Coranavirus e Cura Italia: la protesta dei 36 medici precari umbri del 118/112

L’emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova tutto il personale sanitario del Paese, che unito, continua alacremente a lavorare per cercare di vincere questa battaglia.
I medici, di famiglia, del Pronto Soccorso, dei reparti ospedalieri, ai militari, sono uniti da un unico obiettivo: salvare più vite possibili, anche a costo di perdere la propria.
Ma c’è una categoria, i medici del 118/112 che chiede pari considerazione. Lo fa con una lettera che porta come firma: i 36 medici precari del 118/112 i quali fanno notare che di loro, pare, nessuno si ricordi quando, al contrario, stanno in prima linea almeno come gli altri.
Questi medici “Hanno prestato un giuramento, il giuramento di Ippocrate, e nonostante vorrebbero rimanere a casa per proteggere i propri figli e le famiglie dall’esposizione al coronavirus, restano in servizio per il bene della comunità. Hanno fatto i conti – si legge – con il rischio e la paura e accettato di rimanere ligi al proprio dovere. Lo Stato per sostenere il personale sanitario in servizio e tutelarlo per quanto possibile ha emanato il decreto Cura Italia; la Regione Umbria sta stabilizzando gran parte del personale sanitario in servizio, ma non i medici del 118/112.
Un riconoscimento che dovrebbe essere garantito a tutti, soprattutto a coloro che negli anni hanno continuato a lavorare con garanzie e tutele minori. Senza mai recriminare. Invece i medici del 118/112 sembrano tagliati fuori da tutti i provvedimenti. Il decreto Cura Italia e la stabilizzazione sembra valere per tutti, tranne che per i medici del 118.
In Umbria, ci sono 36 medici precari del 118/112, alcuni coprono turni negli ospedali da 4-6-8-10 anni, con continui rinnovi di contratto di 6 o 3 mesi, ma a volte un solo mese. Tra il 31 marzo e aprile il loro contratto scadrà. Gli è stato chiesto di coprire nuovamente il servizio, solo per il tempo necessario ad indire nuovi concorsi.
Non temete! I medici del 118/112 non si tireranno indietro proprio ora. Non per lo stipendio, ma per onorare il nostro giuramento che ci chiede di “perseguire…la difesa della vita, la tutela della salute…dell’uomo e il sollievo della sofferenza” Come è possibile considerare ancora precari medici che hanno dimostrato di sapere svolgere un servizio delicato e  fondamentale per i cittadini? Perché  anche a questi medici non viene concesso quanto previsto dal decreto Cura Italia e la stabilizzazione? E’ davvero possibile pensare che gli basti solo un grazie, “un applauso dai terrazzi”, un siete preziosi e indispensabili?
Ci auguriamo, cari cittadini, che sia stata una svista e che lo Stato si farà presente anche in questo caso. Immaginate se in vista di maggiori tutele i medici del 118 non venissero più in servizio. Rischieremo di perdere professionalità ed essere soccorsi da neolaureati che, seppur bravi, non hanno certo l’esperienza pluriennale dei medici del 118″.
I 36 MEDICI PRECARI DEL 118

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