Los Angeles guardando quello straordinario remake cinematografico che è “ Il Re Leone (The Lion King)” in proiezione in questi giorni in tutte le sale italiane, tanto da aver incassato complessivamente 1,512 miliardi di dollari in tutto il mondo. E il fil rouge con Simba, Mufasa, Sarabi, Timon e Pumbaa, straordinari personaggi del movie, è nientemeno che Barry St. John, il visual effects producer per Walt Disney Studios, che a Foligno si trova molto spesso. Sua moglie Silvia, infatti, è folignate. Lo abbiamo intervistato direttamente a Los Angeles.
Barry St John sul red carpet de Il Re Leone con la moglie Silvia e la figlia Sophia
Lo abbiamo visto sfilare sul red carpet alla premiere “The Lion King” con accanto l’affascinante moglie Silvia e poi posare davanti ai fotografi di tutto il mondo accorsi per assistere al debutto dell’attesissimo rifacimento fotorealistico di animazione computerizzata dell’omonimo film del 1994, diretto da Jon Favreau e prodotto dalla Walt Disney Pictures. Barry St. John, 38 anni, nato a Wichita, nello Stato del Kansas, oggi residente a Los Angeles con la sua famiglia, è uno degli artefici del successo della produzione. Ad ogni proiezione, i bambini in sala applaudono e gli adulti si commuovono nascondendo i loro occhi arrossati dietro agli occhiali da sole quando escono dal cinema.
-Barry, quali emozioni ti ha riservato lavorare per “Il Re Leone”?
“Lavorare sul Re Leone è stato un sogno diventato realtà. Da giovane il film d’animazione originale ha dato un insegnamento, per la prima volta, alla mia generazione sulla vita e la morte. Il messaggio e l’importanza del film non sono commisurabili nei suoi insegnamenti. È una storia perfetta, che sentivamo dover essere onorata e rispettata nella rivisitazione”.


-Tu sei il coproduttore degli effetti speciali, un lavoro straordinario per una produzione come questo film…
“Aver lavorato a questo film è qualcosa che ricorderò sempre e per sempre. È il mio primo credito da produttore Vfx e non ho mai lavorato così duramente per una posizione nella mia vita. Credo in questa squadra di artisti straordinari e credo nel prodotto su cui abbiamo lavorato. Per 2 anni e mezzo sono stato onorato di lavorare con artisti del calibro di Jon Favreau, Andy Jones, Mark Livolsi, Caleb Deschanel, Adam Valdez, James Chinlund e Rob Legato. Queste persone sono leggende nel loro settore e non saprei aggiungere altro sulla lora straordinaria capacità e disponibilità a lavorare su un unico obiettivo comune di eccellenza”.
-Sei molto legato all’Umbria e a Foligno in particolare, dove sei molto spesso, grazie a tua moglie Silvia…
“Da quando mia moglie Silvia Secondari e io ci siamo conosciuti, ci siamo sposati e abbiamo avuto una figlia a New York, ho avuto il piacere di far parte della famiglia di Foligno e dell’Umbria. Quando ci siamo incontrati per la prima volta a Brooklyn avevamo più amici in Umbria… A Brooklyn abbiamo avuto con noi più amici da Foligno che da New York. Ogni volta che veniamo a Foligno, sono più che fortunato ad essere accolto e far parte delle famiglie Secondari e Massacesi, e avere anche un giovane gruppo di amici a cui far visita dai nostri anni a New York. Foligno, Trevi, Spoleto e Assisi occupano posti speciali nel mio cuore per tanti motivi diversi. Tutti loro sono speciali per me e avranno sempre un pezzo del mio cuore. Non c’è posto migliore sulla Terra per trascorrere il Natale che l’Umbria. Il cibo, la famiglia e la comunità sono tra i migliori al mondo.
Stranamente, ho appena iniziato un nuovo film e l’editore ha una casa in Umbria. Pietro Scalia è un pluripremiato editore e anche lui condivide l’amore e la connessione con la meravigliosa regione”.

Scalia è un’altra leggenda del cinema: ha vinto l’Oscar per il miglior montaggio nel 1992 insieme a Joe Hutshing per “Jfk – Un caso ancora aperto” e nel 2002 per “Black Hawk Down”; ha avuto altre due nomination: nel 1998 per “Will Hunting – Genio ribelle” e nel 2001 per “Il gladiatore”.
-Barry, puoi anticiparci qualcosa della nuova produzione in cui sei impegnato attualmente insieme a Pietro Scalia?
“Pietro è un maestro nel suo mestiere. Dopo aver scoperto che era l’editore, il progetto è diventato immediatamente più attraente per me. Attualmente stiamo lavorando a un film della Sony basato sull’universo Marvel di Spiderman. Pietro ha montato un paio di film di Spiderman e questo film è attaccato a quel mondo, ma non è un film di Spiderman. Senza dire troppo, probabilmente sto dicendo troppo…”
St. John, che in precedenza aveva svolto un lavoro analogo per il film d’azione Disney “IL Libro della Giungla” nel 2016, sottolinea come la tecnologia utilizzata per creare film si sia sviluppando a un ritmo vertiginoso. “La tecnologia attuale sta addirittura superando quella da noi utilizzata per Il Re Leone, la cui produzione è iniziata già due anni fa…”.

-Thanks, Barry. Ovviamente ti attendiamo a Foligno per la tua prossima visita”. Cinema permettendo….

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