Dagli Uffizi arriva ad Assisi l’opera del Maestro della Croce “San Francesco riceve le stimmate”

ASSISIDa martedì 28 settembre al 6 gennaio 2022 sarà possibile ammirare l’opera attribuita al Maestro della Croce (n. 434 degli Uffizi), raffigurante San Francesco riceve le stimmate, in tempera e oro datata tra il 1240-1250 in stile bizantineggiante che precede l’età giottesca.

Un evento davvero importante dal punto di vista artistico, religioso e culturale chiamato “inTORNO a Francesco” che ha sede nella Sala ex Pinacoteca, in piazza del Comune, e martedì avrà luogo l’inaugurzione apertura dell’esposizione alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini, del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt.

Il progetto espositivo è a cura di Giulio Proietti Bocchini  (Comune di Assisi) e di Stefano Brufani (Società Internazione di Studi Francescani Assisi).

L’esposizione “inTORNO a Francesco” nasce nei mesi scorsi dalla collaborazione del Comune di Assisi con le Gallerie degli Uffizi nell’ambito del progetto “Uffizi diffusi” e vuole essere un omaggio alla Città Serafica in vista delle celebrazioni francescane 2021. In particolare viene concesso il prestito di una delle opere più preziose del repertorio figurativo francescano degli Uffizi e soprattutto raramente prestata ad altre istituzioni museali.

L’opera è rilevante perché induce a un approfondimento, prevalentemente per l’aspetto religioso, sulla stigmatizzazione di San Francesco, uno dei pochi santi toccati dai segni soprannaturali, e l’esposizione nella Sala ex Pinacoteca prevede una narrazione cronologica decrescente di una selezione delle principali opere presenti in Assisi raffiguranti prevalentemente il tema della stigmatizzazione, oltre a opere francescane di riferimento per stile e matrice storico-artistica.

Le opere individuate saranno presenti attraverso riproduzioni fotografiche alternate da testi estratti dalle Fonti francescane; un itinerario iconografico e narrativo “inTORNO a Francesco” che culmina con l’opera degli Uffizi che apparirà in tutto il suo splendore e la sua luce dorata al termine di un percorso emotivo e fortemente coinvolgente.

L’esposizione è organizzata in collaborazione con CoopCulture, gestore del circuito museale di Assisi.

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IL DIRETTORE DEGLI UFFIZI EIKE SCHMIDT

“Una delle più famose e antiche rappresentazioni delle Stimmate di San Francesco, la preziosissima tavola del Maestro della Croce 434 degli Uffizi  – che raffigura l’episodio più incisivo della vita del Santo tra quelli avvenuti in Toscana – viene esposta per la prima volta ad Assisi, luogo di nascita, di morte e di tanti miracoli del Santo Patrono d’Italia. Francesco, in vita come ancora oggi, riesce ad unire popoli e territori: anche il nostro progetto degli Uffizi diffusi, che unisce molti luoghi e diverse regioni d’Italia andando oltre i campanilismi, è animato dall’ideale del Poverello di Assisi della pace universale” .

L’OPERA 

Francesco, nel settembre del 1224, due anni prima della sua morte, mentre si trovava sul sacro monte della Verna, in ritiro per celebrare la quaresima di San Michele Arcangelo, si conformò completamente in Cristo, ricevendo le sacre stimmate per intercessione di un serafino. La tavola, conservata presso le Gallerie degli Uffizi e ora presente in mostra, rappresenta una delle più belle e antiche raffigurazioni di questo straordinario episodio, attraverso il quale il santo di Assisi, l’uomo nuovo, si pone come alter Christus, distinguendo il suo percorso di fede da quello degli altri santi fino ad allora vissuti. Sopravvissuta all’ordine emanato dai dignitari francescani riunitisi a Parigi (1266) di distruggere le rappresentazioni figurative di Francesco prodotte fino ad allora, l’opera raffigura Cristo crocifisso, in alto tra sei ali azzurre e rosse di serafini e cherubini, che appare a Francesco in preghiera. Lo stile intimo e spirituale di matrice bizantina, pur prediligendo la prospettiva frontale e la schematizzazione bidimensionale delle forme, presenta dei tratti nuovi, più realistici e raffinati, a partire dallo spazio, maggiormente definito grazie alla netta demarcazione dei confini rocciosi del promontorio rispetto al fondo oro, così come dalla presenza di elementi vegetali che affiorano dalla roccia, fino all’accurata resa della veste del santo.

Resta ignota la sua collocazione originaria che, secondo gli studiosi, non doveva far parte della valva di un dittico, ma essere concepita come immagine votiva autonoma, rappresentando anche nel formato un prodotto di raro pregio.

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